La soluzione per la Vicenza 2018 - 2023... sono due troike. I timori sono i "consigli" di Variati e Sartori mai sgraditi alla vecchia troika di sistema: BPVi, Confindustria e IGM
Domenica 29 Ottobre 2017 alle 22:55 | 1 commenti
Pubblicato il 29 alle 18.18, aggiornato alle 22.55. Si è chiusa ieri, sabato 28, la mini stagione delle presentazioni ufficiali dei tre candidati alle primarie del centrosinistra. Le abbiamo raccontate tutte (e siamo stati gli unici a farlo anche e integralmente in video) e abbiamo presentato ai nostri lettori il confronto per VicenzaPiu.tv tra, in rigoroso ordine alfabetico, Jacopo Bulgrini d'Elci, Otello Dalla Rosa e Giacomo Possamai. Ancora non abbiamo potuto fare altrettanto né per il M5S, di cui ad oggi nulla si sa ma che potrebbe sempre riservare una sorpresa per radunare sotto le sue stelle gli incazzati, sia pure soft alla vicentina, e non molto abbiamo potuto riferire del centrodestra ufficiale di partiti ancora in pirandelliana ricerca di un candidato.
Quello ipotizzato da Forza Italia, che però ancora non ne fa il nome a meno che non sia quello della rediviva Lia Sartori, che dopo quella giudiziaria potrebbe volersi prendere una rivincita politica su quella parte della allora Lega Nord locale che nel 2008 l'aveva abbandonata dopo la sua sonante vittoria al primo turno, dovrebbe, oltre che trovare il consenso della nuova Lega (non più) Nord, imporsi, prima delle candidature del 2018 e salvo aprire fratture dirompenti, sui nomi emergenti in quell'area.
All'autocandidato Giorgio Conte, esperto politico con i nuovi panni di civico ma troppo vicino a Elena Donazzan per chi ama il "gusto" della trasparenza non abituale nei frequentatori dei Galan e delle stesse Sartori di turno, si contrapporrebbe ora una cordata di tre possibili alleati di lunga esprienza consiliare come Lucio Zoppello, Claudio Cicero e Francesco Rucco che, però, secondo la collega Roberta Labruna sul GdV, si accontenterebbero, improbabile, di scegliere fra di loro solo il vice di Valter Casarotto di UniAmo aspirante sindaco.
Dopo il diffuso, datato e ormai uggioso parlottio nelle segrete stanze di... nefrologia, col possibile candidato "unitario" Claudio Ronco a propendere per la direzione della possibile clinica uversitaria piuttosto che di quella, più nevrotica che nefrologica, della città , e noi lo appoggiamo in questa propensione vista la sua recente e improvvida uscita sulla Fondazione Roi di Gianni Zonin, la possibile troika dei tre consiglieri, con, improbabile, o senza, più credibile, un "debuttante" come l'artigiano Casarotto, potrebbe essere una proposta efficace tanto più che di leader singoli e trascinanti non se ne vedono in un orizzonte che è sempre più vicino come data di votazione.
Lo si sente dire da quella parte della città che non ama certa destra (quella dell'aennista Conte e della patriota Donazzan anche se ultimamente appiattita sul referendum del suo attuale datore di lavoro Zaia) ma che vuole uno strappo con i dieci anni di Achille Variati .
Ma se la troika Zoppello, Cicero e Rucco, forte di non pochi sostenitori di esperienza come Valerio Sorrentino e Patrizia Barbieri, che secondo noi escludono un ruolo guida del sia pur mediatico Casarotto che è difficile immaginare come sindaco della città quando potrebbe essere, invece, un buon portatore di consensi, potrebbe essere la soluzione per portare il centro destra al ballottaggio (oggi una vittoria secca al primo turno appare improbabile per tutti) un'altra troika potrebbe piacere alla città del centrosinistra: quella del creativamente "innovativo" Bulgarini, del giovane ma politicamente "istruito" Possamai e del maturo e tranquillizzante "manager" Dalla Rosa.
Ognuno dei tre candidati alle primarie ha punti a proprio favore, che abbiamo provato a sintetizzare nei virgolettati precedenti ma anche qualche debolezza.
Per Bulgarini la vicinanza al sistema, per la verità ora da lui denunciato, ma di cui non poteva non far parte, lo ha detto sempre lui stesso, il mondo che lo esprime; per Possamai la giuventù amministrativa (intendiamo quella che darebbe la gestione di un assessorato o di un'azienda, ad esempio), sia pure bilanciata da esperienze relazionali di peso e non solo locali; per Dalla Rosa la scarsa notorietà pubblica delle sue qualità , sia pure attenuata ogni giorno di più dalla sempre più pressante attività di presenza nei quartieri che sta attuando.
Tutti e tre insieme, potrebbero fare una bella squadra, da contrapporre nelle elezioni vere, quelle del 2018, alla troika di centro destra, se si concretizzerà , o a chi sarà il vero avversario M5S incluso, sempre che la volontà di collaborare dopo le primarie a cui oggi sempre fanno riferimento i tre candidati di centrosinistra non lasci il posto a sempre possibili strappi dopo una competizione vera come si sta dimostrando quella delle primarie indette per il 3 dicembre. Ma...
C'è un ma se fosse vero quanto insinuano alcune voci provenienti dai "centrodestri" che, ricordando la riunione indetta e tenuta del garante del regolamento Tommaso Ruggeri per "sculacciare" due dei tre candidati e richiamare tutti e tre a toni più contenuti, sussurrano che anche Achille Variati si sarebbe incontrato con Bulgarini, Dalla Rosa e Possamai. Il sindaco uscente, uomo di potere navigato, lo avrebbe fatto non solo per ribadire la necessità di privilegiare la strada della polemica contenuta come strategia comune per non rischiare fratture insanabili poi per le elezioni vere, ma anche per ipotizzare per ogni vincitore della corsa combinazioni di ruoli per ognuno degli altri due per una amministrazione allargata della città .
Tutto lecito, ma è un'ipotesi su cui riflettere come su quella di una Lia Sartori impegnata direttamente o indirettamente nella competizione.
Perchè oggi e per il futuro Vicenza di tutto ha bisogno alle elezioni del 2018 fuorchè di una replica, per giunta camuffata, della competizione del 2008 tra Lia e Achille in cui chiunque avesse vinto avrebbe trovato il consenso di quelle forze economiche e finanziarie che poi hanno portato la città al tracollo attuale: economico, finanziario ed etico.
Insomma vinca pure una troika o l'altra o chi sarà ma, per non morire definitivamente, evitiamo, il nostro appello è a tutti i candidati, la troika del passato: Banca Popolare di Vicenza, ora defunta, Confindustria Vicenza, ora ridimensionata così come il suo organo di trasmissione, Il Giornale di Vicenza, e il Gruppo Maltauro, costretto addirittura a cambiare denominazione con l'anonima IGM per attenuare i ricordi di tangenti a go go e appalti discutibili del suo recente passato.
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