Langella, PdCI FdS: soddisfatti per la caduta di Berlusconi, ma attenti a quello che succede
Domenica 13 Novembre 2011 alle 18:17 | 0 commenti
Giorgio Langella, PdCI, FdS - Silvio Berlusconi non è più presidente del consiglio. Non si può che gioire, esprimere soddisfazione per la fine di un governo che ha prodotto disastri. Un governo PdL-Lega (ricordiamolo) che ha sempre eseguito gli ordini di "padron Berlusconi". Un governo che ha scientificamente penalizzato i lavoratori, cancellato i loro diritti e colpito le pensioni.
Il governo che è appena crollato ha sempre negato la crisi, ha umiliato il nostro paese di fronte a qualsiasi contesto internazionale, ha attaccato i giudici per salvare il "capo", ha cancellato il falso in bilancio e favorito l'evasione, ha approvato lo scudo fiscale "graziando" chi aveva esportato illegalmente denaro all'estero. Ricordiamoci che durante il governo Berlusconi-Bossi la corruzione ha raggiunto livelli insopportabili (viene stimata in oltre 60 miliardi di euro ogni anno) e che il debito pubblico è aumentato di circa 300 miliardi di euro.
Ieri è finalmente finito, quindi, un governo indecente perché arrogante e inadeguato. Non si può che essere soddisfatti. L'uscita di scena di Berlusconi era (ed è) una condizione necessaria per sperare di avere la possibilità di uscire dalla crisi.
Adesso arriverà un "governo tecnico". L'ennesimo "uomo della provvidenza", Mario Monti diventato improvvisamente senatore a vita e fortemente legato al sistema finanziario e bancario internazionale, verrà nominato presidente del consiglio. Mario Monti è un "tecnico", uno "stimato professore" che viene indicato da più parti come l'unica personalità in grado di aiutare il paese ad uscire dalla crisi. Tra i tantissimi estimatori di Monti c'è una notevole parte dell'attuale (ex) maggioranza, una parte molto consistente dell'attuale (ex) opposizione parlamentare, la confindustria, i sindacati più "responsabili" (cisl, uil, ugl ... quelli da tempo allineati con le scelte governative), altre forze politiche (di vario orientamento), i giornali, le televisioni, varie associazioni di categoria, banche ... È una scelta obbligata, ci dicono in tantissimi.
Noi comunisti crediamo che la scelta di un sedicente governo tecnico sia sbagliata. Tanto più se non si chiarisce cosa si vuole fare e quando si potrà andare alle urne. Le informazioni che trapelano dall'incontro che Monti ha avuto oggi con il presidente di BCE Draghi, ci dicono che gli intervento previsti sono sulle pensioni di anzianità , liberalizzazioni, privatizzazioni, dismissioni (cioè vendita del patrimonio pubblico ai privati), nuovi interventi sul mercato del lavoro e sui licenziamenti penalizzanti per i lavoratori. Sulla patrimoniale si usa l'aggettivo "straordinaria" e c'è un "forse" che la dice lunga sulla "prudenza" che esiste su quella che sarebbe una vera manovra di equità sociale. Da queste notizie si intravede il pericolo che passato Berlusconi restino interessi che sono contrari a quelli dei cittadini comuni e che si tenda a confondere i diritti (pensioni, lavoro, progressività dell'imposizione fiscale) con privilegi da cancellare.
Noi comunisti vigileremo con tutta la nostra capacità perché la caduta di Berlusconi (così tanto desiderata) non si trasformi in una sorta di continuità (stessa politica senza gli scandali penosi dell'ormai ex presidente del consiglio) che penalizza i lavoratori, i pensionati, i giovani, le donne.
I soldi per uscire dalla crisi e rilanciare l'economia vanno trovati e presi là dove sono. In quelle ricchezze più o meno legali detenute da una minima parte della popolazione italiana. La patrimoniale deve essere questo. Non un "prelievo straordinario" sul reddito oltre una certa cifra, ma un'imposta strutturale sulle grandi ricchezze (immobiliari e no). Si devono trovare risorse dai grandi capitali e non ancora una volta dal lavoro o dalla previdenza. I tagli vanno fatti prioritariamente sulle spese inique, sulle opere faraoniche che non servono, sulle spese militari. È indecente che si spendano decine di miliardi di euro per l'acquisto di caccia-bombardieri e che si chieda ai lavoratori di andare in pensione più tardi perché così si risparmierà poco più di un miliardo di euro.
Ogni democratico che ha a cuore la Costituzione deve vigilare su quello che sta succedendo. Si fissi subito una data certa per le elezioni anticipate. Si operi, nel frattempo, per far pagare la crisi a chi l'ha provocata. Ne va del futuro di ognuno di noi.
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