Sparano su Di Pietro, e Gabanelli. Ma i killer aiutano Grillo
Sabato 3 Novembre 2012 alle 14:43 | 0 commenti
«Aiutateci» ha detto all'improvviso e con tono accorato pochi giorni fa Beppe Grillo rivolgendosi non solo ai siciliani ma a a tutti gli italiani. Il comico, trasformatosi in interprete dei sentimenti di rabbia di oltre un quinto degli italiani stando ai più recenti sondaggi, sentiva e ogni giorno sente sempre di più il peso della responsabilità di poter essere chiamato dagli elettori a trovare le soluzioni dei problemi per cui loro lo hanno scelto come megafono.
E col peso di Grillo cresce anche il timore di chi condivide le sue denunce, ma trema al pensiero che il voto dato al suo Movimento 5 Stelle non produca governabilità come ammonisce Parma che fatica a trovare amministratori capaci di gestire i problemi reali non limitandosi ad individuarli.
Ma Grillo è un artista e ha trovato nei killer mediatici dell'imprudente Antonio Di Pietro, costretto di fatto a fare a meno della sua Idv, i suoi salvatori ragionando così: «Non avremmo con noi gli uomini con la giusta esperienza per governare anche perchè ci siamo auto vietati di averne tra quelli che hanno occupato scranni della vecchia politica? Ma Antonio Di Pietro, nostro vecchio amico e con cui flirtavo non troppo di nascosto da mesi, oltre all'esperienza da magistrato, da politico e da ministro maturata nel passato, è anche stato chi quel passato l'ha costantemente combattuto prima dall'interno nei tribunali e al Parlamento, poi anche in Rete e nelle nostre piazze. Allora Antonio Di Pietro è l'uomo che fa per noi e io, grazie killer per avermene dato l'opportunità , lo candido a Presidente della Repubblica e a nostra guida istituzionale. Col suo, esperto, aiuto non solo conquistro anche la fiducia di chi ancora non ce la dava solo per l'assenza nelle nostre fila di uomini così, ma spariglio anche le carte di chi voleva ghettizzare lui, troppo oltranzista col Pd montiano, e noi, con la modifica ora scoperta come urgente della legge elettorale che è stata mantenuta così com'è finchè "lorsignori" non hanno cominciato e temere che gli si ritorcesse contro esaltando i nostri voti col premio di maggioranza assoluta».
In attesa che il leader del M5S ci dia un'interpretazione autentica di queste sue (immaginate ma non troppo) elucubrazioni politiche e sperando che Beppe Grillo in "Casaleggio", per tradurre in soluzioni la protesta, individui e accolga accanto a lui altri politici esperti ma scomodi per i poteri, e ce n'è qualcuno anche nel Vicentino, facciamo noi una ipotesi aggiuntiva, sul nostro mondo, quello giornalistico.Â
In certi momenti storici, guarda caso, sono sempre partite bordate mediatiche più o meno credibili ma sempre contro chi stava consolidando o conseguendo un risultato che avrebbe potuto sconvolgere gli equilibri decisi sui tavoli tarlati della malapolitica. Di recente, ricordate, è toccato a Fini, allora in auge contro Berlusconi, e, poi, a Bossi, "scoperto" con le mani, dei figli, nella marmellata solo quando Maroni era appena uscito dal Ministero degli Interni ...
Prendendo, adesso, per oro colato rapporti che denunciavano come sue 56 proprietà immobiliari, contro le 11, magari ancora troppo poco virtuose, ma 11 non 56, "documentate" da Di Pietro, anche lei, pensateci un po', l'integerrima e, per stile, "dipietresca" giornalista di Report su Rai 3, è stata killerata nella sua credibiltà . Ad arte.
Vogliamo e dobbiamo crederlo, noi suoi ammiratori, anche perchè tutto, vedi sopra, è successo in concomitanza con la recente proposta di legge oscura Gabanelli e imbavaglia giornalisti rigettata anche da Alessandro Sallusti dalla cui presunta difesa è nata la volontà dei parlamentari di killerare per vendetta la libertà di stampa.
Direte: tranquilli, queste cose avvengono a Roma, non a Vicenza. Gianni Giglioli e Matteo Quero non sono d'accordo. E non parlo di me.
Nessuno è totalmente innocente. mai. Ma certuni vengo fatti apparire troppo colpevoli. Di dar fastidio.
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