Circolo operaio Poleo: sicurezza e Marlane Marzotto. Assenti i media, VicenzaPiù c'è
Domenica 13 Marzo 2011 alle 19:10 | 0 commenti
Giorgio Lanegga, PdCI, FdS - Ieri al circolo operaio di Poleo si è parlato e discusso delle condizioni che troppo spesso i lavoratori sono costretti a subire nei luoghi di lavoro. L'assemblea è stata molto partecipata e gli interventi sono stati chiari e molto importanti. Affrontare il problema delle condizioni di lavoro e del diritto a un lavoro sicuro e giustamente retribuito non succede spesso.
E soprattutto non succede spesso che se ne parli a partire da fatti concreti, dall'esperienza diretta di chi ha vissuto e vive situazioni devastanti dal punto di vista della salute, della fatica, dei diritti elementari. Ieri non si è parlato di massimi sistemi in maniera fumosa e distante dalla realtà , si sono portati informazioni e fatti a conoscenza dei presenti all'iniziativa. Si è fatta conoscere la verità di quanto è successo e succede nei luoghi di lavoro. Una verità scomoda, cruda, rivoluzionaria.
Abbiamo ascoltato e vissuto una parte della storia del lavoro. La parte più dolorosa, quella che spesso viene taciuta e che passa sotto silenzio. Quanto è successo alla Marlane-Marzotto di Praia a Mare (oltre cento operai ammalati di tumore, decine di morti) per incuria e "superficialità " succede ogni giorno in ogni parte d'Italia. Forse non a quei livelli ma succede con la stessa colpevole trasandatezza, con la stessa cattiveria. Succede anche nella nostra provincia come è stato sottolineato da più interventi durante il dibattito. è successo alla Tricom-PM Galvanica di Tezze sul Brenta, è successo con l'inquinamento mai valutato sufficientemente nella valle del Chiampo, è successo anche alla Marzotto. Ieri è stato ricordato che sono 5 i casi di neoplasia (mesotelioma e asbestosi, malattie devastanti dovute all'amianto) rilevati negli stabilimenti della Marzotto SPA. Ma ci sono anche casi diversi di negazione dei diritti al lavoro e nel lavoro. Ricordando i nove mesi di presidio dei lavoratori davanti ai cancelli della SILTAL-IAR di Bassano si è parlato della pratica ormai molto diffusa di chiudere le fabbriche per poter speculare sulle aree. Speculazioni immobiliari che significano mobilità , cassa integrazione, licenziamenti, delocalizzazioni. In poche parole cancellazione del lavoro e maggiore povertà . Un modello di sviluppo alla rovescia favorito dal fatto che il lavoro costa di più della speculazione finanziaria o immobiliare. Un modello che ha come unico fine il guadagno di chi investe capitali e non si interessa delle condizioni di vita dei lavoratori, dei loro diritti, della loro salute. Un modello che è la negazione dei principi costituzionali che imporrebbero che l'iniziativa economica privata (che è libera) non possa "svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà , alla dignità umana" (art. 41 della Costituzione).
A Praia a Mare (come a Tezze sul Brenta, a Bassano e in tantissimi altri luoghi di lavoro vicentini, veneti e italiani) l'iniziativa economica ha recato e reca danno ai lavoratori. Li costringe a lavorare in condizioni malsane, calpesta i loro diritti.
Di questo si è parlato ieri. Con dati alla mano e molta concretezza. Fornendo informazioni senza censure. Criticando l'assenza di chi non ha vigila, di chi nasconde, di chi tenta di non farsi coinvolgere. Denunciando le responsabilità di partiti politici e sindacati che non vedono o non vogliono vedere quello che sta succedendo nel nostro paese.
Un'assemblea, quella di ieri, seria e rigorosa che ha visto l'assenza di tutti gli organi di informazione vicentini escluso VicenzaPiù (da sempre in prima linea nella denuncia delle storture della nostra società ). Evidentemente gli organi di informazione della nostra provincia hanno altri interessi. Forse, ed è un dubbio che abbiamo da tantissimo tempo, gli editori di tali organi di informazione hanno interessi personali ben precisi e la salute e i diritti di chi lavora non sono una loro priorità . Nonostante il silenzio di tanti organi di informazione, l'assemblea ha aperto una fase di lotta che è iniziata con un appello a tutti i democratici, alle forze politiche, agli organi di informazione (anche agli assenti) di promuovere una campagna per far emergere i casi di malattie professionali della nostra provincia. Quanti sono, dove, per quali cause. Una campagna di informazione che ci permetta di analizzare l'attuale situazione e che ci dia gli strumenti per poterla cambiare.
Non possiamo definirci società civile quando ogni giorno si devono rilevare casi come quello della Marlane-Marzotto o della Tricom, quando ogni giorno i lavoratori sono costretti a salire sui tetti delle fabbriche, sulle gru o sulle torri per far sentire la propria voce. Questo è un modello di sviluppo spaventoso che deve essere profondamente modificato. E tutti siamo coinvolti.
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