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L'ambasciatore Usa John Philips e Fitch per il "sì" al referendum: sollevata una questione di dignità e sovranità nazionale

Di Giorgio Langella Martedi 13 Settembre 2016 alle 21:35 | 0 commenti

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Una questione di dignità e sovranità nazionale (che "lorsignori" vogliono ridurre a lontani ricordi). Oggi si possono leggere due notizie estremamente gravi. La prima è la presa di posizione netta e chiara dell'ambasciatore statunitense in Italia John Philips (nella foto di archivio col nostro presidente del consiglio, ndr) che riguardo al referendum costituzionale. Ebbene il rappresentante del paese che si è autoproclamato "padrone del mondo", afferma senza mezzi termini che al referendum deve vincere il Sì. Come riporta l'ANSA Philips dichiara la vittoria del NO "sarebbe un passo indietro per gli investimenti stranieri in Italia" e che il Sì alla riforma costituzionale "offre una speranza sulla stabilità di governo per attrarre gli investitori".

La seconda è che Fitch (agenzia internazionale di valutazione del rating con sede in USA) ha lanciato l'allarme, con relativa promessa minacciosa, che se dovesse verificarsi la vittoria del NO, questa "potrebbe portare a un intervento negativo sul rating dell'Italia".

Già J.P. Morgan aveva chiesto con veemenza di cancellare le costituzioni dei paesi dell'Europa meridionale, scritte dopo la vittoria sui regimi fascisti perché, tra l'altro, garantiscono "protezione costituzionale dei diritti dei lavoratori" e "contemplano il diritto alla protesta".

Benevoli consigli? Ingerenze solo inopportune? Errori di stile? No. È il solito vecchio "vizio" dell'impero di considerare paesi come il nostro alla stregua di miserabili (ma utili) vassalli. Il problema è che i governi italiani, specialmente quelli più recenti da Silvio Berlusconi a Matteo Renzi, hanno progressivamente e definitivamente cancellato la dignità e la sovranità nazionale e si sono perfettamente adeguati alla volontà delle multinazionali, delle banche d'affari, dello strapotere statunitense, della Nato.

Oggi veniamo minacciati da chi ci considera un popolo senza dignità. Servi capaci solo di obbedire al padrone.

Ci dica, l'ambasciatore Philips, cosa intendono fare gli Stati Uniti (e la Nato che controllano) qualora vincesse il NO, qualora il voto del popolo (che, è bene ricordare, è sovrano per la nostra Costituzione nata dalla Resistenza) rifiutasse la riforma costituzionale targata "Boschi-Verdini-Napolitano". Una riforma, questa, orrenda nella forma e nel contenuto, così simile al "piano di rinascita" della P2 da essere una sua vera e propria evoluzione, una copia aggiornata.

Ce lo dica con sincerità, chiaramente. Promuoverebbero, forse, sommosse? Qualche attentato? Massacri come quello di Portella della Ginestra avvenuto il 1° maggio del 1947 per bloccare il comunismo? Un assassinio di personaggi scomodi come quello di Aldo Moro e della sua scorta?

Finanzierebbero, forse, un colpo di stato tipo quello avvenuto in Ucraina e partito dalle violenze provocate a Kiev in piazza Majdan? Un golpe più cruento come quello cileno del settembre del 1973? Forse un'azione più "morbida" come un rafforzamento parlamentare e autoritario dell'esecutivo, simile (ma di segno opposto) a quello che hanno fatto in Brasile contro Dilma Rousseff? O solamente cercherebbero di ignorare la volontà popolare e andrebbero avanti per la loro strada soffocando la democrazia con mezzi finanziari e una strategia come quella che hanno usato in Grecia?

Ci dicano, queste minacciose entità straniere, le loro intenzioni qualora il popolo italiano si dichiari indipendente dalle loro imposizioni e rifiuti il tentativo del governo Renzi di affossare definitivamente la Costituzione antifascista del '48.

Così li potremo sfidare conoscendo la loro vera natura autoritaria e antidemocratica. Così saremo coscienti che, votando NO a occhi aperti e con la schiena diritta, non solo difenderemo la nostra bellissima Costituzione, ma potremo riconquistare la nostra dignità, la nostra sovranità, il nostro futuro.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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