La lega dei furbi
Martedi 2 Novembre 2010 alle 19:44 | 0 commenti
Riceviamo da Giorgio Langella (FdS, PdCI, Prc) e pubblichiamo
Una breve nota su dichiarazioni di Bossi ... Durante il disastro del nostro territorio allagato tra crolli e distruzioni che avvengono in assenza di controlli o prevenzione, ho provato a indignarmi anche per certe dichiarazioni leghiste. Un governo che sta franando tra scandaletti e situazioni da basso impero, incapace di fare qualcosa ... un disastro pari a quello che succede ogni volta che piove. E non è una fatalità .
Giorgio Langella
In relazione alla telefonata di Berlusconi alla questura di Milano (per far rilasciare una ragazza minorenne e affidarla alla sua igienista dentale, oggi consigliere regionale lombardo, tale Nicole Minetti), il grande capo della lega Umberto Bossi ha dichiarato: "Mi pare che non ci sia niente di penale, però è chiaro che la telefonata Berlusconi poteva farla fare a un altro. Chiamava me, chiamava Maroni. È meglio non farla quella scelta lì. Berlusconi forse poteva essere un po' più furbo".
Pochi mesi fa, riferendosi a Bracher (che era stato nominato ministro di "non si sa che cosa" per poter evitare, grazie al legittimo impedimento, il processo che lo interessava), Bossi affermò: "Mi sembra poco furbo chiedere il legittimo impedimento subito".
In febbraio, il ministro Bossi ha affermato, riferendosi allo scandalo tangenti che ha coinvolto Milko Pennisi (che era stato colto in flagrante), consigliere comunale di Milano (PDL): "Farsi portare i soldi davanti al comune mi sembra una cosa esagerata. E' stata una pirlaggine".
Sembrano battute e invece sono dichiarazioni di un ministro della Repubblica che, evidentemente, ha una concezione bizzarra (e bassa) della giustizia e dell'etica politica. Importante per il Bossi (e per i leghisti) non è che si compiano dei reati o azioni discutibili e, spesso, di dubbia moralità . No, il problema è non farsi scoprire, nascondere le cose, mentire, cambiare discorso, "essere furbi". Questa non è null'altro che la vecchia e logora mentalità dei "politicanti vassalli" italiani. Di quelli, cioè, che usufruiscono solo di una piccola parte del potere che il padrone concede loro e che fanno del sotterfugio, del privilegio e dello scambio di favori una vera e propria ragione di vita.
Giorgio Langella
Partito dei Comunisti Italiani - Federazione della sinistra di Vicenza
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