"Preferisco il carcere a una legge porcata", lo dice Sallusti su Il Fatto. E con lui VicenzaPiù
Domenica 21 Ottobre 2012 alle 23:16 | 0 commenti
VicenzaPiù, BassanoPiù e le cinque testate web del nostro network VicenzaPiù sono da sempre in prima linea nella lotta per la libertà di stampa a Vicenza e non solo, visto il rilievo nazionale assunto da certi attacchi subiti e in corso, che ci fanno avere la solidarietà costante di Ossigeno per l'Informazione. L'istituzione, che è diretta dal giornalsita Alberto Spampinato, notissimo quirinalista dell'Ansa, ed è espressione della Fnsi, Federazione nazionale della stampa italiana, e dell'Ordine dei giornalisti ci indica, tra l'altro, ufficialmente come due dei giornalisti più "minacciati" in Italia.
L'ultimo episodio di "attentato" alla nostra attività giornalistica indipendente è quello che ha portato chi scrive e il nostro collaboratore Marco Milioni a subire a Trento una condanna  a seguito di una querela del sostituto procuratore di Vicenza Paolo Pecori per aver noi riportato consistenti dubbi di esponenti politici e, soprattutto, de ilfattoquotidiano.it (testata diretta da Peter Gomez, co-fondatore de Il Fatto Quotidiano) sulla compatibilità ambientale tra la sua funzione e quella, in primis, del figlio Massimo Pecori, avvocato e assessore al legale e al patrimonio della Giunta Variati.
Se per "principio e certezza di aver operato correttamente" ci appelleremo contro gli 800 euro inflitti come "pena" a fronte degli addirittura 8 mesi di "carcerazione" richiesti dal pm trentino, che lasciano intuire tante cose, non possiamo non denunciare con forza, insieme a FNSI e alla maggioranza dei colleghi che lavorano in Italia, cosa sta architettando il governo Monti con la complicità delle forze politiche contro la libertà di stampa col pretesto di evitare il carcere al direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, che combatte lui per primo la proposta di legge preferendo «andare in carcere all'approvazione di questa legge».
Riportiamo simbolicamente, noi attaccati per aver riportato "virgolettato" quanto pubblicato su Paolo Pecori dalla testata web ilfattoquotidiano.it, quanto pubblicato sabato 20 ottobre proprio dalla sua testata consorella cartacea, Il Fatto Quotidiano, sul caso Sallusti, giornalista politicamente lontanissimo da quel quotidiano (e non certo vicino ai nostri media) ma col quale il giornale diretto da Antonio Padellaro, con vice Marco Travaglio, è solidale fin dall'inizio, per la libertà di stampa.
Ecco, quindi, buona parte dell'articolo della collega Sara Nicoli, uno dei tanti sull'argomento che sta facendo indignare la Fnsi, Ordine e il mondo della stampa italiana, che già oggi, prima ancora della "legge vendetta", è tra le ultime nella classifica mondiale per la libertà di espressione, sia pre se tutelata dalla nostra sempre più dimenticata Costituzione.
«... Martedì prossimo arriverà in aula al Senato la peggiore legge di sempre sulla diffamazione a mezzo stampa. Una riforma partita a gran velocità proprio per sottrarre il direttore del Giornale al carcere e trasformata dalle forze politiche (tutte) in motivo di vendetta contro i giornalisti che hanno smascherato, negli ultimi anni, il malaffare della casta. Viene abolito il carcere, è vero, ma le multe raggiungono vette vertiginose, specie per i free lance: da un minimo di 5 mila a un massimo di 100 mila euro. Prevista poi, come pena accessoria, l'interdizione dalla professione di giornalista. E ci sarà anche un'aggravante con l'introduzione di una sorta di reato di "dossieraggio", in caso di condanna scatterà la sospensione dei contributi per l'editoria erogati da Palazzo Chigi (una minaccia di chiusura per molti giornali, dunque) fino alla norma anti Gabanelli, per annullare le clausole contrattuali che mettono a carico dell'editore "gli oneri derivanti dal risarcimento", la cosiddetta "manleva". "È una legge di stampo intimidatorio - ha commentato l'avvocato Caterina Malavenda - a questo punto sarebbe meglio che restasse il carcere". Lo stesso pensiero - e sembra un paradosso - di Sallusti: "Sarebbe bastato scrivere che non si va in carcere per i reati d'opinione - chiosa - invece ci troviamo davanti a qualcosa di molto più grave, una vera dichiarazione di guerra contro l'intera categoria dei giornalisti e degli editori; hanno usato il mio nome come pretesto per poi creare un mostro giuridico che mette a serio repentaglio la libertà di stampa; tutto questo, nel mio nome, non lo posso accettare". Secondo lo stretto timing parlamentare, questo provvedimento sarà approvato al Senato la settimana prossima e alla Camera entro il 30 ottobre, con corsia preferenziale. La Fnsi, il sindacato dei giornalisti, annuncia un'opposizione durissima, ma alla fine tutto sarà nelle mani del Capo dello Stato. Che già in occasione del provvedimento sulle intercettazioni aveva fatto capire di essere pronto a bloccare la legge. Lo farà anche adesso?».
Lo aspettiamo fiduciosi anche noi del network VicenzaPiù & BssanoPiù che, non a caso, a lui, per quanto di sua competenza in qualità di presidente del Csm, stiamo inviando la documentazione copiosissima che il tribunale di Trento si è rifiutato di accogliere per meglio valutare le accuse di Paolo Pecori.
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