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Finanza di progetto o debito pubblico occulto? Covepa: pericolo di collasso per le casse regionali

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 25 Ottobre 2012 alle 10:39 | 0 commenti

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Massimo Follesa, Francesco Celotto, portavoce Covepa - Per anni il mostro è rimasto nascosto. Il mostro è quello dei conti della sanità veneta. I cui fondi sembrano non bastare mai per pagare le opere e i servizi in corso. Oggi dalla stampa regionale si apprende che la regione Veneto sta pensando, con un disegno di legge, ad utilizzare alcuni beni in disponibilità delle Ulss locali per chiedere prestiti allo Stato con l'obiettivo di far cassa per i lavori nei nuovi ospedali.

Si legge sempre sulla stampa che il problema starebbe nei minori trasferimenti da parte dello Stato. Apprendiamo che la Regione Veneto non ha versato i 13 milioni di euro corrispondenti al canone annuale 2012 del progetto di finanza dell'ospedale di Santorso, nonostante le continue sollecitazioni della Ulss 4. Ad affermarlo ( vedi la Nuova Vicenza di oggi 24 ottobre) sono Federico Martelletto e Luc Tibault, i quali sottolineano come il progetto di finanza sia «di 24 anni di durata e particolarmente oneroso: costa alla cittadinanza - affermano - più di un mutuo diretto, e abbiamo già dichiarato più volte che è un vero regalo alle solite note ditte appaltanti».
I due sindacalisti dichiarano inoltre che «altri nuovi cantieri di strutture ospedaliere in "progetto di finanza" sono "fermi" perchè non ricevono i finanziamenti dalla Regione, la quale si era assunta l'impegno di sostenere con puntualità i canoni in oggetto. Il fatto che non lo faccia - affermano Martelletto e Tibault - è un segnale grave: oltre ad aver stipulato degli accordi finanziari molto costosi, un vero salasso per i cittadini, ora sembra non in grado di sostenerli».
Martelletto e Tibault si chiedono infine, nel caso in cui la Ulss 4 non riceva i 13 milioni di euro, chi se ne prenderà carico. «Sarebbe un vero tracollo finanziario per i bilanci della Ulss - affermano i due sindacalisti - e siamo preoccupati per quanto sta accadendo alla nostra sanità veneta, considerata un eccellenza a livello nazionale. Da anni sta subendo un forte ridimensionamento in termini di qualità a causa dei tagli di posti letto, della diminuzione dell'acquisto di materiale sanitario e del sovraccarico lavorativo, ma intanto si investono miliardi di euro per i nuovi ospedali in "progetto di finanza" un po ovunque. Se continua di questo passo avremo sul territorio grandi "cattedrali" vuote. La regione - concludono Martelletto e Tibault - riveda al più presto gli accordi finanziari, e si assuma le responsabilità concordate, affinché il nostro ospedale di Santorso possa continuare a garantire il servizio alla salute di cui i cittadini hanno bisogno».
Le difficoltà finanziare della sanità regionale provengono dal project-financing(progetto di finanza), strumento perverso con cui si sono pianificati o costruiti parecchi nosocomi in giro per il Veneto ( l'ospedale Santorso di Schio e l'ospedale Dell'Angelo a Mestre ). Il fatto che le convenzioni economiche che regolano i rapporti tra le amministrazioni pubbliche e i soggetti chiamati a realizzarli, siano indebitamente secretate, la dice lunga sul vero nome del project financing o finanza di progetto che dir si voglia. E tale nome è uno solo: debito. Un artificio concepito per drenare denaro dalle tasche dei cittadini al fine di indirizzarlo verso privatissime tasche mascherando il tutto come un intervento dei privati nella costruzione di opere pubbliche.
Il project financing veneto rischia di pubblicizzare le perdite trasferendo tutti i rischi d'impresa sull'ente pubblico, obbligato a sottoscrivere contratti svantaggiosi per non dire capestro. Questo è lo spettro che si aggira per la nostra regione. Ed è lo stesso spettro che aleggia sulla Superstrada Pedemontana Veneta e sulle altre infrastrutture pensate con la finanza di progetto.
Noi a questo gioco al massacro non ci stiamo. Non ci stiamo all'idea di dovere pagare per percorrere strade che un tempo erano libere. Non ci stiamo all'idea di dover pagare a breve, direttamente o tramite tasse, gli squassi di un modello sanitario che un tempo funzionava e che ora potrebbe pericolosamente virare verso altre esperienze fallimentari come quelle di certe regioni meridionali ad alto tasso criminale. Invitiamo le persone di buon senso a ribellarsi a questo scenario e a far sentire alla classe politica regionale il fiato sul collo della gente umiliata, esausta e impoverita.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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