Fusione Bpm-Banco bersagliata dalle vendite. Veneto Banca, Cristiano Carrus nel comitato esecutivo
Mercoledi 18 Maggio 2016 alle 08:05Apertura mercato: Borsa a Piazza Affari apre in calo (-0,4%), euro stabile a 1,141 dollari, spread stabile a 134 punti, arretra il prezzo dell'oro a 1271 dollari l'oncia
Giovedi 12 Maggio 2016 alle 09:20Borse di Asia e Pacifico in calo in scia alla flessione di Wall Street sul pessimismo sull'andamento degli utili societari. L'indice d'area Msci viaggia sotto la parità con il calo delle Piazze cinesi (Shanghai -0,37% e Shenzhen -0,62%). Mentre Tokyo tiene (+0,41%). Al pessimismo sulle prospettive globali e ai timori sulla potenza di fuoco delle banche centrali si e aggiunto l'andamento dei conti societari che hanno ulteriormente smorzato il poco entusiasmo degli investitori, già peraltro sulle spine. I futures su Wall Street sono in positivo mentre per l'Europa sono attesi in negativo. Continua a leggere
Chiusura mercato: Borsa, Piazza Affari in calo appesantita dai titoli bancari, Europa incerta, spread in calo a 135 punti
Mercoledi 11 Maggio 2016 alle 18:25Nuova corrente di vendite in Piazza Affari (indice Ftse Mib -2%, ampiamente la peggiore Borsa in Europa) con il Banco popolare che cede il 10% a 4,36 euro, nuovo minimo storico dopo i 4,38 euro toccati a inizio aprile. Scivola del 10% anche il Credito valtellinese, Bpm perde il 7%, Unicredit e Ubi il 4%, Mps oltre 3% a 0,56 euro. Nel settore tiene Mediobanca, che sale dell'1%.
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Apertura mercato: Borsa di Milano apre in calo (- 0,11%), euro in rialzo sul dollaro, petrolio in lieve calo, oro su a 1.271 dollari, spread stabile a 138 punti
Mercoledi 11 Maggio 2016 alle 08:32Il petrolio è in lieve calo con i contratti sul greggio Wti in scadenza a giugno a 44,45 dollari al barile (44,6 ieri sera a New York) mentre il Brent perde 29 centesimi a 45,23 dollari.
Oro: sale a 1.271 dollari. Guadagna lo 0,5% Le quotazioni dell'oro sono in rialzo sui mercati asiatici dove il lingotto con consegna immediata passa di mano a 1.271 dollari l'oncia segnando un progresso dello 0,5%. Continua a leggere
Oro, fatturato in calo
Lunedi 23 Novembre 2009 alle 12:40CNA Vicenza
CNA VICENZA, ZAPPATERRA: LA CORSA DELL'ORO CONGELA LE IMPRESE. A RISCHIO LA TENUTA DEL SETTORE.
FATTURATO DELLE AZIENDE STIMATO IN CALO DEL 30%
AUMENTO DEI COSTI DI APPROVVIGIONAMENTO DELLA MATERIA PRIMA DELL'80%.
«Se l'oro continua ad avere questi sbalzi diventa impossibile progettare l'attività per le aziende orafe. E questo significa non poter lavorare per un settore che è in crisi da troppo tempo. Non si possono progettare investimenti, pianificare attività , elaborare strategie commerciali, anche solo mettere insieme un catalogo è difficile con una volatilità così forte». Arduino Zappaterra Presidente del Mandamento di Vicenza di CNA lancia un nuovo grido d'allarme per il comparto orafo. I dati parlano chiaro l'instabilità del dollaro e la probabile debolezza futura della moneta impattano fortemente sul prezzo dell'oro, al punto che tra la chiusura in America e quella in Asia si possono trovare sbalzi fino a 3,5 dollari l'oncia. «Le previsioni sono di una progressiva salita del prezzo del metallo, ma il vero problema è l'instabilità del prezzo è questo che blocca il mercato. È certamente vero che il prezzo dell'oro ha conseguenze sui conti delle aziende, che hanno però il demerito di essere poco patrimonializzate e di soffrire questi scostamenti di più che altri settori. La maggior parte delle imprese opera con oro in prestito d'uso. E allora basta fare due conti, mettendo come base 100 il prezzo dell'oro, a novembre 2005, per effetto dell'incremento del valore della materia prima e a parità di tasso di interesse il costo di approvvigionamento è lievitato circa dell'80%».
Negli ultimi 4 anni la quotazione è passata dai 487,90 dollari l'oncia ( controvalore Euro 417,615 per oncia -- euro/grammo 13,426) a valori di 1136,00 dollari (l'ultima chiusura del 19 novembre con un controvalore di 763,852 Euro per oncia -- euro/grammo 24,558). « Ma questa è solo una parte del problema. A parità di target di prezzo e di quantità di oggetti richiesti dal mercato - spiega Zappaterrra - l'aumento di valore dell'oro riduce di almeno il 30% la quantità teorica di oro lavorato. Allo stesso modo ci attendiamo una riduzione del fatturato delle aziende di circa il 30%. Con una volatilità così significativa, infatti, alle aziende non è possibile contrastare un mercato che non ci lascia il tempo per effettuare le correzioni sul prezzo finale e aggiustare i costi della manifattura. Siamo cioè costretti a vendere allo stesso prezzo, qualcosa che ci costa, in proporzione, come materia prima e manifattura molto di più. Anche se riduciamo il peso dei pezzi lavorati a circa due terzi del loro valore per usare meno oro è sulla lavorazione che noi riusciamo a creare margini. Quei margini che ci permettono di andare avanti. Ma sui costi di produzione non abbiamo il tempo per pianificare interventi, perché la speculazione in atto sul valore del metallo, come conseguenza dell'instabilità del dollaro, è tale che non ci lascia spazio per agire». Che il comparto orafo vicentino sia in serio pericolo di fronte a questa situazione lo si legge anche nei dati. Negli ultimi 4 anni il numero di aziende orafe si è ridotto di un ulteriore 25%, erano 1110 nel 2002, sono diventate 982 nel 2005, periodo in cui è iniziata la corsa al rialzo del metallo. Gli ultimi dati della Camera di Commercio dicono che settembre 2009 ci sono 781 imprese registrate. Su queste aziende il peso dell'artigianato è rimasto quasi sempre stabile. Il fatturato, nello stesso periodo, è calato del 14%. Il vero impatto della volatilità del prezzo dell'oro si vede su un altro fronte. L'andamento congiunturale della produzione del settore orafo nel terzo trimestre 2009 si è ridotto di solo l'1,4%, ma il fatturato risulta invece negativo per quattro volte tanto, attestando una riduzione di oltre il 4%, che si aggiunge al calo di oltre il 16% registrato nel trimestre precedente. Mentre le previsioni per il prossimo semestre danno in diminuzione tutti i parametri per il settore: produzione, domanda interna ed estera e fatturato delle aziende. «Ciò significa - continua Zappaterra - che a parità di lavorazione, o con scostamenti non significativi, negli ultimi tre mesi le aziende vedranno ridursi di conseguenza i propri margini. Il pericolo della tenuta, considerando la forte connessione che lega le aziende del distretto è reale».
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