Fusione Bpm-Banco bersagliata dalle vendite. Veneto Banca, Cristiano Carrus nel comitato esecutivo
Mercoledi 18 Maggio 2016 alle 08:05 | 0 commenti
Banco-Bpm, fusione travolta dalle vendite il giorno dopo la presentazione del piano industriale. E intanto, a tre giorni dalla visita a Francoforte in Bce, Veneto Banca vara un nuovo giro di nomine nei comitati consiliari, che porta il direttore generale Cristiano Carrus in quello esecutivo. Resta in movimento il panorama bancario veneto. Proprio a partire da Montebelluna, dove ieri sera sono emerse ulteriori decisioni prese dal cda di lunedì, quello che ha confermato il piano industriale e il progetto Serenissima di aumento di capitale (tutto in opzione ai vecchi soci) e quotazione in Borsa, al rientro dalla visita in Bce. Il cda ha rimaneggiato la composizione dei comitati interni al consiglio di amministrazione, per sciogliere sovrapposizioni e incompatibilità .
La novità più rilevante riguarda il comitato esecutivo, che controlla tra l’altro i crediti: accanto a Carlotta De Franceschi, che lo presiede, e a Matteo Cavalcante, ora al posto di Aldo Locatelli siede il direttore generale Cristiano Carrus (in consiglio pur da direttore generale, in quanto eletto tra i due rappresentanti della lista battuta del vecchio consiglio). Gli altri cambiamenti riguardano l’ingresso di Fabio Bassan nel comitato nomine al posto di Matteo Cavalcante, di Locatelli al posto di Carrus nello strategico, il cambio nel comitato remunerazioni, con l’uscita del presidente Bassan, sostituito al vertice da Maria Cristina Bertellini, con l’ingresso di Pierluigi Bolla. Resta a questo punto ancora da chiarire, rispetto alla convocazione dell’assemblea dei soci del 15 luglio presa sempre l’altra sera (all’unanimità , con Carrus presente e Bolla assente), se l’azione di responsabilità che vi verrà proposta si fermerà alla gestione Trinca-Consoli o se entrerà anche in fatti decisi dopo l’aprile 2014, con il cda inizialmente guidato da Francesco Favotto e sostituito il 5 maggio. Intanto sul fronte della fusione Banco-Bpm, ieri la Borsa ha cambiato umore sull’operazione. Le due popolari sono state bersagliate dalle vendite: il Banco Popolare ha perso il 6,56%, scendendo a 4,30 euro, Popolare di Milano, il 5.48%, a 50 centesimi. Sul progetto intanto iniziano a prender posizione i sindacati. Uno dei punti intorno a cui ruota il piano è la riduzione di 1.800 dipendenti con le uscite volontarie, che produrrà risparmi per 140 milioni. Che l’amministratore delegato di Milano, Francesco Castagna, che lo sarà anche della futura banca, ha accompagnato con un impegno sulle assunzioni, con l’annuncio di un incontro già in serata con i sindacati: «Gli ingressi sono già previsti dalle singole banche. L’obiettivo è tornare a fare occupazione». Ieri è stato il segretario dei bancari Uil - sigla influente in Bpm - a lanciare un primo segnale. L’appoggio alla fusione è convinto e «colpisce il prospettico aumento dei ricavi». Ma Masi chiede che le uscite siano davvero solo volontarie e aggiunge che «tutto ciò non potrà essere completo se non esisterà un piano giovani che preveda nel corso del triennio l’ingresso di 400-500 giovani».
Da Il Corriere del Veneto
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