Kpmg e PwC chiamate a rispondere dei flop della BPVi e di Veneto Banca non solo dai soci azzerati ma anche dai commissari liquidatori: una strada per i truffati che si aggiunge alle altre
Giovedi 5 Aprile 2018 alle 08:13 | 0 commenti
Per la Banca Popolare di Vicenza la società di revisione Kpmg (per Veneto Banca la PwC) sarebbe corresponsabile del suo tracollo e dei suoi effetti negativi sugli azionisti per aver certificato bilanci risultati alla verifica dei fatti non veritieri. Ad alcuni gruppi di risparmiatori, pronti ad una class action sostenendo questa linea, si sono ora affiancati - soprattutto - i commissari liquidatori delle due banche in Lca, che hanno informato le relative procure di competenza e hanno incaricato i rispettivi legali di predisporre un'azione di responsabilità contro KPMG e PwC da presentare, però, solo dopo aver ottenuto il necessario via libera da parte di Bankitalia.
L'assemblea della BPVi nel dicembre 2016 aveva deciso di avviare azioni civili anche contro la sua società di revisione relativamente ai bilanci 2012, 2013 e 2014 che, secondo la guardia di finanza e la procura "presenterebbero una serie di anomalie, a partire dalla non corretta indicazione degli investimenti nei fondi maltesi e lussemburghesi".
Sul fronte dei risparmiatori Adiconsum ha annunciato un'azione di responsabilità contro i revisori da chiamare per rispondere in solido dei danni arrecati ai soci poi azzerati e sta riunendo un centinaio di azionisti per un'azione collettiva. Per la relativa consulenza mirata è stata attivata l'avv. Maria Bruschi dello studio legale Galgano che, basandosi su relazioni di esperti in materia di diritto bancario, sta promuovendo una class action davanti al tribunale di Milano.
Per i risparmiatori, quindi, accanto alle speranze futuribili di attingere, una volta arrivate le condanne a livello penale con sentenze definitive, ai patrimoni degli amministratori sequestrati o in via di sequestro e oltre alla possibilità più concreta e tecnicamente più percorribile, una volta emanati i decreti attuativi (la dead line era il 30 marzo scorso), di ottenere rimborsi dal Fondo di ristoro per le vittime di reati finanziari di cui alla legge 205 del 27 dicembre 2017 (100 milioni di euro in 4 anni aumentabili, però, anche in maniera consistente attingendo ai cosiddetti conti dormienti), si rende percorribile, anche se con complicazioni e tempistiche non celeri, la via della chiamata in causa delle società di revisione.
Ricordiamo, però, quanto scrivemmo in passato, e cioè che in Italia KPMG e PwC sono sostanzialmente degli studi associati che utilizzano il brand delle case madri con patrimonio aggredibile relativamente scarso (dell'ordine delle decine di milioni di euro) a parte le coperture di rischio delle relative polizze assicurative. C'è, infine, da dire che sono sempre più numerosi i ricorsi presentati (e vinti) da singoli risparmiatori all'arbitro della Consob, che ha facoltà di decidere fino a un certo e limitato danno economico.
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