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Lo stadio nuovo e il cavallo di Troia

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 15 Ottobre 2010 alle 14:56 | 4 commenti

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Riceviamo questa lettera e volentieri la pubblichiamo, facendo seguito all'opinione di Alessio Mannino e alla replica di Matteo Quero.

di Marco Milioni
Matteo Quero è anche simpatico. Ma se in un momento no ha potuto pensare di offendere l'intelligenza dei vicentini, vorrei che fosse chiaro che questo non può accadere per il sottoscritto: in quanto cittadino di Vicenza io non glielo permetto. Nel suo recentissimo intervento su VicenzaPiù Quero sottolinea: «Mannino si chiede dove stia l'interesse pubblico nell'operazione di Vicenza Futura. Per me la risposta è scontata: l'interesse pubblico è nel trasferimento in un nuovo sito dell'attuale stadio».

Il consigliere provinciale vicentino purtroppo per lui fa "un tacon peso del sbrego" perché la sua autodifesa è invece un impietoso atto di autoaccusa. Il Vicenza Calcio infatti è una spa di diritto privato. Persegue le sue finalità ed i suoi profitti. Tutto ciò che gli sta attorno, compresa la brama dei tifosi di andare allo stadio a vedere 22 uomini in mutande, generalmente poco colti, che inseguono un pallone, fa parte della sfera privata. La valenza sociale o è nulla o è negativa. Se il Vicenza Calcio spa vuole uno stadio piglia i suoi soldini si cerca un'area, al limite si mette d'accordo col comune per una variante urbanistica con finalità sportiva. Si compra la terra, la lottizza, paga gli oneri salatissimi per la viabilità, si costruisce il suo bello stadio. E soprattutto tira fuori i suoi bei trenta, quaranta, cinquanta milioni di euro. Se li ha bene, se non li ha sloggia da Vicenza perché il Menti s'ha da chiudere, visto che da anni non è che una spesa per l'amministrazione vicentina. Quero, che è di scuola liberale, dovrebbe ben sapere come funzionano queste cose negli Usa. Un Paese in cui se il patron di una squadra di baseball chiede soldi o vantaggi al comune per fare il suo stadio, gli rispondono con una pernacchia in faccia. Appurato che lo stadio è un alibi rimane da capire per quali fini è un alibi. È un alibi perché nel comparto Est di Vicenza qualcuno vuole costruire qualcosa (un grande parco commerciale e terziario) che altrimenti sarebbe indigesto ad una città in cui ogni persona di buon senso giudicherebbe peggio dello stupro di un bimbo ogni nuovo metro quadro sottratto alla campagna. Ma poiché come dimostra la storia patria in Italia la politica urbanistica la fanno i grandi proprietari delle aree l'inganno si squaglia come neve al sole. Sarebbe stato molto più onesto se il comune di Vicenza avesse detto: consentendo a Maltauro e soci la grande lottizzazione di Settecà si garantiscono posti di lavoro e indotto economico in un momento di crisi. Sarebbe un argomento smontabile in dieci secondi, ma almeno sarebbe un argomento. Lo stadio nuovo no. È solo un peto nell'aria mischiato con i cori dei tifosi. Usare lo stadio (un bene privato, non pubblico) come cavallo di Troia è una cosa che ti fa incazzare perché oltre a rifilarci una "sola" (alla romana sòla) l'amministrazione comunale ha pure la pretesa di smerciarcela come un buon affare. Certo è che coi i trascorsi della Maltauro in era Tangentopoli, mi domando come il comune accetti di fare affari con lorsignori.


Commenti

Inviato Venerdi 15 Ottobre 2010 alle 19:04

L'ho scritto, e lo ripeto. L'interesse pubblico, nell'operazione di Vicenza Futura, è dato dal fatto che la costruzione di un nuovo stadio consentirebbe di liberare l'area occupata attualmente dal Menti, consentendo alla Provincia di Vicenza di attuare il progetto che su quel terreno prevede la nascita di una cittadella degli studi universitari. Citare il caso statunitense serve a poco, anzi a nulla, perché da noi lo Stadio non appartiene alle società sportive, ma al Comune.
A parte questo, comunque, trovo semplicemente paranoica l'idea che il sottoscritto voglia prendersi gioco dell'intelligenza dei vicentini. Che non credo peraltro abbiano alcun bisogno d?essere difesi dai vigilantes della morale. La gente non è stupida. Nemmeno, caro Milioni, quando ha la passione del calcio e ama seguire il gioco di 22 giocatori.
Inviato Venerdi 15 Ottobre 2010 alle 23:14

Se il comune ha interesse a liberare l'area del Menti, basta che chiuda il Menti. Dove giocare le partite del Vicenza sono cavoli del Vicenza. Di più, sarebbe simpatico domandarsi come mai le aule universitarie siano già sature. Non era stata la Dal Lago a sbavare per comperare l'area ex Fro Maltauro con finalità universitaria pagandola dio solo sa quanto? Come mai quando io feci scoppiare il casino dell'affaire Mezzalira gli allora Margherita e Ds (oggi Pd) non mossero un dito allorché il Corveneto mi censurò una intervista ad Ellero nella quale davo conto di reati ammessi dall'allora primo cittadino in fase di asta pubblica? Poi sta storia del moralista con me non attacca. Moralisti saranno i baciapile che allignano nel Pd e che si genuflettono ad ogni cavolata che propinano da oltretevere. Io mi incavolo perché mi girano le balle quando si usano male (o si rubano) i miei soldi. Perché i soldi della collettività sono in primis i miei soldi. E nel caso del nuovo stadio sono i miei soldi ad essere usati a la mentula canis. Claro? Con simpatia.

Marco Milioni
Inviato Martedi 19 Ottobre 2010 alle 13:09

Penso che il riferimento di Marco Milioni al sistema americano sia stato ironico, altrimenti, per coerenza dovremmo applicarlo al Welfare State o ad altri delicati ambiti della nostra vita quotidiana. Cosa alla quale sta già pensando il Cavaliere (e pure il PD) senza bisogno dei nostri inviti. Quanto all'affaire stadio, mi pare che la questione vada vista in un'ottica più generale. Il Romeo Menti è un bene della collettività, che risponde ad un'esigenza di massa, criticabile fin che si vuole (i non calciofili hanno terreno facile per i loro peana) ma certamente di massa. Inutile ricordare che il pubblico mosso da una partita del Vicenza (oltre 5000 persone, nonostante la crisi) è maggiore rispetto alle frequentazioni del teatro del Capoluogo e di qualche importante piazza della Provincia, messe assieme. Lo stadio ha un costo per la collettività? Scopriamo l'acqua calda. Ma la mia impressione, che resta salda nonostante i tentativi di convincermi del contrario, rimane quella. A muovere l'ambaradan dello spostamento logistico dell'impianto sportivo non è certo un interesse risparmioso, un lodevole intento di sgravare i vicentini da costi superflui, quanto un gigantesco business immobiliare. Che in un momento di stagnazione del mattone, fa venire l'acquolina in bocca a molti. Un doppio ghiotto boccone, perchè comprende da un lato l'utilizzo dell'area di platino di via Schio (farò ammenda di quanto esprimo qui soltanto quando vedrò nel progetto finale di utilizzo l'assenza di volumetrie commerciali o abitative) e dall'altro l'affare immobiliare che ruota attorno al nuovo stadio in zona est, con i suoi annessi e connessi. Il che, a dirla meno in politichese, significa, che con buona pace delle speranze di Marco Milioni, l'operazione costerà alla collettività più di quello che farà risparmiare. E di certo ingrosserà le saccocce (già convenientemente piene) dei soliti notabili berici: politici che gestiranno l'operazione sul fronte pubblico, società proprietaria del terreno e imprese che realizzeranno i volumi. Ma porterà lavoro, dirà qualcuno a questo punto... Certo che sì. Ma porterà soprattutto appalti d'oro, tangenti di vario tipo, speculazioni fondiarie, scambi di favori, rendite di posizione ecc.
E allora? Pensare, come fa Marco, che la questione possa essere risolta scaricandola sulle spalle del Vicenza, significa conoscere poco la situazione del calcio italiano e di quello provinciale in particolare. Hai voglia a parlare di managerializzazione degli eventi. Di marketing, merchandising, servizi collaterali... Alberghi, supermercati, binghi, kinderheim e megastore. Roba che funzionerà in Inghilterra, ma che qui è lontana anni luce dalla nostra in-cultura sportiva. Il male minore mi sembra che la città si faccia carico dei rattoppi al glorioso green pallonaro, attendendo paziente che il calcio muoia di morte naturale, soffocato dalle televisioni e dai deliri dei tanti Ivan il Terribile che popolano gli spalti.
Inviato Domenica 24 Ottobre 2010 alle 18:07

Sono lieto che Belloni la pensi come me quando afferma che il nuovo stadio sarà un affare succulento. Era il cuore del mio discorso. Quanto invece all'altra parte del suo discorso, quella più squisitamente sociologica, debbo riscontrare che parla da tifoso, senza addurre motivazioni che stiano in piedi. L'architrave del suo ragionamento suona più o meno così: il calcio comunque rappresenta un blocco sociale, bisogna tenerne conto, il che comporta alla fin fine una serei di carichi per la collettività. Ma allora se tanto mi dà tanto anche la mafia è un blocco sociale. E allora? Purtroppo allo stesso modo gli enti pubblici debbono farsi carico delle posizioni di favore concesse alla chiesa, alle industrie assistite, alle banche. Il calcio che è uno sport di nobili origini (anche se i calciatori hanno molto da imparare da "noi" rugbisti) e che è portatore di valori antichi, autentici. La cosa l'ha egregiamente spiegata più volte Massimo Fini. Ma il calcio di oggi è solo business, e la massa dei 5.000 che ogni una/due settimane va allo stadio non è altro che uno strumento di marketing. Panem circenses e marketing.

Marco Milioni
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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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