Il processo Marlane Marzotto e la "censura"
Sabato 31 Dicembre 2011 alle 16:01 | 0 commenti
Riceviamo da Giorgio Langella, PdCI Fds, e pubblichiamo la sua lettera aperta a politici e media
Ieri, come avevo scritto, la prima udienza del processo Marlane è stata ancora rinviata. Questa volta al 24 febbraio 2012. Il rinvio è stato ottenuto grazie al consueto "vizio procedurale" tirato fuori dalla difesa di qualche imputato. Cavilli e impedimenti di vario genere che vengono puntualmente utilizzati per ostacolare il corso della Giustizia. Tra gli imputati, come dovrebbe essere noto, ci sono cognomi eccellenti dell'imprenditoria vicentina e della Marzotto in particolare.
L'indecenza della situazione dovrebbe muovere all'indignazione, ma così, evidentemente non è.
Il Giornale di Vicenza oggi non pubblica nulla. Questa omissione è da ritenersi, a mio avviso, una vera e propria censura di qualcosa che deve essere taciuto e nascosto.
Evidentemente il Giornale di Vicenza deve rispondere a qualcuno che non desidera si sappia realmente come vanno le cose in stabilimenti controllati da aziende vicentine (nel caso Marlane, Lanerossi prima e Marzotto poi). Ritengo che questa palese censura del maggiore quotidiano vicentino possa e debba essere condannata apertamente da tutti coloro che hanno a cuore una libera, onesta e completa informazione.
Anche le azioni della difesa e, quindi, degli imputati eccellenti in questo processo dovrebbe muovere a indignazione. E' indecente che si utilizzi qualsiasi scusa e ogni cavillo per impedire che il processo possa iniziare.
Una domanda dovrebbe sorgere spontanea. Perché i "signori" accusati di gravissimi reati, se si sentono veramente innocenti, non chiedono loro stessi di essere processati velocemente? Non lo fanno e, con l'arroganza e la protervia propria di chi è sicuro dell'impunità , tentano ogni carta per fuggire dal processo. Se avessero altri cognomi e fossero meno importanti e potenti di quello che sono, penso che tutti considererebbero il loro atteggiamento un chiaro indizio di colpevolezza.
Ma il silenzio regna sovrano e del processo Marlane-Marzotto si sa poco o nulla.
Mi appello a voi tutti. Fate sentire la vostra voce, non nascondetevi dietro a "garantismi" che, ormai, non sono più sostenibili. E, soprattutto, non fate gli indifferenti. I lavoratori e le famiglie che lottano a Praia a Mare non meritano il silenzio che avvolge questo processo.
Non vogliono vendetta, chiedono solo Giustizia. E' compito di ognuno di noi pretendere che la verità possa alfine emergere dalla nebbia che l'indifferenza ha provocato. E'
compito di ognuno di noi pretendere che vengano condannati i responsabili di quella che è una tragedia del lavoro immane.
Anche se si chiudono gli occhi per non vedere e le orecchie per non sentire, anche se si tace per convenienza o indifferenza, si è lo stesso e per sempre coinvolti.
Giorgio Langella
(segr. prov. PdCI-FdS Vicenza)
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