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Costituzione, il Coordinamento di difesa chiede ai parlamentari ragione del loro voto

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 28 Novembre 2013 alle 20:43 | 0 commenti

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Coordinamento vicentino in difesa della Costituzione - Il 23 ottobre scorso il Senato ha approvato il ddl costituzionale che istituisce il Comitato parlamentare per le riforme costituzionali e modifica l’art. 138 della Costituzione. Il 10 dicembre prossimo toccherà alla Camera esprimersi.

Poiché “il voto è di fondamentale importanza per la democrazia e non può trovare giustificazione nell’osservanza della linea imposta dal partito di appartenenza”, il Coordinamento vicentino in difesa della Costituzione ha inviato una lettera ai parlamentari veneti nella quale chiede loro di dare ragione del proprio voto in forma scritta.

Le motivazioni verranno poi rese pubbliche. Al Coordinamento vicentino in difesa della Costituzione, formatosi di recente, hanno aderito finora Libertà e Giustizia di Vicenza e Bassano, Libera - Coordinamento provinciale vicentino, Legambiente - Parco Retrone Vicenza, Comitato Viva la Costituzione del Veneto, Anpi Vicenza, Cgil Vicenza, Pdci Vicenza, Psi Vicenza, Italia dei Valori - provincia di Vicenza, Sel Vicenza, Circolo Romano Carotti di Bassano, Fondazione Capta onlus, Associazione Femminile Plurale - Vicenza, Associazione Orizzonti Comuni - Vicenza, Comitato Intercomunale Tutela Territorio Area Berica, Associazione Luca Coscioni di Vicenza, Associazione La Città Respira, Coordinamento dei Comitati e Arciragazzi Vicenza. Referente del Coordinamento è Roberta Radich che questa mattina, in conferenza stampa, ha illustrato i contenuti della missiva, al fianco di Enrica Visintainer di Libertà e Giustizia, Marina Bergamin e Maurizio Ferron della Cgil e Giorgio Langella del Pdci.

“Pensiamo che la Costituzione debba essere sottoposta a una 'buona manutenzione' e soprattutto debba essere coerentemente applicata - hanno affermato -. Quello che si sta profilando è, invece, la pressoché totale riscrittura del dettato costituzionale. Sono, infatti, 69 su 139 gli articoli direttamente interessati dal processo di riforma, senza considerare le modificazioni, strettamente connesse, ad altre disposizioni della Costituzione o di legge costituzionale”.

“Ancor più inaccettabile - hanno aggiunto - è il fatto che modifiche così importanti vengano votate da un Parlamento eletto con una legge che le forze politiche non si sono decise sin qui, stranamente, a cambiare. Inoltre queste cruciali modifiche al dettato costituzionale vengono attuate senza una adeguata informazione e una effettiva partecipazione dei cittadini al dibattito”.

Nella lettera il Coordinamento ricorda anche come “in poco tempo sono state raccolte quasi 500 mila firme di cittadini, sono state indette a giugno e ottobre manifestazioni altamente partecipate e centinaia di associazioni, comitati, organizzazioni sindacali, partiti e movimenti politici si sono e si stanno mobilitando in tutta Italia, come non si vedeva da tempo nel nostro Paese, a difesa e per l’attuazione delle norme della Carta Costituzionale”.

In conclusione, osserva il Coordinamento, “questo 'strappo' alle regole volute e previste dalle nostre Madri e dai nostri Padri costituenti appare ingiustificato e inammissibile, risultando in aperta sfida alla volontà popolare e in contrasto con i principi di rappresentanza previsti dal dettato Costituzionale”.

 

Di seguito i testi delle due lettere inviate:

 

Deputata / Deputato, 

 

Nella prima metà del mese di dicembre alla Camera verrà discusso il ddl n. 1359-B che prevede, oltre alla modifica dell’art. 138 della nostra Costituzione, l’istituzione di un Comitato di 42 Parlamentari che potranno intervenire sugli interi Titoli I, II, III e V della parte II, incluse “le modificazioni, strettamente connesse, ad altre disposizioni della Costituzione o di legge costituzionale”, ivi compresa, quindi, la I parte.

Praticamente, una “delega in bianco”.

Siamo qui a chiederle conto e ragione del suo prossimo voto: domandiamo che Lei chiarisca a questo Coordinamento, e agli elettori tutti, i motivi che lo che lei ritiene lo giustifichino.

La maggior parte dei costituzionalisti considera illegittima la modifica dell'art. 138 - norma fondamentale per la variazione della Costituzione - così come proposta, in quanto mette in discussione la natura stessa del nostro Ordinamento democratico come insieme coerente di principi inderogabili su cui si fonda la Repubblica.

Noi pensiamo che la Costituzione debba essere sottoposta a una “buona manutenzione” e soprattutto debba essere coerentemente applicata. Quello che si sta profilando è, invece, la pressoché totale riscrittura del dettato costituzionale. Sono, infatti, 69 su 139 gli articoli direttamente interessati dal processo di riforma, senza qui considerare, come visto in precedenza, gli altri “strettamente connessi”.

Inoltre, con la nuova procedura in deroga all’art. 138, viene praticamente esautorato il ruolo centrale e le prerogative del Parlamento e dei suoi singoli componenti, ai quali è inibita la possibilità di presentare emendamenti ai testi proposti dal governo, concentrando così nell'Esecutivo poteri estranei a quelli conferitigli dalla Costituzione e ai i principi di democrazia sociale previsti e garantiti dalla Carta.

In un suo scritto pubblicato nel 2009, Leopoldo Elia metteva in guardia dai rischi di un Potere costituito che opera come Potere costituente, travalicando i limiti di sovranità che appartengono al Popolo e solo ad esso.

Ancor più inaccettabile è il fatto che modifiche così importanti  vengano votate  da un Parlamento eletto con una legge che le forze politiche non si sono decise sin qui, stranamente, a cambiare. Senza considerare il fatto che queste cruciali modifiche al dettato costituzionale vengono attuate senza una adeguata informazione e una effettiva partecipazione dei cittadini al dibattito.

In poco tempo sono state raccolte quasi 500 mila firme di cittadini, sono state indette a giugno e ottobre manifestazioni altamente partecipate e centinaia di associazioni, comitati, organizzazioni sindacali, partiti e movimenti politici, si sono e si stanno mobilitando in tutta Italia, come non si vedeva da tempo nel nostro Paese, a difesa e per l’attuazione delle norme della Carta Costituzionale.

Questo “strappo” alle regole volute e previste dalle nostre Madri e dai nostri Padri costituenti appare ingiustificato e inammissibile, risultando in aperta sfida alla volontà popolare e in contrasto con i principi di rappresentanza previsti dal dettato Costituzionale.

Poiché il voto che lei esprimerà è di fondamentale importanza per la nostra democrazia e non può trovare giustificazione nell’osservanza della linea imposta dal partito di appartenenza, le chiediamo di inviarci le motivazioni del suo voto, in forma scritta, che renderemo pubbliche, a noi cittadine/i nonché elettrici/elettori che continueremo a impegnarci perché la Costituzione venga attuata e non stravolta.

 

 

Senatrice/Senatore,

Il 23 ottobre 2013 è stato approvato in seconda lettura il DDL Cost. AS813-B che prevede, oltre alla modifica dell’art. 138 della nostra Costituzione, l’istituzione di un Comitato di 42 Parlamentari che potranno intervenire sugli interi Titoli I, II, III e V della parte II, incluse “le modificazioni, strettamente connesse, ad altre disposizioni della Costituzione o di legge costituzionale”, ivi compresa, quindi, la I parte.

Praticamente, una “delega in bianco”.

Siamo qui a chiederle conto e ragione del suo recente voto: domandiamo che Lei chiarisca a questo Coordinamento, e agli elettori tutti, i motivi che lo che lei ritiene lo giustifichino.

La maggior parte dei costituzionalisti considera illegittima la modifica dell'art. 138 - norma fondamentale per la variazione della Costituzione - così come proposta, in quanto mette in discussione la natura stessa del nostro Ordinamento democratico come insieme coerente di principi inderogabili su cui si fonda la Repubblica.

Noi pensiamo che la Costituzione debba essere sottoposta a una “buona manutenzione” e soprattutto debba essere coerentemente applicata. Quello che si sta profilando è, invece, la pressoché totale riscrittura del dettato costituzionale. Sono, infatti, 69 su 139 gli articoli direttamente interessati dal processo di riforma, senza qui considerare, come visto in precedenza, gli altri “strettamente connessi”.

Inoltre, con la nuova procedura in deroga all’art. 138, viene praticamente esautorato il ruolo centrale e le prerogative del Parlamento e dei suoi singoli componenti, ai quali è inibita la possibilità di presentare emendamenti ai testi proposti dal governo, concentrando così nell'Esecutivo poteri estranei a quelli conferitigli dalla Costituzione e ai i principi di democrazia sociale previsti e garantiti dalla Carta.

In un suo scritto pubblicato nel 2009, Leopoldo Elia metteva in guardia dai rischi di un Potere costituito che opera come Potere costituente, travalicando i limiti di sovranità che appartengono al Popolo e solo ad esso.

Ancor più inaccettabile è il fatto che modifiche così importanti  vengano votate  da un Parlamento eletto con una legge che le forze politiche non si sono decise sin qui, stranamente, a cambiare. Senza considerare il fatto che queste cruciali modifiche al dettato costituzionale vengono attuate senza una adeguata informazione e una effettiva partecipazione dei cittadini al dibattito.

In poco tempo sono state raccolte quasi 500 mila firme di cittadini, sono state indette a giugno e ottobre manifestazioni altamente partecipate e centinaia di associazioni, comitati, organizzazioni sindacali, partiti e movimenti politici, si sono e si stanno mobilitando in tutta Italia, come non si vedeva da tempo nel nostro Paese, a difesa e per l’attuazione delle norme della Carta Costituzionale.

Questo “strappo” alle regole volute e previste dalle nostre Madri e dai nostri Padri costituenti appare ingiustificato e inammissibile, risultando in aperta sfida alla volontà popolare e in contrasto con i principi di rappresentanza previsti dal dettato Costituzionale.

Poiché il voto che lei ha espresso è di fondamentale importanza per la nostra democrazia e non può trovare giustificazione nell’osservanza della linea imposta dal partito di appartenenza, le chiediamo di inviarci le motivazioni del suo voto, in forma scritta, che renderemo pubbliche, a noi cittadine/i nonché elettrici/elettori che continueremo a impegnarci perché la Costituzione venga attuata e non stravolta.

  

 

 

In attesa di una sollecita risposta

 

FIRMATO DA:

1.      Libertà e Giustizia di Vicenza e Bassano

2.      Libera –  Coordinamento provinciale vicentino

3.      Comitato Viva la Costituzione del Veneto

4.      Legambiente - Parco Retrone Vicenza

5.      A.N.P.I. Vicenza

6.      C.G.I.L. Vicenza

7.      S.E.L. Vicenza

8.      P.D.C.I. Vicenza

9.      P.S.I. Vicenza

10.  Italia dei Valori, prov. di Vicenza

11.  La Città Respira

12.  Coordinamento dei Comitati

13.  Associazione Luca Coscioni di Vicenza

14.  Fondazione Capta onlus

15.  Circolo Romano Carotti di Bassano

16.  Associazione Femminile Plurale - Vicenza

17.  Comitato Intercomunale Tutela Territorio Area Berica

18.  Arciragazzi Vicenza

19.  Associazione Orizzonti Comuni - Vicenza

 


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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