"Noi possiamo mangiare pasta tutti i giorni ma ci interessa la dignità e il rispetto": a Schio lo urlano i profughi anche alla stampa locale
Domenica 25 Ottobre 2015 alle 01:19 | 0 commenti
«Non c'è un giorno in cui sui giornali, in televisione, nei bar, tra le mura di casa e nelle piazze, non sia argomento di discussione il tema "migranti". Discussione che spesso nasce da varie strumentalizzazioni, con finalità politiche/elettorali ed economiche, non prive di sapore razzista, e si basa su luoghi comuni non verificati. Proviamo a sfatare alcune falsità e confermare alcune verità ».
Così iniziava la nota con cui il 16 ottobre scorso, ben prima dei fatti di Cesuna di Roana (qui la loro protesta a Vicenza da loro motivata dal freddo e da trattamenti da "prigionieri"), Luc Thibault di Usb annunciava per ieri, sabato 25 ottobre, un presidio di solidarietà con gli immigrati e i profughi in piazza Borsellino a Schio (qui la photo gallery).
Anche venerdì, dopo averlo fatto negli ultimi giorni accentuando un insensibile e, perciò, ignobile ritornello che dura da mesi, la stampa locale, anzi certa stampa locale, riduce le richieste di un trattamento più umano da parte di profughi e immigrati di emergenza (che fanno incassare ogni giorno oltre 35 euro a persona, non lo si dimentichi, a chi li "ospita" spesso ammassandoli in stanze non adeguate) a una questione di diete diverse con un titolo irridente «Una dieteloga per i migranti» sbattuta addirittura con tanto di foto di africani al centro della prima pagina, tanto per raccattare qualche lettore in più, anche se poi il testo è relegato in una generica mezza pagina della cronaca provinciale : «Dopo il "basta con la pasta" gridato in prefettura mercoledì, arriva la precisazione di Ecofficina che ha accolto gli immigrati nelle due strutture nell'Altopiano. Migranti, dietologa e menu selezionato. I rifugiati alloggiati a Cesuna protestano per i piatti monotoni ma la coop che li gestisce li smentisce: "Hanno a disposizione carne e condimenti ad hoc"».
Se ieri, proprio il giorno stesso del presidio organizzato dal 16 ottobre a Schio dalla Usb, la stessa stampa fa lo scoop, sempre da prima pagina, di individuare nei Cobas e in Usb i "provocatori" delle proteste utilizzando la tecnica (da disinformazione?) di spostare l'attenzione dal problema, che non è la pasta, però, a chi organizzerebbe la protesta, i sindacati di base, ovviamente brutti e cattivi, e non certo non i tranquilli e tranquillizzanti sindacati confederali, che sanno di camomilla, la Cgil, di tisana, la Uil, o di bromuro, la Cisl.
E lo scoop sbattuto in prima pagina è attribuito, guarda caso, alla "testimonianzia" di un esponente della ... Coopeativa Ecofficina, quella che da noi intervistata sul posto e in video , quindi senza interpretazioni, mai aveva parlato nè di "problema pasta" nè tanto meno di "sobillatori" dei sindacati di base a favore di cooperative concorrenti, pratica storicamente combattuta proprio dai sindacati conflittuali.
Se VicenzaPiù ha anche documentato in video le reazioni degli abitanti della zona che addirittura condividevano in buona parte gli appelli dei profughi («Cesuna, le opinioni degli abitanti: i profughi non danno problemi ma col freddo qui sarà dura») , oggi doumentiamo il sit in a cui hanno preso parte pacificamente un centinaio di profughi con canti, balli e appelli con la foto di copertina che parlava della pasta (e delle pastette mediatiche da medioevo dell'informazione) ma ne parlva così «Noi possiamo mangiare pasta tutti i giorni, ma ci interessa la dignità e il rispetto».
Chiaro? Dignità della persona, rispetto della verità .
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