Langella: Non se ne parla più ma la strage continua
Giovedi 24 Giugno 2010 alle 16:57 | non commentabile
Giorgio Langella - Dall'inizio dell'anno a oggi, sono morte sul lavoro 502 persone.
Per qualcuno sono solo numeri di una statistica. Invece sono vite spezzate, famiglie distrutte, donne e uomini che non possono più sorridere, commuoversi, pensare. Sono intelligenze che non ci sono più. La "casta dirigente" che pensa solo a se stessa, ai propri profitti, al proprio tornaconto personale ha fatto di tutto per far diminuire la sicurezza nei luoghi di lavoro sospendendo l'attuazione della legge approvata dal governo Prodi.
Mi riferisco a quelli che "governano" il paese, a quelli che pontificano dagli scranni di Confindustria, a chi, pur sedendo in parlamento all'opposizione, è servile nei confronti di "lorsignori". Tutti questi si batteranno il petto, faranno finta di essere dispiaciuti. E parleranno di destino, di fatalità , di "incidenti". Diranno che i colpevoli sono i lavoratori perché prestano poca attenzione. Ma i colpevoli sono loro. I colpevoli sono quelli che a Pomigliano vogliono far passare un accordo che cancellerà gran parte dei diritti inalienabili del lavoro. Sono loro che, con la scusa della produttività , vogliono rendere i ritmi di lavoro sempre più massacranti, che vogliono diminuire le pause in catena di montaggio, che impongono gli straordinari durante la pausa mensa, che impediscono di scioperare e, persino, di ammalarsi. Sono loro che, con la scusa del costo del lavoro, delocalizzano, chiudono le fabbriche e creano disoccupazione.
Quella che ci vogliono imporre è una società ingiusta, profondamente ingiusta. Una società dove i poveri continueranno a pagare, anche con la vita, i privilegi dei ricchi. E vorrebbero anche che li ringraziassimo perché ci elemosinano un lavoro sempre più massacrante e mal pagato.
È l'ora di fare un appello alla mobilitazione a tutti, anche a quanti, per debolezza o rassegnazione, non hanno più la forza di tenere alta la testa. I lavoratori di Pomigliano che non hanno accettato il ricatto di Marchionne e hanno votato NO (nonostante le pressioni e le minacce) ci dicono che è ancora possibile ribellarsi.
Giorgio Langella
Federazione della sicistra, PdCI, Prc
PS: Intanto il neo-ministro Brancher chiede il "leggittimo impedimento" per non essere processato. La disoccupazione arriva al 9,1% (senza contare quelli che non cercano neanche più il lavoro) ma confindustria dice che siamo usciti dalla recessione. Alla dirigenza della Fiat non è piaciuto il risultato di Pomigliano. Emma Marcegaglia non capisce ... perché non siamo tutti servi plaudenti. Uniamoci e tentiamo di deluderli.