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Sabato scorso, sotto il titolo «È legittimo chiedere dimissioni di un sindaco e noi lo facciamo per Variati con fatti. GdV e giornali Athesis titolano il falso contro M5S: "In cella il vice della Raggi". Che non è Marra!», rivelavamo l'errore (bugia?) del locale quotidiano confindustriale, che in un eccesso di anti grillismo e sparando il titolo in prima pagina dava per arrestato il vice di Virginia Raggi, sindaco o sindaca di Roma, confondendolo (per caso?) col suo sia pur importante collaboratore, il dirigente Raffaele Marra, ma non di certo suo vice. E oggi, rimanendo in tema, il GdV prende un'altra cantonata, anche se più "umana" e molto meno grave perchè non è deontologicamente rilevante ma solo un'errata previsione, tipica in assenza delle veline che qui da noi l'entourage del sindaco Achille Variati e gli altri "potri", più o meno grandi e forti, recapitano diligentemente in Via Fermi.

In prima infatti i giornaloni di Athesis (la società dei confindustriali di Vicenza e Verona editrice de Il Giornale di Vicenza, L'Arena di Verona e Brescia Oggi) sparano «Un veneto per salvare la Raggi» per poi precisare che «Il veneto Massimo Colomban è il designato vicesindaco di Roma...».

Una palla non andata in buca che fa compagnia in prima pagina a una pallonata sparata sugli spalti contro il Milan, e il Napoli, quest'ultimo di certo non simpatico ai vicentini, anche se a questo club è legata la gioia dell'unico trionfo nazionale del Lane, ma non così tanto da giustificare un'altra "distorsione" della realtà.

In prima pagina, subito sotto il nerista promosso opinionista politico, il commentatore indigeno dei comportamenti vincenti nel calcio, tal Giancarlo Marinelli, sentenzia che «Se la Juve ha vinto lo scudetto, la Roma lo vincerà. Non il Napoli e il Milan, che resteranno eterne seconde», dimenticando gli scudetti vinti anche dalle eterne seconde e argomentando sugli attributi di Allegri e Spalletti che sanno perdere, il primo col Genoa, il secondo con la Juve, mentre Montella del Milan non saprebbe neanche "pareggiare" visto che si lamenta dei «troppi falli di interruzione» dell'Atalanta.

E qui arriva la super chicca del novello Brera, lui che, sotto il titolo «Bagno d'umiltà", definisce De Laurentiis un Cinepanettonaro (eppure i biancorossi si accontenerebbero di un semplice ma vero panettiere...) .

A Sarri, che lui Brerìn chiama Sassi («Visto che, nelle scarpe, pare averne una montagna: «La Roma ha avuto 8 rigori. Noi 0. Non è possibile»), il "competente" pallonaro del GdV, gli errori di punteggiature  li lasciamo per correttezza... di citazione, dice: «Francamente, Maurizio; 'sta litania della sudditanza degli arbitri, dei torti subiti dai poveri e dei privilegi riservati ai ricchi, è una colossale minchiata...».

Ora che Marinelli pensi che la litania dei torti subiti dai poveri e dei privilegi riservati ai ricchi sia una colossale minchiata, ci fa capire perchè lo facciano scrivere sul giornale che dei torti subiti dai poveri, risparmiatori soci della BPVi, e dei privilegi riservati ai ricchi, gli amici del cerchio stregato di Gianni Zonin & c..

Ma almeno il pallonaro Brerìn non scriva i pezzi con copia e incolla di vecchie dichiarazioni, magari interpretandole a modo suo, e la domenica pomeriggio, prima di scrivere il pezzo del lunedì, veda, non dico, le ultime partite sulla costosa Sky ma almeno i lanci gratuiti sul web del suo giornale, che pur tra le varie "deformazioni" quotidiane dei fatti e misfatti di cronaca, non ha potuto nascondere le tre ultime vittorie calcistiche dei terroni del Napoli col Benfica in Champions e col Cagliari e Torino in campionato con 12 gol complessivi e addirittura un rigore concesso ieri...

Se l'opinionista della domenica Giancarlo Marinelli dà un consiglio finale a «entrambi gli allenatori; controllate bene i vostri spartiti. Son lì le troppe note. Dolenti.», sia lui per primo a dare il buon esempio, ammesso che gente come Montella e Sarri degnino il nostro di uno sputo dell'attenzione che lui ora pensa che noi gli dedichiamo, ma che va invece, glielo spieghiamo da umili "giornalari", allo "stile" del suo giornale.

Dia il buon esempio e  «controlli bene» gli spartiti suoi e dei suoi colleghi perchè «son lì le troppe note. Dolenti.».

E, soprattutto, il "Bagno di umiltà" lo faccia lui e magari in buona compagnia di quelli che Stefano Righi ha definito, proprio riguardo alle menzogne e alle amnesie sulla Banca Popolare di Vicenza, come "cani da compagnia" del potere...(che giocano con gli sparapalle come in foto)