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Il Veneto tra grandi opere e pericoli occulti

Di Pietro Cotròn Sabato 10 Novembre 2012 alle 14:53 | 0 commenti

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Il pacchetto di infrastrutture che interessa il Nordest da anni è veramente la risposta ad esigenze sentite oppure non è altro che un sistema d'affari collaudato che va a beneficio di pochi? È tra questi due poli opposti che si è dipanato ieri il dibattito organizzato da Vicenza Più all'hotel Glamour di Cassola, animato da un vivace botta e risposta col pubblico.

Al confronto hanno partecipato Roberta Rosi, vicesindaco di Besenello; Cristian Comperini, sindaco di Besenello; Giovanni Coviello, direttore di VicenzaPiù (moderatore), Francesco Celotto del M5S di Bassano e Giampaolo Bergamin, ingegnere ed urbanista (i cinque nel riquadro da sinistra a destra; foto: Drosera). Nel dibattito è intervenuto anche Marco Milioni, firma fissa di VicenzaPiù, che ha illustrato alcune delle inchieste condotte dalla testata sul campo.

Gli assenti. In realtà all'evento, per offrire al pubblico un panorama a 360 gradi, erano stati invitati, con la possibilità di delegare altra persona, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia (Lega), l'assessore alla mobilità Renato Chisso (Pdl), il sindaco di Cassola Silvia Pasinato (Pdl), il sindaco di Romano Rossella Olivo (Pdl), il sindaco bassanese Stefano Cimatti (Udc) e il coordinatore regionale nonché assessore all'urbanistica della città del ponte Rosanna Filippin. E se i primi tre «non hanno nemmeno risposto all'invito» sottolinea Coviello, gli altri assenti in tempi diversi, hanno spiegato di essere già impegnati altrove. Discorso a parte per Olivo, la quale ha preferito non venire «per evitare polemiche strumentali con i suoi oppositori a Romano».

Valdastico Nord. Ad ogni modo ieri la serata è cominciata con una approfondita digressione di Rosi e Comperini, i quali hanno fornito alcuni dati sulla A31 Nord, l'autostrada che dovrebbe congiungere l'attuale tronco esistente che dal capoluogo berico arriva a Piovene, sempre nel Vicentino, per poi raggiungere il comune di Besenello nel Trentino, per raccordarsi in ultimo alla Autobrennero A22 tra Trento e Rovereto. «Abbiamo fatto un calcolo - sintetizza Comperini - per cui solo per scavare il traforo a doppia canna progettato tra Besenello e Pedemonte nel Vicentino stimiamo l'utilizzo di 200.000 camion di materiale ghiaioso o roccioso, metà del quale finirà nel Veneto secondo gli accordi attualmente in essere». Il sindaco poi cita gli studi idrogeologici che parlano di altissimi rischi sia per quanto concerne le frane si per la presenza di possibili colonne d'acqua attualmente conglobate nella roccia che «fuoriuscirebbero con una pressione preoccupante». Un problema che si somma «all'impoverimento della riserva idrica di montagna». Ma il primo cittadino va oltre. Attacca ad alzo zero sulla finanziabilà dell'opera. «Costerà quasi due miliardi di euro per soli 40 kilometri di lunghezza. Ovvero l'enormità di 40 milioni al kilometro». E ancora: «È lo stesso Attilio Schneck, presidente di Serenissima, a ribadire che l'opera non potrà avere un ritorno economico. Ne derivano due aspetti. Uno, l'infrastruttura risulta solo un escamotage per avere il rinnovo della concessione autostradale senza passare per la gara europea. Due, il costo della stessa A31 Nord sarà di conseguenza scaricato sui pedaggi, in primis della Brescia Padova». E appresso c'è un affondo nei confronti dei sindaci del versante berico della Pirubi Nord, a partire da Alberto Toldo, a capo di una coalizione di centrosinistra a Valdastico: «Sono gli stessi sindaci che parlano di progetto impattante. Poi però quando Schneck ha imposto il diktat pro autostrada, loro si sono messi in riga, buoni buoni, come pecoroni». Ma nemmeno Rosi le manda a dire: «Quando abbiamo appreso del progetto preliminare nel nostro comune che ha due funzionari applicati, uno a 18 ore ed uno a 36, abbiamo sudato freddo. Per redigere le osservazioni per giorni abbiamo fatto le ore piccole in municipio. Il lavoro poi si è concretizzato in una serie di corposi rilievi messi a disposizione di tutti sul sito dell'amministrazione di Besenello». La Rosi nella fattispecie se la prende quindi con la legge obiettivo e con le «sproporzioni amministrative» che si determinano tra enti locali, soprattutto piccoli, e organismi centrali. «Il tutto alla faccia della voglia di autonomia sbandierata dal Carroccio». D'altro canto «basti ricordare – sottolinea Comperini – che tra i consulenti del consorzio Raetia che progetta la A31 Nord c'è una impresa che fa riferimento alla famiglia di Pietro Lunardi, ex potentissimo ministro delle infrastrutture del Pdl e nume proprio della legge obiettivo, che oltre a limitare pesantemente una serie di filtri precedentemente dati per scontati, presenta grossi dubbi sul piano costituzionale».

Celotto. Francesco Celotto dal canto suo ha ricordato le incognite «e le nubi nere che si stanno addensando sul progetto della Pedemontana Veneta». Ha nuovamente attaccato regione e commissariato Spv sparando a zero sulla segretezza con cui sono avvolte le convenzioni economiche ed i piani finanziari che regolano i rapporti tra enti pubblici ed e soggetti privati incaricati di realizzare l'infrastruttura che collega Montecchio Maggiore nel Vicentino a Spresiano nella Marca. Poi però  ha puntato l'indice anche contro la magistratura: «In lombardia il sistema Formigoni sta cominciando a venire alla luce grazie all'azione delle procure. Qui nel Veneto invece, tranne qualche eccezione, tutto è avvolto da un silenzio assordante». Poi Celotto, che è anche uno dei portavoce del Covepa, il comitato che si batte contro l'attuale percorso della Spv, ha annunciato che a breve sarà reso pubblico uno studio dell'ingegner Giovanni Baccega, specialista nella progettazione  infrastrutturale, col quale verranno evidenziate ulteriori «abnormità relative alla presunta finanziabilità della Spv. Che si vuole far credere sarà pagata dai privati, ma che invece rischia di fare un buco mostruoso nelle casse regionali grazie al meccanismo perverso del project financing che in realtà è un sistema concepito per evitare ai privati il rischio d'impresa scaricandolo sulla collettività».      

Bergamin. E sullo stesso solco ieri si è inserito Giampaolo Bergamin, il quale ha parlato di «nuova barbarie» e di centralismo regionale da parte di palazzo Balbi e palazzo Ferro Fini. Ancora Bergamin ha detto fuoco e fiamme «dell'accordo parlamentare trasversale con cui tutte le forze politche, ad eccezione di Idv che non ha preso parte al voto» che ha permesso la sopravvivenza del commissariato per la Spv. Una decisione in cui «ha avuto un ruolo di primo piano» l'attuale viceministro ai trasporti Mario Ciaccia un uomo «che proviene dal ramo grandi opere della galassia Banca Intesa e sul quale pende un pesantissimo conflitto di interessi». L'ingegnere poi ha definito «aberrante», la proposta inserita nel nuovo articolo 38 del piano di coordinamento territoriale della regione Veneto (il Ptrc), il quale prevede che alla intersezione di ogni grande infrastruttura (in un raggio di due kilometri, pari a una superficie di circa 12 kilometri quadri) la potestà urbanistica sull'area passi alla regione. La riforma è stata bloccata per vero da migliaia e migliaia di osservazioni redatte dai cittadini. «Ma lo spirito è quello di una nuova colonizzazione in cui poche teste potranno decidere che a due metri da casa nostra si possono insediare centri commerciali, discariche, uffici, imprese insalubri, inceneritori senza il benché minimo coinvolgimento non solo degli enti locali, ma dei cittadini». In ultimo l'ingegnere ha parlato della politica veneta. Ha parlato del «sistema Galan» raccontato ne I padroni del Veneto di Pietro Mazzaro e ha sottolineato la necessità di fare rete tra quelle realtà che si oppongono «a questo andazzo che si è conservato nel tempo perché chi comanda ha perseverato nella logica del dividi et impera».   

Il pubblico. Non sono mancati gli interventi da parte del pubblico. Tra cui l'ex consigliere nonché ex sindaco di Rosà Lorenzo Signori il quale riabbracciando i timori espressi da Bergamin ha parlato della discarica Gie di Cassola che anni fa «è stata riempita di schifezze a noi sconosciute dalla 'ndrangheta». Uno scenario simile che si sarebbe ripetuto sempre nel comprensorio dell'est Bassanese «in scenari simili ha operato la camorra». La preoccupazione di Signori infatti è emersa quando Bergamin ha ricordato che l'attuale progetto della Spv fa finire la strada proprio nella discarica cassolese. Per questo motivo Signori ha esortato «le persone di buona volontà» ad un cambio di passo: «So che a qualcuno gli rode il fegato, ma basta con la leggenda dei duri e puri e dei serenissimi operosi. Qui da noi c'è la mafia». Un concetto ripreso da Giampaolo Lorenzato, consigliere a Romano: «Bisogna cominciare a parlare chiaro alla gente. Bisogna dire che queste opere ti fregano soldi perché fanno svalutare le case costruite lì vicino. Bisogna dire che queste opere ti rubano terra, qualità ambientale. E bisogna cominciare a dire che nel Veneto comanda la mafia. Bisogna, e di arrabbiati ce ne sono in giro, dire che prima o poi il bubbone scoppia anche da noi e che sarà ben peggio della Lombardia».


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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