Comitato Zona San Giovanni a Pia Ferretti: "vigili" su completamento tangenziale Vicenza
Lunedi 1 Settembre 2014 alle 23:06 | 0 commenti
Giorgio Sinigaglia per il comitato Zona San Giovanni, invia, dopo l'assemblea del 23 luglio (nella foto) una Lettera aperta, che pubblichiamo di seguito, alla dottoressa Pia Ferretti responsabile procedimento Via Provincia di Vicenza sul Completamento della Tangenziale di Vicenza - 1° stralcio - 1° e 2° tronco, esprimendo preoccupazioni sulla corretta valutazione dell'impatto ambientale dell'opera e rivolgendo un appello alla dirigente perchè vigili e renda gli interessati partecipi alle procedure decisionali.
Egregia dottoressa Pia Ferretti, Responsabile dell'ufficio Valutazione Impatto Ambientale (V.I.A.) e Valutazione Incidenza Ambientale (V.inc.A.) della provincia di Vicenza.
l'oggetto della presente missiva è un'infrastruttura sulla quale il Suo ufficio, negli anni passati, ha espresso parere di merito e mi riferisco alla Variante alla SP46, meglio conosciuta come "bretella Isola - Vicenza".
Questa lettera potrebbe iniziare dalle origini, allorquando si sono prese le prime informazioni, divenute poi espressioni di pareri, su quanto una determinata struttura fosse o meno impattante per il territorio e su quali dovessero essere gli accorgimenti da mettere in atto per migliorarne l'impatto ambientale.
All'inizio il progetto vedeva il tracciato partire da Vicenza e, attraversando il comune di Costabissara, arrivare in località Castelnuovo di Isola Vicentina.
Su tale percorso, l'ufficio allora retto dall'Architetto Roberto Josè Bavaresco, espresse parere favorevole, a fronte dell'analisi della documentazione presentata e della presa visione del tragitto. Successivamente, per diverse e, a mio parere, non sempre condivisibili motivazioni, si è progettata una modifica al percorso il quale, girando attorno al borgo storico di Maddalene Vecchie, dovrebbe ora snodarsi fra gli abitati di Zona San Giovanni e di via Fornaci, sino a raggiungere la SP 46, dove avrebbe dovuto trovare confluenza con una progettata rotatoria a raso.
A questo punto il parere VIA veniva rilasciato tramite procedura d'ufficio ed escluso dalla procedura VIA di cui al capo III della L.R. 10/99, con inserite le indicazioni per la mitigazione degli impatti.
Ora tale struttura ha cambiato nome ed è divenuta "Completamento della Tangenziale di Vicenza, 1°Stralcio, 1° lotto", ma le modifiche non sono certamente solo nel nome: il tragitto prevede, infatti, oltre all'innesto sulla SP 46 - non più a raso ma con un maxi viadotto di circa 500 metri, svincolato in quota da delle rampe a salire e scendere che vanificano gli sforzi sino ad oggi sostenuti per mitigare l'impatto ambientale - un secondo lotto, sino al raggiungimento della Base Militare Statunitense.
Di tale seconda realizzazione si sa ben poco e quel poco è vago e mai stato affrontato; peraltro, ciò che si sta prospettando è una ulteriore espansione del viadotto sino al raggiungimento del Dal Din.
Tornando sulla progettata nuova intersezione con la SP 46, il viadotto dovrebbe partire, stando agli ultimi progetti che ci è dato di conoscere, all' uscita della parte in semi trincea, per trovare il suo punto di maggior quota sopra la SP46 e sopra gli svincoli di accesso, creando, in questo modo, un impatto visivo e di devastazione ambientale che ritengo allarmanti, in una zona caratterizzata ora da coltivazioni agricole e da un paesaggio ambientale unico.
Tra gli interventi più significativi della recentissima Direttiva UE 2014/52, che modifica la precedente 2011/92 UE, sono stati ampliati gli oneri posti a carico dei competenti uffici nell'ambito del procedimento di valutazione ambientale attraverso molti obblighi che comprendono, in particolar modo, l'idonea informazione del pubblico interessato onde consentirne "l'efficace partecipazione al processo decisionale".
Ed è proprio in forza di tale ultima prerogativa che pongo all'attenzione la mia preoccupazione relativa ad un'opera che inevitabilmente lascerà un segno indelebile sul territorio vicentino.
Ciò che mi preme rilevare è che la salvaguardia del Bene Comune è affidata a tutti, è responsabilità , individuale e collettiva, nei rispettivi ruoli ove siamo chiamati ad esprimerci, a preservarlo e a migliorarlo ed in questo la normativa europea è estremamente chiara, illuminante e confacente allo scopo.
Nell'assoluta certezza che i menzionati principi verranno osservati nella procedura di valutazione di tale opera così importante, con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati che consenta loro di partecipare in maniera efficace alle procedure decisionali nella delicata materia ambientale nonchè la massima considerazione della tutela del paesaggio e dei cittadini coinvolti, Le auguro buon lavoro.
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