Pensioni: governo mendace e truffaldino
Giovedi 15 Luglio 2010 alle 22:41 | 0 commenti
Giorgio Langella, PdCI, Federazione della Sinistra di Vicenza - L'ineffabile ministro Tremonti ha dichiarato, smentendo il suo collega Sacconi, che non c'era "nessun refuso sulle pensioni" e che la manovra nascondeva una "riforma (delle pensioni) fatta con un emendamento".
La verità viene a galla. L'emendamento sulla manovra prevedeva di aumentare i 40 anni necessari per la pensione. In pratica, in palese contrasto con quanto sempre dichiarato dalla destra, le pensioni sarebbero state "toccate" e in maniera sostanziale. Ogni lavoratore sarebbe andato in pensione più tardi. Non importa quanti anni di contributi fossero stati versati. Secondo l'emendamento, la vita lavorativa sarebbe stata adeguata alla "aspettativa di vita" determinata dalle statistiche dell'Istat (o di altro istituto, magari privato ... o determinata dai sondaggi, o dalla speranza di Berlusconi di vivere 150 anni?). Così il lavoro sarebbe diventato sempre di più una merce. Non si può tacere, però, che la manovra così com'è prevede comunque di andare in pensione più tardi. Raggiunti i 40 anni di contributi, infatti, bisogna aspettare ancora 12-18 mesi prima di poter ricevere la pensione. E se si continua a lavorare i contributi si versano ma non contano ai fini pensionistici.
Siamo di fronte a un governo palesemente mendace e truffaldino. Mendace perché qualcuno tra Sacconi e Tremonti ha detto una cosa falsa (refuso o emendamento voluto). Mendace perché non è vero che le pensioni non vengono toccate. Così come non è vero che le tasse non sono cresciute in questi anni. Truffaldino perché con la manovra si tenta di far passare (contro)riforme che avrebbero bisogno, per lo meno, di un dibattito ampio e approfondito.
In una situazione di grave crisi che colpisce soprattutto le famiglie dei lavoratori e dei pensionati, il governo non sa far altro che giochini di prestigio e sotterfugi che colpiscono sempre e comunque i soliti lavoratori e pensionati. Tutto questo avviene mentre si leggono ogni giorno nuove notizie sulle malefatte (vere o presunte) di faccendieri vicini al governo, esponenti "politici" della maggioranza o facenti parte del governo stesso. Corruzione, interessi privati e sottrazione di denaro pubblico, favori agli amici sembrano essere il comune denominatore di chi è al governo. E il tutto avviene con l'arroganza e la spudoratezza propria dei sistemi autoritari.
I cittadini sembrano rassegnati ad accettare questo stato di cose, ma bisogna dare e darci tutti una scossa. Ognuno faccia la sua parte, nei posti di lavoro, nei quartieri, nelle istituzioni, nelle piazze, si faccia crescere una protesta senza compromessi. Un vero e proprio moto di orgoglio che ci permetta di cacciare una classe dirigente corrotta e capace di difendere solo i propri interessi individuali.
Giorgio Langella
Partito dei Comunisti Italiani - Federazione della Sinistra di Vicenza
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