Il timore del fallimento di BPVi e Veneto Banca è la bufala di chi spinge ad aderire alla transazione? Intanto chi ama il rischio investe in obbligazioni BPVi al 17%...
Martedi 14 Marzo 2017 alle 14:26 | 2 commenti
Ma le Banche venete possono davvero fallire? E' questa la domanda che si pongono ora gli azionisti di BPVi e Veneto Banca, ancora indecisi sulla posizione da prendere riguardo l'offerta transattiva fatta dai due Istituti veneti. Negli ultimi giorni, infatti, sono apparsi sui quotidiani nazionali articoli decisamente poco tranquillizzanti, questi alcuni titoli: Lo spettro del bail in spaventa i soci. Ex popolari, vertice azionisti azzerati (Corriere del Veneto); Banche, così Mps, Popolare di Vicenza e Veneto Banca rischiano di fallire (Libero Quotidiano); Bpvi/Veneto Banca a rischio bail in? (Investire Oggi). Diciamo subito che il termine "fallimento" è forse usato in maniera impropria, nella peggiore delle ipotesi si dovrebbe applicare la direttiva Brrd (Bank Recovery and Resolution Directive) ossia, tanto per capirci, il cosiddetto bail-in.
Comunque sarebbe un altro terremoto, il rischio di perdere totalmente o in parte il capitale investito, infatti, si estenderebbe anche agli obbligazionisti dei due Istituti e gli effetti sul mercato si sono già manifestati.
L'obbligazione senior della BPVi rendimento 5% che scade il 25 ottobre 2018, solo per fare un esempio, oggi si acquista a 82, quindi con un rendimento effettivo a scadenza netto del 17,11%.
Ed allora chiediamoci: il rischio bail-in è reale? Oppure sono solo voci fatte circolare ad arte per "convincere" gli azionisti ad aderire alla all'offerta transattiva e rinunciare così alle azioni legali nei confronti delle due Banche?
Ovviamente non ho una risposta alla domanda, ma qualche considerazione si può fare.
Fino a non molto tempo fa tendevo ad escludere la soluzione più "drastica" della crisi delle Banche venete, non tanto perché ritenevo la situazione economica meno grave di quanto sia realmente, ma perché Banca MPS, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, insieme, fanno il 10% del sistema bancario italiano e non solo l'Italia, ma l'Europa tutta non può permettersi un disastro di simili proporzioni.
Il mercato si porrebbe immediatamente la domanda: chi sarà la prossima?
Oggi, però, certezze non ce ne sono, l'Italia rischia una procedura d'infrazione per debito eccessivo ed in Europa, nei prossimi mesi, si terranno una serie di cruciali tornate elettorali.
Tuttavia, se voi siete convinti che alla fine una soluzione si troverà senza ricorrere al drammatico bail-in, non dovete far altro che comprare le Obbligazioni delle BPVi, come detto vi renderanno il 30% in poco meno di 20 mesi, quindi più del 17% annuo!
Sia ben chiaro che non consigliamo affatto l'acquisto (se non altro perché la sollecitazione del pubblico risparmio fuori dalle sedi legali è vietata dalla legge italiana), volevamo solo esplicitare in maniera chiara la "legge nr. 1" dei mercati finanziari:
Grandi guadagni = grandi rischi.
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Fossi un giudice mi chiederei come mai quando c'era il voto capitario questa enorme massa di "poveri danneggiati" (?!?) non hanno cambiato il CDA? Conveniva incassare il dividendo e stare zitti?
I tribunali nella finanza devono entrarci il meno possibile, nei soli casi limite di qualche povera nonnina realmente truffata.
Poi se l'ex CDA è responsabile di mala gestio risarcirà la banca, che è il soggetto danneggiato, non i soci che vogliono solo speculare.