Le neoplasie alla Tricom-Galvanica PM di Tezze sul Brenta. Il bel Paese? Langella 4
Domenica 27 Febbraio 2011 alle 20:02 | 0 commenti
Giorgio Langella, FdS - Le prime anticipazioni sui risultati delle perizie confermerebbero che i decessi di lavoratori della Tricom-Galvanica PM di Tezze sul Brenta furono causati dalle condizioni di lavoro presenti. Le neoplasie che colpirono numerosi lavoratori, con ogni probabilità , furono dovute all'esposizione al cromo esavalente e al nichel. Martedì prossimo, con la ripresa del processo, si saprà se la situazione di Paolo Zampierin, Adriano Sgarbossa e Rocco Battistella (i tre indagati) sarà ulteriormente aggravata da tali perizie.
A Tezze è successo quello che accade in tantissime fabbriche. Nulla di più e nulla di meno di quanto è avvenuto alla Marlane-Marzotto di Praia a Mare. E il fatto che casi come questi si susseguano, in Italia, con troppa frequenza è un'aggravante. Le malattie professionali e i decessi conseguenti colpiscono centinaia di lavoratori ogni anno. Una tragedia che si somma a quella dei morti per incidenti sul lavoro (dall'inizio del 2011 sono 165, nel 2010 oltre 1.000). Numeri impressionanti che vengono spesso taciuti, nascosti, volutamente dimenticati. E dietro questi numeri ci sono persone, intelligenze, affetti, vite recise con violenza.
I processi ci diranno se potrà essere fatta giustizia. Forse si valuteranno le attenuanti, forse ci sarà comprensione per chi doveva controllare e non l'ha fatto e, forse, le condanne (se ci saranno) saranno miti. Ma restano i morti sul lavoro e per lavoro. Vittime dell'incuria e dell'avidità di chi guadagna da condizioni di lavoro sempre "al limite". Morti dovute al fatto che le persone, i lavoratori vengono considerati meno, molto meno, del guadagno. Morti in nome e per conto del profitto di qualche padrone.
Ma è giusto che la competitività , il mercato, il denaro siano prioritarie rispetto alla sicurezza e alla vita di chi lavora? Non è forse questo un tragico "errore di valutazione", una "convinzione" che ci ruba umanità e speranza ogni giorno? E un modello di sviluppo così poco umano da "imporre" scelte che mettono in pericolo la vita di chi lavora non sarebbe forse da cambiare dalle radici? Da abbattere senza rimpianti? Dobbiamo pretendere che la salute e la vita siano più importanti del profitto e del mercato. Altrimenti non avremo futuro.
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