I successori di Pietro, amici di Mario, fanno pagare la loro Imu alla Città della Speranza
Martedi 25 Dicembre 2012 alle 20:05 | 1 commenti
"Salatissima bolletta dell'Imu da 89 mila euro per la Torre della Ricerca di Padova, sede dell'Istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza», lancia poco fa l'agenzia Ansa sul suo portale su cui aggiunge: "E' una somma pazzesca - sottolinea Stefania Fochesato, presidente della Fondazione - pretesa da persone generose che da anni, magari perché colpiti da un lutto, cercano di supplire privatamente alle carenze delle strutture pubbliche. Che senso ha che lo Stato chieda tutti quei soldi, coi quali si potrebbe finanziare un progetto triennale?".
Un'altra domanda la facciamo noi alla Chiesa, quella terrena, che ha "ottenuto" dal governo dell'amico Mario Monti, ben spalleggiato dalla complicità trasversale dei partiti, che non sia riuscito ad emanare i decreti attuativi per farle pagare l'Imu, di milioni di euro, sulle sue proprietà immobiliari usate a scopi commerciali: «Perchè parli di Natale e di messaggio ai poveri del povero Gesù di Betlemme quando non solo chiudi gli occhi sulle speculazioni finanziarie dello Ior, la tua banca, ma fai ricadere le tasse che tu eviti sulle spalle dilaniate di pensionati e lavoratori a reddito basso e minacciato? Oggi sono loro che stanno sulla croce, non certo quelli che osano chiamarsi i successori di Pietro».Â
Se lo sfogo mediatico della Città della Speranza pare destinato a cadere nel vuoto per gli aspetti pratici  («Abbiamo consultato tutti gli esperti - denuncia ancora Franco Masello, anima storica della Città della Speranza - e non c'é stato niente da fare») ognuno nella sua coscienza valuti la serietà della Chiesa e di tutti gli enti assimilati e capisca una volta per tutte perchè, dopo aver mollato l'ormai impresentabile e "discinto" Berlusconi, sia ora Monti il suo candidato premier.
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