Maurizio Pini,Federmanager,su caso Mirafiori: nel Vicentino la cura Marchionne si fa da anni
Giovedi 27 Gennaio 2011 alle 19:04 | 0 commenti
Nel dibattito, attentamente seguito anche dalla nostra testata, sorto sull'accordo Fiat-Mirafiori e sulla posizione assunta in merito da Sergio Marchionne riceviamo una riflessione da Maurizio Pini, Presidente Federmanager Vicenza, e volentieri pubblichiamo.
Perché scandalizzarsi, visto che la Cura Marchionne nel vicentino si fa già da anni?
L'"effetto Marchionne" si è fatto sentire sia in Confindustria sia nel mondo del lavoro nel suo insieme. Possiamo essere d'accordo oppure no con quanto da lui affermato, ma è innegabile che le ripercussioni siano state e siano significative.
In qualità di esponente di Federmanager, giudico le parole dell'AD Fiat come l'avvento, forse, di qualcosa di importante, un appello ad agire con serietà e impegno in un contesto sociale e politico sempre più "inquinato" dal gossip e dalle polemiche sterili.
Nell'affrontare la questione Mirafiori, Sergio Marchionne ha dimostrato, a mio parere, il coraggio, la lungimiranza e la fermezza di polso che il ruolo gli richiede.
A essere precisi, le richieste contrattuali contenute nell'intesa con Chrysler non erano materia di discussione completamente nuova: ricordo il caso della Voith, multinazionale metalmeccanica di Schio, che da oltre un anno ha raggiunto un accordo sulla flessibilità d'orario dei lavoratori senza che nemmeno un'ora fosse spesa a scioperare. E si parla di 350 ore di straordinario all'anno per persona, il triplo di quanto chiesto da Marchionne!
Lo stesso accordo è stato firmato anche dalla Fiom Cgil: fatico, pertanto, a comprendere i motivi che farebbero gridare all'oltraggio nei confronti dei diritti degli operai e degli impiegati torinesi. Forse sono critiche legate alla gestione delle ferie o della malattia nel giorno pre o post festività .
Queste rimostranze si verificavano di frequente anche anni fa, quando, da studente a Torino, assistevo al diffondersi di tensioni molto simili. Penso anche al turno di notte, che nelle fabbriche del Vicentino è sempre stato coperto (anche la domenica, in caso di necessità ) senza che ciò creasse "scandalo". Ecco perché credo che, allora come oggi, il lavoratore, se responsabile, non abbia nulla da temere dalle modifiche che possono essere apportate al regolamento.
D'altro canto bene ha fatto Marchionne a dare disdetta a Confindustria, se non la riteneva più all'altezza dei tempi, cosa del resto confermata dal presidente Emma Marcegaglia con la sua dichiarazione: «Non ho remore a dire che considero la vicenda Fiat uno stimolo al cambiamento. Noi dobbiamo uscire da un vecchio schema fondista». È un'opinione che come presidente di Federmanager Vicenza condivido. Prendiamo, ad esempio, il contratto dei dirigenti: in linea teorica prevede una parte variabile di retribuzione al raggiungimento di risultati aziendali ben definiti; ma sembra che nella pratica i dirigenti di Confindustria Vicenza non beneficino di questo "premio".
Allora mi domando: l'Associazione Industriali non crede più a quanto è stato sottoscritto con le Associazioni di categoria? Perché vengono professati e approvati dei principi, anche contrattuali, e poi questi principi non vengono applicati totalmente?
Rifiutare l'evoluzione e assumere un atteggiamento rigido, come spesso Confindustria ha fatto in passato anche nei rapporti con Federmanager, alla lunga penalizza. Scegliere coerenza, chiarezza e spirito collaborativo premia sempre. Posizioni come quelle un tempo assunte da Mortillaro, direttore di Federmeccanica scomparso nel lontano '95, oggi non hanno più senso di essere seguite.
Mi rivolgo allora ai rappresentanti di Confindustria: rinnovatevi! Basta con l'affidamento "fossilizzato" delle cariche alle stesse figure anno dopo anno. Fate squadra! Non rimanete arroccati su idee o convinzioni che appartengono al passato, alla stregua di quanto fa la Cgil. A proposito della quale, non pensate di avere in fondo una parte di responsabilità anche nell'averla abbandonata a se stessa, se non mortificata, in più occasioni?
Ognuno si dia la risposta che crede. Personalmente vorrei continuare a credere nel ruolo di Confindustria, un ruolo indispensabile per il Paese e per la sua crescita: economica ma non solo.
Maurizio Pini, Presidente Federmanager Vicenza
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