Parco della Pace: le associazioni tra Unesco, Variati e nuove idee degli Usa
Mercoledi 24 Maggio 2017 alle 16:07 | 0 commenti
Il sindaco Achille Variati si è presentato ieri pomeriggio davanti alle 17 associazioni coinvolte chiamate a dire la loro sulla progettazione e la realizzazione del Parco della Pace. All'ordine del giorno c'erano i rilievi messi in luce dal rapporto Icomos Unesco riguardo alla grande area verde, destinata ad essere una delle eredità che questa Amministrazione lascerà alla città . La strada per far diventare il parco un patrimonio cittadino, però, è ancora lunga. "E' senza dubbio positivo che i tecnici Icomos abbiano riconosciuto l'importanza del ruolo delle associazioni - spiega Giovanni Marangoni per i Cristiani per la pace- sul Parco all'ex Dal Molin e su ciò che verrà costruito, però non c'è una completa trasparenza. Se l'Amministrazione ad esempio vuole dare un valore istituzionale al tavolo non si capisce perché i verbali di alcune riunioni non siano diventati un documento ufficiale ".
Una sfaccettatura rispetto alle questioni ancora aperte rispetto al Parco che, però, spiega anche le difficoltà di mettere le diverse anime delle associazioni in accordo fra di loro. Sono stati proprio i tecnici di Icomos ad evidenziare come la partecipazione delle associazioni possa servire ad ottenere una migliore condivisione progettuale dell'opera da parte della cittadinanza.
I nodi focali, però, restano due. Che cosa ci sarà dentro il Parco? E come ci si arriverà all'interno? Secondo Icomos il Parco dovrà avere un carattere più "rurale" per adeguarsi meglio alla cornice territoriale. Una formula che lascia spazio a nuove interpretazioni. "Quella zona non ha mai avuto quelle caratteristiche - spiega Giancarlo Albera, portavoce del Coordinamento dei comitati - è vero che sono state abbattute molte piante, tra costruzioni e bonifica, ma stiamo comunque parlando di un ex aeroporto. Come associazioni vorremmo che i rimandi alla pace fossero molti, ma senza creare nuove strutture in cemento che possano impattare sull'ambiente e sul parco. Se si farà un anfiteatro dovrà essere una struttura mobile o naturale, e nel caso del Museo della Pace servirà utilizzare le strutture già esistenti."
Resta infine aperta la questione delle servitù militari e dei percorsi, interni ed esterni al Parco. "La chiusura dell'anello delle tangenziali a Nord, promessa nei primi accordi per la costruzione della base americana, e l'uscita in quell'area del Del Din non si farà . Sembra che nemmeno serva più oltre al fatto che gli Usa non vogliono impegnarci i 700.000 euro necessari - continua Albera-. Si potrebbe però rilanciare l'idea del grande parcheggio in zona sud creando un entrata da quel lato del parco, ma anche un punto di interscambio che sollevi il traffico cittadino".
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.