Il caso Milanese-Tremonti passa per il Veneto
Martedi 6 Settembre 2011 alle 21:35 | 0 commenti
Alessio Vaccariello, ex direttore dell'Agenzia delle Entrate del Veneto, sarebbe al centro di uno scandalo di vaste proporzioni a base di manovre di corridoio e massoneria. Lo ha rivelato il primo settembre il magazine campano La Voce delle Voci. Ma la notizia è di portata ancor maggiore perché Vaccariello, oltre ad avere ricoperto ruoli di grandissima importanza, è anche il cognato di Marco Milanese, il parlamentare del Pdl conosciuto come braccio destro del ministro dell'Economia Giulio Tremonti (Pdl).
Lo stesso Vaccariello sarebbe, sempre secondo La Voce delle Voci, una delle tessere del mosaico del caso nazionale che vede tra i suoi protagonisti proprio Tremonti e Milanese.
Il cognato di Milanese per di più non è nuovo alle cronache locali. «Oltre al compito di partecipare all'economia del Paese contrastando l'evasione, l'Agenzia delle Entrate ha come missione strategica l'assistenza ai cittadini, per certi versi prioritaria. Li aiutiamo nel pagamento delle tasse e negli adempimenti obbligatori, e garantiamo il controllo immediato dei conteggi. In tal modo diamo un servizio anche a noi stessi prevenendo eventuali errori ed evitando al contribuente le fatidiche cartelle pazze». Così si esprimeva Vaccariello su Il Giornale di Vicenza del 16 maggio 2003 in un articolo che partiva in prima pagina e finiva alla numero 28. In quella occasione, in qualità di direttore aggiunto delle Entrate venete, aveva fatto visita al comune di Thiene, allora capitanato dal leghista Attilio Schneck, espressione di un partito da anni vicino a Tremonti e al suo entourage.
Di lì a qualche anno Vaccariello sarebbe diventato il direttore della Agenzia delle Entrate del Veneto, più nel dettaglio dal 2006 al 2008. Un ufficio che aveva la supervisione diretta sulle grandi imprese, ivi incluse le grandi concerie. Concerie che proprio in quegli anni tenevano un comportamento tributario che pochi mesi appresso sarebbe finito sotto i riflettori della maxi inchiesta sulla evasione conciaria nel Vicentino e nell'Arzignanese, inchiesta nota in tutta Italia col nome di "Dirty Leather".
Ad ogni buon conto Vaccariello viene descritto dal magazine campano in questi termini: «... Catapultato da un giorno all'altro al vertice dell'Agenzia delle Entrate del Veneto nel 2006, come la Voce delle Voci aveva raccontato a dicembre del 2008, ed oggi nell'olimpo di Equitalia... ». E ancora: «Quello che finora non era noto è che Vaccariello è iscritto alla Massoneria: figura infatti negli elenchi degli affiliati "ufficiali", pubblicati dalla stessa Voce sempre nel 2008, con residenza a Travaco' (Pavia) e professione "impiegato statale". Una circostanza che, alla luce delle vicende attuali, assume rilevanza straordinaria, se si considera l'intensa attività investigativa dei pubblici ministeri partenopei Francesco Curcio ed Henry John Woodcock, tesa ad accertare i collegamenti degli indagati con logge massoniche, palesi od occulte, ma comunque di ispirazione piduistica, come dimostra il "padre" di tutti gli indagati, Luigi Bisignani, e il nome scelto per tutta l'inchiesta: P4. Inchiesta che peraltro, come aveva documentato la Voce a gennaio di quest'anno, s'intreccia strettamente con i personaggi coinvolti nei traffici di uomini e mercenari nei Paesi africani ed affiliati alla Loggia Traiana di Benevento, cui faceva riferimento anche l'avvocato-imprenditore Paolo Viscione, per anni strettamente collegato a Marco Milanese ed oggi suo grande accusatore. Un terzetto, quello composto da Milanese, Vaccariello e Viscione, che era partito da Avellino per sferrare l'assalto alle istituzioni finanziarie italiane, grazie ai buoni uffici dei loro alti referenti massonici».
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.