La luce fuori dal tunnel? Langella commenta amaramente i dati del lavoro di agosto
Domenica 7 Ottobre 2012 alle 01:04 | 0 commenti
Giorgio Langella, Segretario regionale PdCI FdS - Basterebbe leggere i dati sulla cassa integrazione e sulla mobilità in deroga per rendersi conto di cosa sta succedendo nel paese, nel Veneto e nella nostra provincia. I numeri, infatti, descrivono una situazione veramente drammatica. A fine agosto le domande di mobilità in deroga sono, in Veneto, 7.068 (furono 3.891 nello stesso periodo del 2011). La cassa integrazione in deroga coinvolge 41.593 lavoratori veneti. Tra questi, i vicentini sono 7.668.
E poi, solo nei primi otto mesi di quest'anno sono 871 le aziende venete che hanno formalizzato una "crisi aziendale". I lavoratori interessati sono 20.811. In provincia di Vicenza le "aperture di crisi" sono 126 con 2.525 lavoratori coinvolti. Le ore di cassa integrazione richieste sono, in Veneto, 60.392.541 (che corrispondono a circa 55.000 lavoratori) e 10.692.006 (quasi 10.000 lavoratori) in provincia di Vicenza. In tutta la regione 24.028 lavoratori sono inseriti nelle liste di mobilità . A Vicenza sono 3.814.
Se da soli questi numeri possono impressionare, sommati danno la misura di una crisi che sembra essere senza fine. Una crisi che colpisce il mondo del lavoro e i lavoratori in maniera drammatica.
Che sia questa la luce che Monti e ministri vari vedono comparire in fondo al tunnel? Sorgono legittimi dubbi sulle dichiarazioni dei "tecnici" che governano ... e anche sulla loro capacità . Sono affermazioni, le loro, di falso ottimismo assolutamente fuori luogo ed estremamente irritante che fa il pari (e supera) quello del precedente governo.
La realtà è che il lavoro manca e che non si investe niente per la ricerca e lo sviluppo. La realtà è che non esiste un piano industriale e che la crisi viene fatta pagare dalla crescente povertà di lavoratori e pensionati.
E, intanto? Le elezioni si avvicinano. Quelle nazionali e quelle amministrative anche del comune di Vicenza. Ci sono grandi "battaglie", analisi, interpretazioni, ma su cosa? Sui contenuti? Sui programmi? Su qualche progetto da condividere e sul quale discutere? Ci sono proposte reali da approfondire? No. Su questo si dice e, soprattutto si fa poco, troppo poco. In pratica niente. Si parla di come risolvere il problema del lavoro? No. Al massimo si sussurra e si fa la cronaca di qualche sciopero. Si tenta di risolvere con fatti concreti la questione morale che sta affossando tragicamente e malinconicamente la nostra democrazia? No. Al massimo si fanno pettegolezzi. Si dice, si dichiara, si afferma spesso in maniera categorica per poi smentire e ... fare poco o niente. Eppure basterebbe un piccolo sforzo. Si potrebbe , ad esempio, affrontare il problema della disoccupazione e del precariato tentando di elaborare un piano per il lavoro che preveda l'intervento dello Stato là dove il privato dimostra la sua totale inadeguatezza (e spesso la propria malafede, Fiat docet) ad affrontare e risolvere la crisi. Certo, ci vorrebbe uno Stato retto da persone integerrime esenti da interessi di qualsiasi tipo. Persone oneste che non debbano rispondere né a potentati economici né a chi detiene il potere finanziario. In una parola statisti. E veri politici che lo fanno per passione e non per arricchirsi. Utopia? Forse. Ma si potrebbe iniziare, per esempio, escludendo i condannati dalle liste elettorali. Si potrebbe colpire chi delinque senza fare sconti e impedire che forze politiche inquinate dal malaffare possano governare il paese. Poche regole, semplici. Basterebbe applicare i principi costituzionali. Si potrebbe almeno tentare. Invece ci sono sempre distinguo, timori reverenziali, modifiche ed emendamenti che cambiano aggettivi e salvano gli inquisiti eccellenti. Uno sfascio completo che sembra senza ritorno.
E, allora? Si tenta di trovare qualche soluzione? No! Si cercano i "leader", i capi più o meno carismatici. Gli individui che, mandati dalla "provvidenza", ci possano "salvare dal disastro". In pratica si tenta di cambiare quello che "appare" e non quello che "è". Succede anche a Vicenza dove inizia il grande fermento pre-elettorale. Riunioni più o meno alla luce del sole, esclusioni preventive, dichiarazioni di pace (o di guerra). Molto (quasi tutto) è trattato in maniera "superficiale". Raramente si approfondiscono i problemi che siamo costretti a vivere ogni giorno.
Facciamo qualcosa della quale abbiamo perso memoria. Proviamo ad analizzare qualche problema vero. Studiamo e interpretiamo la realtà per costruire un progetto di profondo cambiamento. E' un appello che ci sentiamo in dovere di lanciare a tutte le forze politiche democratiche vicentine. Lasciamo da parte i distinguo basati sulle sigle e sui nomi dei candidati e parliamo di cose più serie. Affrontiamo il problema del lavoro che manca anche a Vicenza. Cerchiamo di dare risposte ai problemi dell'inquinamento e della sicurezza nei luoghi di lavoro; degli sfratti; del recupero degli alloggi sfitti; della messa in sicurezza del territorio; della salute e dei servizi sociali. Lottiamo perché il sapere e la cultura siano realmente accessibili a tutti e non solo a qualche privilegiato. E opponiamoci alla cementificazione selvaggia ...
... e ragioniamo di quale può e deve essere il ruolo del pubblico e delle istituzioni (anche dell'amministrazione comunale) in tutte queste (e altre) materie. Proviamo a farlo senza preconcetti e senza vicoli o pigrizie dettate dall'abitudine a non cambiare nulla. Tentiamo di costruire un progetto che non si limiti a scegliere il nome del capo o a fare le "primarie" ma che tenti di trasformare un sistema che ormai si sta corrompendo sempre di più. E che sempre di più dimostra la propria iniquità e propensione all'ingiustizia.
Uniamo le debolezze di chi vuole ancora lottare e crede ancora nei principi e nei valori della nostra Costituzione. Cerchiamo di essere un po' più forti. Può essere l'inizio di qualcosa di realmente nuovo.
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