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Fondazione Roi: oggi cda discute bilancio che nasce da buchi di Gianni Zonin e dei suoi Cda, con eredi nell'attuale a guida Diamanti e Valmarana. Sarebbe doveroso chiedere alla magistratura di valutare le responsabilità

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Mercoledi 7 Giugno 2017 alle 15:04 | 0 commenti

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Il 26 maggio scorso vi aggiornavamo sulle ancora tristi (e "triste", plurale femminile di "tristo", cattivo, ndr) vicende della Fondazione Roi con, parziale, nuovo look in un articolo dal titolo più che chiaro: "Fondazione Roi, Andrea Valmarana: "bilancio 2016 verrà votato il 7 giugno ma noi tre nuovi membri non c'eravamo". Discontinuità reale con Gianni Zonin è solo andare poi in Procura ... col nostro libro che Valmarana ha letto". Il 7 giugno è arrivato oggi e ci permettiamo di fare delle considerazioni che reputiamo aggiuntive rispetto al nostro appello del 26 maggio e che poniamo ancora una volta all'attenzione del cda che si riunisce oggi e ancora prima di dettagllare, oltre allo scandalo delle azioni della BPVi e dell'ex Cinema Corso, altre "scorrettezze" (illiceità) dei precedenti cda che già abbiamo anticipato il 7 maggio così: "Fondazione Roi, vecchi conti non tornano e nuovo bilancio tarda: dal 2010 al 2015 solo 200.000 euro al Chiericati e altri 1.800.000 a "ignoti". Nuovo cda prigioniero dei 4 membri by Zonin".

Ai componenti del Cda, in primis ai tre "nuovi" (Ilvo Diamanti, Andrea Valmarana e Giovanna Grossato nominati non senza difficoltà dall'attuale Banca Popolare di Vicenza), ricordiamo, ma lo sanno di certo, che ora è accertata la perdita di decine di milioni sulle azioni che Zonin "venditore" della BPVi ha "piazzato" a Zonin compratore della Roi. Se attendiamo la cifra esatta dai bilanci sempre più grigi della Roi, è già noto che la Fondazione ha incassato dalla BPVi 4.1 milioni di euro per 455.000 azioni a 9 euro l'una per le quali ha aderito alla transazione e, quindi, il danno tra prezzi di acquisto/sottoscrizione supera abbondantemente i venti milioni di euro (per non paralred ell'affaire ex Cinema Corso).

Ora, se questa perdita presuntiva è già riportata in via presuntiva (poco importa se maggiore se le 455.000 azioni erano state valutate a 10 centesimi, minore se a libro erano state conteggiate a cifre più elevate) nell'ultimo bilancio firmato da Zonin e da 4 dei membri del Cda attuale (Giovanni Villa, Emilio Alberti, Giovanna Rossi di Schio e mons. Francesco Gasparini) è dovere non più dilazionabile dell'attuale cda, se (e visto che) il precedente non l'ha fatto, intraprendere un'azione di responsabilità nei confronti di chi, e dovrà deciderlo al magistratura chiedendo e verificando le carte di cui lo stesso valmarana ha lamentato più volte l'assenza), avesse dilapidato il capitale lascaito alla cittàper il Choericati dal marchese Giuseppe Roi!

Questa azione è tanto più dovuta, e ci parrebbe illecito legalmente ed eticamente riprovevole non intraprenderla, tanto più che il cda attuale, aderendo alla transazione della banca, ha rinunciato ad ogni azione di responsabilità nei confronti della stessa e dei suoi vertici precedenti, leggasi Zonin & c., in attesa anche qui che la giustizia ci dica chi e in che misura ha contravvenuto alla legge.

Non valutare un espsoto denuncia alla magistratura per valutare le responsabiltà dei vecchi cda della Fondazione Roi sarebbe un'omissione grave di cui gli attuali amministratori potrebbero essere chiamati a rispondere, alla città ma non solo.

Noi, intanto, ripetiamo l'invito a Diamanti & c. a rendere pubblici tutti i vecchi bilanci dell'era Zonin e domani invieremo anche alla Regione Veneto (competente per le Fondazioni) questa richiesta, già disattesa nei confronti di alcuni consisglieri regionali del Movimento 5 Stelle (perchè?), visto che la Roi neanche ha risposto per ben due volte al nostro sollecito ufficiale di averne copia non solo come cronisti ma in quanto interessati direttamente essendo stati chiamati in causa dall'ex presidente per danni (abbiamo raccontato la verità documentata) da lui quantizzati per conto della Roi in un milione di euro.

Questa richiesta milionaria è, chiaramente, una minaccia temeraria alla stampa indipendente, il cui effetto boomerang speriamo che l'attuale cda abbia anche messo in bilancio tenendo conto prudenzialmente  della condanna che subirà per danni opposti e reali nei nostri confronti e in cui noi fermamente crediamo dopo averne subiti di enormi, come vi dettaglieremo in futuro...


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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