Quotidiano | Categorie: Interviste

Cronache di morti annunciate. Un altro morto della Marlane Marzotto: Francesco De Palma

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 22 Marzo 2011 alle 09:26 | 0 commenti

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di Francesco Cirillo

Se Francesco De Palma fosse stato un soldato deceduto a Kabul, i telegiornali ed i giornali ne avrebbero parlato in prima pagina. Ma De Palma era un semplice operaio. Un operaio della Marlane di Praia a Mare, chi vuoi che se ne freghi della sua vita e della sua morte dolorosa, dopo 36 anni di onesto lavoro, dal 1964 al 1990? Il 12 marzo scorso io e Luigi Pacchiano eravamo arrivati a Schio, in provincia di Vicenza, nel regno del Conte Marzotto, per presentare il nostro libro sulla Marlane e proiettare il video inchiesta realizzato da Giulia Zanfino.

L'organizzazione è del quindicinale VicenzaPiù (oltre che del suo omologo su web)  e della Federazione di Sinistra, con la presenza di Gloria Berton, dirigente regionale della Fiom, e di Giorgio Langella. La notizia della morte di De Palma ci giunge, da parte del figlio Nicola, proprio mentre iniziamo un affollato dibattito nella sede del Circolo Operaio. E' d'obbligo chiedere un minuto di silenzio per l'operaio. Stessa commemorazione, il giorno dopo a Milano nella sede del Si-Cobas. Le persone, gli operai, i sindacalisti, che ci ascoltano restano allibiti, dal nostro racconto e dal contenuto del nostro libro. Nel video, l'intervista fatta da me e Pacchiano a Francesco De Palma è uno dei momenti più commoventi e terribili. De Palma con dovizia di particolari, costretto su una sedia a rotelle, descrive il suo lavoro normale e quello extra. Il suo lavoro, normale era alla macchina lisciatrice. Una macchina lunga 16 metri dove le lane venivano inserite per essere bagnate , con il passaggio in determinate vasche piene di acidi e materiale tossico vario , ed asciugate. De Palma faceva parte dei cinque operai addetti al funzionamento di questa macchina. Vi lavoravano a mani nude, senza mascherine di protezione né altro. De Palma era l'ultimo operaio sopravvissuto di questa lisciatrice. Con lui avevano lavorato fianco a fianco Tonino Maffeo deceduto nel 1999 per tumore al fegato, Vincenzo Lammoglia deceduto nel 2006 per tumore maligno alla trachea, bronchi e polmoni, Ferraro Ignazio deceduto nel 2004 per tumore ai polmoni, Giuseppe Lacava deceduto per cerebrovasculopatia cronica. Il decorso della malattia di De Palma è un lungo calvario. Il figlio Nicola ci racconta che " vi e' una interazione fra diverse patologie: iperplasia/adenoma prostatico anno di primo intervento, non risolutivo 2001, che l'ha condotto al catetere a permanenza i cui conseguenti problemi urologici, hanno intaccato pesantemente la funzionalita' renale. Due interventi per polipi all'intestino tra il 2002 e 2007,il cui risultato istologico e' stato di grado intermedio perche'indagati per tempo non hanno avuto evoluzione nefasta. Ischemia cerebrale sx 2004 che gradualmente l'ha reso immobile in carrozzina,in concomitanza all'interazione del Morbo di Parkinson riscontrato anno 2005 sino a giungere al completo allettamento ,e paralisi della deglutizione sia dei liquidi che dei solidi. Problemi respiratori riscontrati anche e precedentemente all'ultimo ricovero per mezzo di saturimetro, tanto da somministrargli ossigeno. Edemi arti inferiori per ipokalemia conseguenza di scompenso cardio circolatorio. Microemorragie cutanee visibili sulle mani sino all'avambraccio ".
La testimonianza di Francesco De Palma, resa a me ed a Pacchiano, di fronte alla moglie Clara ed al figlio Nicola resta un atto di accusa alla dirigenza senza precedenti. Il 19 aprile prossimo , data di inizio del processo Marlane , nel Tribunale di Paola, consegneremo al Procuratore capo ed al Pm del processo, questo documento video unico. Nell'intervista De Palma, dichiara chi è che gli faceva fare il lavoro sporco. Chi lo chiamava ogni sabato, per decenni, per fargli sotterrare davanti lo stabilimento Marlane , in un giardino interno, i rifiuti tossici che avrebbero dovuto essere smaltiti secondo le leggi vigenti. De Palma racconta che ogni sabato, quando la fabbrica era chiusa, si recava in quel luogo, nottetempo e dopo aver messo i rifiuti in bidoni li sotterrava in una fossa che era stata precedentemente preparata dalla direzione.

Quei rifiuti sono stati poi ritrovati, grazie all'inchiesta aperta dalla Procura di Paola, dopo le numerose denunce fatte dallo Slai-Cobas, guidato da Luigi pacchiano e Alberto Cunto, e quei rifiuti vennero classificati come pericolosi in un rapporto dell'Arpacal datato novembre del 2007. Le conclusioni della relazione parlano chiaro sulla composizione di quanto trovato. E' scritto che " i risultati degli accertamenti dimostrano come le zone sottoposte a prelievo sono da definirsi inquinate ed alcune di esse estremamente pericolosa per la salute dell'uomo e per l'ecosistema. Le sostanze chimiche rilevate sono nella maggior parte dei casi, riconducibile all'attività di un azienda operante nel settore della colorazione dei tessuti. Il disastro ecologico che si può ipotizzare dall'analisi dei dati, richiede ulteriori indagini anche sul territorio circostante e nelle falde acquifere". Di questi veleni la Marlane ne sparse un po' in tutto il territorio. Chissà in quante altre discariche è finito. Lo dimostra un rapporto dei carabinieri di Scalea che effettuarono un prelievo dello scarico di un camion, il 30 ottobre del 1996, all'interno di una discarica gestita dalla Tre B service, nella contrada Costapisola al confine fra Scalea e Santa Domenica Talao. Ebbene dal prelievo venne fuori che nei cumuli di rifiuti si certificò la presenza di metalli pesanti, quali cromo,manganese,nichel,cadmio,ferro,zinco,mercurio. Alcuni operai della Marlane sono convinti che anche in altre aree della Marlane vi siano stati sotterrati rifiuti pericolosi e che poi vi si sia costruito sopra. Ora queste aree sono ancora sotto sequestro. Il sindaco di Praia a Mare, Carlo Lomonaco, coinvolto nella vicenda ed indagato per omicidio colposo plurimo e disastro ambientale, fa finta di niente. Nel paese tutti tacciono, anche le opposizioni consiliari dirette da Antonio Praticò, sindaco quando la fabbrica era funzionante e dirigente sindacale al suo interno, che per anni fece finta di non sapere nulla di quanto avveniva nell'azienda. Tacciono anche i vari partiti di centro destra e centro sinistra. Praticò e Lomonaco conservano buoni pacchetti di voti e nessuno osa sfarsela con loro due in vista delle prossime amministrative. Ma se tutti tacciono a soffrirne sarà la popolazione intera che non vedrà nessuno curare i loro interessi reali e soprattutto la loro salute, dal momento che nessuno lotta per chiedere la bonifica dell'area Marlane e di tutto quanto vi è attorno. Il 19 aprile prossimo nel Tribunale di Paola si aprirà il processo. Una data simbolica in quanto il 19 aprile del 1968 in uno sciopero operaio a Valdagno, in provincia di Vicenza, sede dell'impero Marzotto, la statua del padre Gaetano, venne abbattuta dagli operai in corteo . A distanza di 43 anni, si riusciranno ad abbattere le statue (simboliche) di Praticò, Lomonaco e Marzotto erette a Praia a Mare ?


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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