I rapporti Pd-Variati.E la Dal Lago incombe
Domenica 13 Giugno 2010 alle 01:07 | 0 commenti
VicenzaPiù n. 193 è in edicola da ieri, sabato 12 giugno. Vi anticipiamo l'intervista a Federico Formisano rinviandovi al numero in edicola per altre 23 pagine da scoprire (nella foto a sx la prima pagina del n. 193).
Pd-Variati, rapporto tutto da costruire
di Luca Matteazzi
Intervista a Federico Formisano, capogruppo Pd in consiglio comunale
Sul partito che perde consiglieri ("Non è un problema")
e che non ha un'identità ("manca una leadership")
E sul ritorno dell'avversario più temuto: Manuela Dal Lago
In tanti anni di militanza politica Federico Formisano, oggi capogruppo del Pd in Sala Bernarda, ne ha viste di tutti i colori. Ma anche per uno abituato alle buriane come lui il periodo non è dei più semplici: il Pd in consiglio comunale scricchiola, con tre consiglieri - Luca Balzi, Luigi Volpiana e Sandro Guaiti - a cui non è stata rinnovata la tessera del partito che agiscono ormai come indipendenti. E così i numeri di una maggioranza che solo due anni fa pareva solidissima adesso sono molto più ballerini. Cosa sta succedendo?
"Io guardo ai risultati, non alle chiacchiere. E i risultati dicono che nelle delibere votate non abbiamo mai avuto problemi. Non solo: nonostante una normativa penalizzante - perché abbiamo una maggioranza di 24 consiglieri e il numero legale è di 21, il che significa che se tre persone vanno a bersi un caffé lungo finiamo sotto - non è mai successo che sia mancato il numero legale".
Vero. Ma non è normale che ci siano tante defezioni nel partito di riferimento della maggioranza.
"Mah, io sono cresciuto ai tempi della Dc, quando i consiglieri indipendenti erano la norma. Secondo me non è un fatto rilevante, anche perché a ben guardare molti esponenti della Lista Variati hanno la tessera del Pd, quindi i numeri del partito ci sono sempre. Il vero problema è un altro, ed è il rapporto tra amministrazione e partito che è tutto da costruire. Quando si è candidato Variati ha fatto una scelta ben precisa: forte del suo carisma e del suo peso politico, ha chiesto come condizione di essere libero dai rapporti con i partiti. Noi quella scelta l'abbiamo accettata e l'approviamo: una situazione come quella di Aim, dove si è scelto di non lottizzare ma di nominare esclusivamente dei tecnici, si spiega in questo contesto. Questo però fa sì che tra amministrazione e partito ci sia un rapporto labile".
Pensavo che il problema fossero Balzi, Volpiana e Guaiti. Sta dicendo che invece il problema è Variati?
"Assolutamente no. Voglio dire è che a volte è difficile far capire che il fatto di essere nel partito non implica necessariamente avere accesso a certe posizioni o a certi incarichi. Non c'è un bel clima, come ci si potrebbe aspettare nel partito che esprime il sindaco. Anche in vista del congresso, non ci sono proposte serene: si parla del segretario e si discute se questo debba essere un alter ego dell'amministrazione o se al contrario debba essere supino. Io credo che servirebbe un partito capace di porsi in termini dialettici con un sindaco che è al di sopra della media; e un segretario con una leadership forte, capace di dialogare con Variati senza porsi come alternativa".
Leadership che è mancata in questi due anni.
Sì, è un po' mancata. Quando non è stata negativa: mettere sullo stesso piano le situazioni di Balzi, Volpiana e Guaiti è stato un errore, e noi l'abbiamo detto a Veltroni. È da lì che sono nati i problemi".
Alla base di tutto non c'è il problema di un Pd che non ha ancora un'identità ?
"Io vedo più fragile la coalizione tra il Pdl e la Lega: noi abbiamo alle spalle un percorso per l'unificazione, loro un discorso fatto dal predellino di un'auto. Vero che a noi manca una leadership, mentre Berlusconi, pur con tutti i suoi difetti, è un leader. E questo evidenzia di più le nostre contraddizioni, ad esempio sui temi etici".
Passi per le questioni di coscienza, ma le contraddizioni nel Pd ci sono su tutto: dal nucleare alle politiche per il lavoro, non c'è mai una linea chiara.
"È il discorso di prima: se ci fosse un leader in grado di dire in modo chiaro no al nucleare, o che lo statuto dei lavoratori non si tocca, tutti lo seguirebbero".
Torniamo alla situazione comunale, cominciando da Luca Balzi. Avete avuto scontri molto accesi e lei ha detto che molte sparate del consigliere, a partire dalla dichiarazione di voto pro-Zaia, miravano ad accattivarsi simpatie leghiste. Conferma?
"Mi pare evidente che Balzi continua a muoversi in questa direzione. Uno che ha fatto il segretario cittadino dei Ds non può sostenere che la manovra finanziaria va bene perché salva i risparmi dei lavoratori: è un'idiozia. Di conversioni ne ho viste tante, ma così.... Secondo me Balzi ha una forte esigenza di trovare una sua collocazione nello spazio politico, ma l'ha fatto in modo troppo disordinato".
Si possono criticare i modi di certe uscite, Ma Balzi pone dei problemi politici: il Pd fotocopia della Lega, ad esempio. Perché non gli si è risposto nel merito?
"Siamo nel Veneto, la realtà che premia maggiormente la Lega e il centrodestra. È evidente che se non provi a fare dei laboratori qui non li fai da nessuna parte: a Vicenza il sindaco ha vinto anche perché ha saputo ampliare i confini del centrosinistra e occupare spazio al di fuori del suo schieramento. A Bassano abbiamo vinto con un candidato moderato, dell'Udc. Provare un candidato diverso poteva essere una strategia giusta: eventualmente la puoi criticare, ma se sei iscritto al partito alla fine devi chinare il capo e accettarla".
Un altro tasto su cui Balzi insiste molto riguarda Aim e Fazioli: come giudica l'operato del presidente di Aim?
"Anche qui io guardo i risultati. A me interessa che per Aim si sia chiusa una stagione cupa, che l'ha portata sull'orlo di una crisi finale. Nel 99 Aim aveva in cassa 50 miliardi di Bot e Cct, nel 2008 l'abbiamo ritrovata con 160 milioni di euro di indebitamento: com'è possibile? Adesso c'è un'azienda che riporta il bilancio in positivo e che ha fatto scendere le rate annuali dai mutui da 8 milioni a 5 milioni. Non posso che guardare positivamente all'operato di Fazioli".
È innegabile che i rapporti tra Fazioli e Variati si siano raffreddati: cosa è successo?
"C'è una caratterialità dell'uomo, che è abituato a parlare con un linguaggio non istituzionale. Questo può creare delle perplessità ma, lo ripeto, io guardo i risultati. Poi non stiamo fermi: oggi è stato scelto l'in house, che è una strategia difensiva che va bene in un periodo di crisi. Ma se fra sei mesi la situazione dovesse cambiare e Aim si fosse ulteriormente consolidata, dovremo essere pronti ad affrontare il mercato".
Come capogruppo lei ha, per ruolo istituzionale, il compito di difendere l'operato di giunta e sindaco. È davvero soddisfatto di questi due anni di amministrazione?
"Sì, perché abbiamo trovato un'eredità difficile. C'è un problema con le strade che fanno schifo? In due anni abbiamo speso 6-7 milioni di euro per le asfaltature, quando il centrodestra non li aveva spesi nemmeno in dieci anni. Abbiamo dovuto riprendere in mano tutta l'amministrazione, che non aveva più una dirigenza. Aim era allo sbando, l'Ipab era messa come era messa..."
Anche fosse vero, non potete continuare per cinque anni col ritornello dell'eredità difficile. Guardiamo ai progetti vostri, ad esempio il Pat e il nuovo stadio. Soddisfatto anche di quelli?
"Io sono un paladino del nuovo stadio"
Il progetto non è troppo sbilanciato a favore del privato?
"È talmente sbilanciato che al momento lo stadio non si fa: evidentemente non è conveniente in questa situazione economica. Se fosse davvero sbilanciato, qualcuno disposto a farlo ci sarebbe. Il fatto è che noi abbiamo bisogno di un nuovo stadio, perché il Menti è un colabrodo ed è inadeguato. Se lo stadio ci serve, pensare di non fare un'operazione con i privati è nascondere la testa sotto la sabbia. È evidente che in questo momento la controproposta è impegnativa, e nonostante questo sbilanciamento non c'è una risposta, perché gli imprenditori non vedono convenienza a costruire per poi non vendere. Se la situazione economica fosse diversa si potrebbe fare un discorso più equilibrato"
Il nuovo stadio è stato al centro di un presunto inciucio con il centrodestra in provincia: al Comune gli spazi commerciali a Vicenza est, alla provincia quelli nell'area Cis. Vi siete scambiati i favori?
"E se anche fosse? Sono cose che fanno parte della politica".
Sta dicendo che l'inciucio c'è stato?
"Io plaudo al fatto che Variati abbia ottimi rapporti con l'amministrazione provinciale, mentre prima il Comune era isolato. E questo va costruito con ragionamenti politici che possono produrre risultati importanti. A me colpisce che si stigmatizzi tanto un possibile inciucio tra Variati e Schneck sul piano territoriale, e nessuno veda il palese accordo tra una parte del Pdl e quella parte della Lega che fa capo a Manuela Dal Lago. Perché il Pdl si è spaccato? Perché una parte del Pdl accusa la Sartori di essere troppo morbida con Variati? Perché si sono resi conto che l'unico modo per tornare a governare è offrire la candidatura a sindaco a Manuela Dal Lago".
Quindi secondo lei i berlatiani lavorano per la Dal Lago?
"Chiaro. Ai Franzina, agli Abalti, ai Sorrentino conviene far così. E la Dal Lago ha capito due cose: primo, che non può esporsi in prima persona, perché se si mette a fare l'alter ego a Variati non ci guadagna; secondo, che ogni giorno che passa a Roma perde consenso in città , e quindi non può aspettare tre anni. Per questo si sta muovendo per scalzare Variati: la Regione che proroga il commissario Ipab invece di dare il via libera ad un nuovo consiglio, i ritardi del Pat a Venezia, sono tutte manovre per mettere in crisi l'amministrazione".
Ma se non vi disunite voi, come centrosinistra, non ci sono molte possibilità di far cadere Variati.
"Noi stiamo facendo bene, ma adesso abbiamo bisogno di un risultato importante: o lo stadio, o il parco della Pace, o il tram elettrico, o il completamento della tangenziale. E la Dal Lago sta cercando di ritardare: non in prima persona, ma indirettamente, mandando avanti altri".
Chi?
"Questo non lo dirò mai".
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