Lo Statuto dei lavoratori non si tocca
Giovedi 20 Maggio 2010 alle 20:25 | 0 commenti
Giorgio Langella, Federazione della Sinistra, Prc, PdCI - Sono passati quarant'anni dall'approvazione dello Statuto dei Lavoratori (legge 300 del 20 maggio 1970). Oggi la data è stata ricordata in maniera diversa (e divisa) da CGIL, CISL e UIL e dalle forze politiche. Il ministro Sacconi ha partecipato a quello che più che un ricordo dello Statuto sembra il suo funerale. Sacconi nel convegno al quale hanno partecipato, tra gli altri, Angeletti della UIL ed Emma Marcegaglia di Confindustria ha fatto intendere che l'obiettivo del governo è quello si cancellare lo Statuto dei Lavoratori, trasformandolo in un ambiguo "Statuto dei lavori".
Quello che si vuole fare è chiaro: i rapporti tra lavoratore e padrone dovranno essere "individuali". Nella strategia di governo e Confindustria, la solidarietà tra lavoratori e le organizzazioni sindacali, il contratto collettivo nazionale e i diritti uguali per tutti, sono "cose" che devono essere smantellate. Desta preoccupazione e imbarazzo che alcuni esponenti sindacali si prestino a quello che non è un gioco ma una vera e propria tragedia per il mondo del lavoro. In questo attacco ai lavoratori si inquadrano anche l'istituzione dell'arbitrato per le vertenze del lavoro e la possibilità di "licenziare a voce" chi lavora a tempo determinato. Norme che fanno parte del ddl sul lavoro in discussione al Senato.
Nella crisi che stiamo subendo (e della quale governo e Confindustria hanno grandi responsabilità ) è necessario lottare perché i diritti vengano estesi e non cancellati. Per questo è indispensabile che le organizzazioni politiche, sindacali e sociali democratiche ricerchino l'unità e agiscano assieme. Lo Statuto dei Lavoratori non può e non deve essere "superato" (come ambiguamente dice Sacconi) da leggi che garantiranno solo maggiori privilegi e profitti agli imprenditori e minori diritti alla stragrande maggioranza dei lavoratori. Noi non ci stiamo. Lottare perché la Costituzione sia attuata e lo Statuto dei Lavoratori sia esteso a tutto il mondo del lavoro significa rifiutare il ruolo di sudditi al quale governo e Confindustria vogliono costringere chi lavora.
Giorgio Langella
Federazione della sinistra - Rifondazione- Comunisti Italiani Vicenza
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