Sofia Anwar racconta da Vicenza il suo Pakistan tra tradizione, problemi e speranze
Mercoledi 23 Marzo 2016 alle 18:43 | 0 commenti
VicenzaPiù ha riaperto uno spazio (tipicamente in lingua italiana e in una delle lingue delle comunità qui presenti) già in passato dedicato ai nuovi vicentini, i cittadini di origine straniera che contribuiscono alla vita locale in tutti i suoi aspetti. Dopo l'articolo firmato da un collega serbo, Aleksandar Zlatković, Sofia Anwar, pakistana e eletta nel Consiglio, è la prima donna tra i "giornalisti" neo vicentini che accogliamo nella nostra redazione. Il giorno dopo la strage di Bruxelles, che però si accompagna alle stragi quotidiane senza ribalta mediatica che avvengono in quasi ogni parte del mondo, la musulmana laureata in economia dimostra che c'è un mondo fatto di... umani, senza aggettivi.
Federico Sammarco
Mi chiamo Sofia Anwar, vivo da 13 anni in Italia, e oggi voglio "raccontarvi" la mia cultura (clicca qui per l'articolo in urdu, click here for the article in urdu). Mi trovo molto bene con gli italiani, che reputo molto simpatici e semplici, e il paese è tranquillo, pacifico e senza problemi di sicurezza. Prima di venire in Italia il mio nome era Sofia Ishaq, cognome di mio padre, perché nel mio paese d’origine, il Pakistan, le donne assumono il nome della famiglia del marito solo dopo essere sposate.
In Pakistan attualmente esistono, come da tradizione, i matrimoni combinati, decisi dai genitori degli sposi. Il matrimonio è una cerimonia molto dispendiosa: per la dote delle figlie da maritare serve, infatti,  molto denaro, una parte del quale viene utilizzato per  vestire la sposa con abiti molto sontuosi e pregiati composti da molti gioielli d’oro.
I parenti, inoltre, provvedono ad una lista delle nozze regalando molti doni (mobili, utensili elettrodomestici, vestiti) cercando di donare ciò che è più utile per la vita domestica dei novelli sposi. Esistono, però, dei lati negativi: il costo del matrimonio è gravoso per i genitori degli sposi, i quali hanno a carico tutte le spese organizzative (cibo compreso).
Dovete sapere che le nozze pakistane durano ben due settimane. Vi sono genitori meno abbienti che non riescono a soddisfare tali esigenze economiche, la colpa viene ingiustamente addebitata, il più delle volte, alle spose le quali vengono mal viste dai suoceri, tutto ciò sfocia in litigi molto frequenti durante la cerimonia fra i parenti.
Secondo la nostra religione, durante il matrimonio, non esiste questa pratica di dover donare a tutti i costi il più possibile anzi dovrebbe essere una festa semplice in cui l’importante non è la sfarzosità dell’evento ma l’unione di due giovani sposi.
Le ragazze più povere non avendo soldi si trovano ad invecchiare a casa dei genitori perché non vengono ritenute adatte dai genitori dello sposo che valutano le promesse spose in base alle ricchezze possedute.
Mi piace molto il mio paese, anche se la situazione politica è ciò che sta rovinando il Pakistan. Un esempio è dato dal fatto che i servizi pubblici come la polizia o le ambulanze arrivano più tardi rispetto al fattorino delle pizze. A proposito di cibo, i pakistani amano molto mangiare: il riso con il pollo è il piatto preferito e si chiama Biryani.
Il mio paese inoltre ha un altro problema: se devi fare un mutuo per comprare una macchina le banche ti concedono il prestito, cosa che non avviene invece per seguire gli studi. Un altro problema è legato all’igiene. Le scarpe, tipo quelle che indosso, per esempio, vengono vendute all’interno di locali climatizzati e ben puliti mentre i beni alimentari come frutta e verdura si trovano sui marciapiedi in ambienti sporchi e non idonei. Un altro problema alimentare è l’utilizzo di prodotti chimici per i cibi, i succhi di frutta da bere sono trattati con composti chimici per farli durare di più, mentre i detersivi per piatti sono composti al 100% da limoni veri.
In Pakistan i diplomati e i laureati sono purtroppo senza lavoro e non riescono a trovarlo perché in Parlamento i seggi sono occupati da persone che non hanno ricevuto un’adeguata istruzione politica, occupano posizioni importanti solo perché sono molto ricchi.
Queste persone, purtroppo, sono quelle che stanno rovinando il Pakistan, ma mi auguro che in futuro i giovani pakistani, meritevoli e con titoli di studio adeguati, possano prendere il posto degli attuali governanti.
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