Quotidiano | Categorie: Giudiziaria

Oggi al Toaldi Capra e su VicenzaPiu.Tv: "Marlane Marzotto, vogliamo giustizia. Lavorare per vivere e non morire di lavoro"

Di Pietro Cotròn Sabato 22 Novembre 2014 alle 09:11 | 0 commenti

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Oggi alle 15.30 nella sala "Toaldi Capra" di via via Pasubio 52 a Schio si terrà un incontro pubblico, ancora più attuale dopo la cancellazione del processo Eternit, sul tema "Marlane Marzotto, vogliamo giustizia. Lavorare per vivere e non morire di lavoro" organizzato anche per contrastare il silenzio dei media dalle sezioni vicentine di PdCI, Usb e Sinistra Anticapitalista del Veneto e trasmesso in diretta streaming con repliche successive da VicenzaPiu.tv .

Interverranno Giorgio Cremaschi (sindacalista Rete 28 aprile Cgil), Giorgio Langella, segretario regionale PdCI del Veneto, Luc Thibault (Usb, Rsu Greta), Giovanni Coviello (direttore network VicenzaPiù), e Daniele Faccin (operaio della Marzotto).

Alleghiamo di seguito e facciamo nostro un volantino del PdCI.

 

Presto ci sarà la prima sentenza del processo Marlane-Marzotto. L'accusa ha chiesto la condanna a 10 anni di reclusione per Carlo Lomonaco, ex sindaco di Praia a Mare. Le altre richieste sono di 8 anni per Vincenzo Benincasa, 7 anni e 6 mesi per Lamberto Priori, 6 anni per Pietro Marzotto, 5 anni per Antonio Favrin, Jean de Jagher, Silvano Storer e l'ex sindaco di Valdagno Lorenzo Bosetti, 3 anni e 6 mesi per Giuseppe Ferrari, 3 anni per Attilio Rausse e per Salvatore Cristallino. I reati dei quali sono accusati sono: omicidio colposo plurimo aggravato dalla omissione delle cautele sul lavoro, lesioni colpose gravissime, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro e disastro ambientale doloso per aver sversato e interrato nell'area antistante lo stabilimento tessile tonnellate di rifiuti speciali di cui la maggior parte di natura altamente cancerogena. Gli imputati sono persone importanti. Dirigenti e padroni d'azienda, manager, ex sindaci. Nomi molto conosciuti anche nella nostra provincia. Perché lo stabilimento di Praia a Mare fu di proprietà della Lanerossi e, dal 1987, della Marzotto.

Alla Marlane Marzotto è successo qualcosadi eccezionale gravità.

Si sono ammalati di cancro moltissimi lavoratori e decine sono morti (fonti attendibili parlano di oltre 100 deceduti). Sono stati sotterrati veleni che hanno inquinato il terreno dove sorge la fabbrica. Una strage di persone e una devastazione ambientale che ha pochi paragoni in Italia e in Europa.

In Italia muoiono mediamente tre lavoratori ogni giorno. E sono migliaia le persone che si ammalano e muoiono a causa di malattie professionali. È una strage indegna di un paese civile. Una tragedia che continua nel silenzio e nell'indifferenza. Il “caso Marlane-Marzotto” è un drammatico esempio.

Noi Accusiamo…!

Gli organi di informazione nazionali e locali più diffusi e “ricchi” che hanno taciuto e continuano a tacere. Della Marlane si trova solo qualche riga in cronaca, con poche spiegazioni e quasi nessun approfondimento.

Noi Accusiamo…!

Le forze politiche e sociali che hanno chiuso gli occhi, i padroni che pensano solo al loro profitto e tutti gli indifferenti che, sulla Marlane-Marzotto e le tante tragedie del lavoro, hanno deciso di coprire le responsabilità e gli abusi con il silenzio e l'omertà.

Il silenzio è un macigno che schiaccia il diritto di conoscere la verità e di ottenere giustizia.

Facciamo appello a tutti perché quanto avvenuto alla Marlane-Marzotto di Praia a Mare, e che avviene ogni giorno in moltissimi posti di lavoro, sia portato a conoscenza dell’opinione pubblica. Facciamo appello alle forze politiche e sociali sinceramente democratiche di mobilitarsi. Forse il processo finirà con un “nulla di fatto” (perché Marzotto ha pagato i parenti delle vittime sfruttando le loro necessità e la loro stanchezza per un processo infinitamente lungo, oppure a causa di qualche cavillo burocratico o per la prescrizione visto che gli imputati eccellenti e i loro avvocati hanno fatto di tutto per rinviare le udienze e spostare sempre più in là nel tempo il giorno della sentenza), ma le decine di operai morti per l'avidità di qualche capitalista restano. Restano i lavoratori ammalati di cancro. Resta il dramma di intere famiglie. Resta l'inquinamento e il disastro ambientale. Resta la cancellazione del diritto fondamentale ad avere un lavoro garantito, sicuro e giustamente retribuito.

Di fronte a tutto questo, tacere significa essere complicinoi vogliamo continuare a lottare

 

 

 


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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