Penso che il riferimento di Marco Milioni al sistema americano sia stato ironico, altrimenti, per coerenza dovremmo applicarlo al Welfare State o ad altri delicati ambiti della nostra vita quotidiana. Cosa alla quale sta già pensando il Cavaliere (e pure il PD) senza bisogno dei nostri inviti. Quanto all'affaire stadio, mi pare che la questione vada vista in un'ottica più generale. Il Romeo Menti è un bene della collettività, che risponde ad un'esigenza di massa, criticabile fin che si vuole (i non calciofili hanno terreno facile per i loro peana) ma certamente di massa. Inutile ricordare che il pubblico mosso da una partita del Vicenza (oltre 5000 persone, nonostante la crisi) è maggiore rispetto alle frequentazioni del teatro del Capoluogo e di qualche importante piazza della Provincia, messe assieme. Lo stadio ha un costo per la collettività? Scopriamo l'acqua calda. Ma la mia impressione, che resta salda nonostante i tentativi di convincermi del contrario, rimane quella. A muovere l'ambaradan dello spostamento logistico dell'impianto sportivo non è certo un interesse risparmioso, un lodevole intento di sgravare i vicentini da costi superflui, quanto un gigantesco business immobiliare. Che in un momento di stagnazione del mattone, fa venire l'acquolina in bocca a molti. Un doppio ghiotto boccone, perchè comprende da un lato l'utilizzo dell'area di platino di via Schio (farò ammenda di quanto esprimo qui soltanto quando vedrò nel progetto finale di utilizzo l'assenza di volumetrie commerciali o abitative) e dall'altro l'affare immobiliare che ruota attorno al nuovo stadio in zona est, con i suoi annessi e connessi. Il che, a dirla meno in politichese, significa, che con buona pace delle speranze di Marco Milioni, l'operazione costerà alla collettività più di quello che farà risparmiare. E di certo ingrosserà le saccocce (già convenientemente piene) dei soliti notabili berici: politici che gestiranno l'operazione sul fronte pubblico, società proprietaria del terreno e imprese che realizzeranno i volumi. Ma porterà lavoro, dirà qualcuno a questo punto... Certo che sì. Ma porterà soprattutto appalti d'oro, tangenti di vario tipo, speculazioni fondiarie, scambi di favori, rendite di posizione ecc.
E allora? Pensare, come fa Marco, che la questione possa essere risolta scaricandola sulle spalle del Vicenza, significa conoscere poco la situazione del calcio italiano e di quello provinciale in particolare. Hai voglia a parlare di managerializzazione degli eventi. Di marketing, merchandising, servizi collaterali... Alberghi, supermercati, binghi, kinderheim e megastore. Roba che funzionerà in Inghilterra, ma che qui è lontana anni luce dalla nostra in-cultura sportiva. Il male minore mi sembra che la città si faccia carico dei rattoppi al glorioso green pallonaro, attendendo paziente che il calcio muoia di morte naturale, soffocato dalle televisioni e dai deliri dei tanti Ivan il Terribile che popolano gli spalti.
E allora? Pensare, come fa Marco, che la questione possa essere risolta scaricandola sulle spalle del Vicenza, significa conoscere poco la situazione del calcio italiano e di quello provinciale in particolare. Hai voglia a parlare di managerializzazione degli eventi. Di marketing, merchandising, servizi collaterali... Alberghi, supermercati, binghi, kinderheim e megastore. Roba che funzionerà in Inghilterra, ma che qui è lontana anni luce dalla nostra in-cultura sportiva. Il male minore mi sembra che la città si faccia carico dei rattoppi al glorioso green pallonaro, attendendo paziente che il calcio muoia di morte naturale, soffocato dalle televisioni e dai deliri dei tanti Ivan il Terribile che popolano gli spalti.