Convention BPVi a porte chiuse per i media non di casa. Zonin "scarica" Sorato, applausi per Iorio. Ma rimane qualche "incrostazione"
Domenica 6 Settembre 2015 alle 12:26 | 0 commenti
«Credo che la rete e tutta la banca in generale avessero la necessità di comprendere bene i fenomeni che hanno caratterizzato l'ultimo trimestre, le motivazioni che hanno portato a una trimestrale pesante dal punto di vista dei risultati e quelle che sono le strategie che il management ha in mente per il prossimo futuro. Ho chiesto a tutti di dare esempio, nell'impegno e nell'energia. Solo così si potrà generare l'entusiasmo necessario per rimettere in moto il motore. Le incrostazioni del passato? Io credo che il personale possa guardare avanti con serenità »
Così parlò ieri a oltre 800 direttori di filiale, capi area e responsabili di unità organizzative convocati al teatro Comunale, Francesco Iorio, nuovo AD della Banca Popolare di Vicenza dopo lo "scarica barile" del Cda sull'ex Ad e dg Samuele Sorato e sul suo staff di direzione, per anni additato come esemplare dallo stesso Cda, presidente Gianni Zonin in testa, e ora individuato come l'unico colpevole, a insaputa del Cda, dei problemi dell'Istituto.
I problemi, dopo la diffusione dei risultati dell'ultima semestrale, sono così sintetizzabili: un miliardo di perdita per adeguare i margini di copertura crediti ai livelli del sistema e un ennesimo aumento di capitale «fino a 1,5 miliardi, per compensare i 940 milioni "stralciati" dalla Bce in quanto ottenuti attraverso l'utilizzo di finanziamenti correlati», scrive ora anche Il Giornale di Vicenza, che per anni ha coperto, o poco verificato, con specifiche responsabilità "etiche" i dati precedenti ben diversi e tali da incoraggiare gli aspiranti azionisti ad esporsi economicamente così come erano ottimisticamente diffusi dal presidente Gianni Zonin, dal vertice operativo Samuele Sorato e dal membro del Cda fin dal 2003, Giuseppe Zigliotto, anche al quotidiano che fa capo alla banca, via Confindustria Vicenza di cui Zigliotto è tuttora presidente.
Con la sincerità che fa parte del DNA di VicenzaPiù, che nell'interesse dei lettori ha sempre diffuso i dati ufficiali di BPVi ma ha cercato anche di capirli e spiegarne le criticità a costo di inimicarsi i vertici permalosi di allora, premettiamo ad alcune successive riflessioni basate sulla stampa cartacea odierna che «le incrostazioni del passato» da rimuovere secondo l'AD Iorio dovrebbero comprendere anche le censure verso alcuni media che fanno il proprio lavoro con indipendenza permettendo in futuro che vengano messi in condizione di lavorare anche loro senza filtri obbligati per riferire direttamente delle conferenze stampa e, ieri, degli «oltre 800 direttori di filiale, capi area e responsabili di unità organizzative convocati al teatro Comunale dal nuovo management per fare il punto della situazione e per trovare una ricetta per uscire da questa situazione complicata», come scrive il "foglio" confindustriale.
Se la rimozione delle incrostazioni che Iorio sta operando permetterà al personale di «guardare avanti con serenità », l'eliminazione delle linee di comunicazione riservate o, peggio, delle censure creerà una maggiore trasparenza intorno all'Istituto alle cui sorti, caro Iorio, non possono non tenere tutti i vicentini, nativi e residenti, inclusi giornalisti ed editori, cittadini o imprenditori, istituzioni e aziende locali, sia pure da diverse angolazioni e con visioni diverse da quelle suggerite dal locale MinCulPop in via di disfacimento, così si spera per l'ammodernamento dell'area vicentina dominata a turno e con alternanze decennali da diverse "cupole" e "cupolette", visto che il "cupolone" originale starebbe a Roma...
Tornando alla convention di ieri indispensabile per i vertici delle filiali e delle varie aree di bussiness, spesso ridotti alla depressione oltre che preoccupati per eventuali responsabilità legali, negate da Iorio, nei confronti della clientela, ci limitiamo, in attesa di un clima più trasparente per tutti, correntisti e giornalisti, ad alcune considerazioni su quanto letto su GdV e CorVeneto.
Se una standing ovation all'americana al grido apparso su un video di «Facciamogli un padello così» ha testimoniato al nuovo Ad il consenso della rete, non analoga accoglienza è stata riservata al presidente Gianni Zonin, che ha confermato che rimarrà in carica con l'attuale Cda fino alla trasformazione in Spa e che ha "scaricato" ogni responsabilità su Sorato e sul management precedente con queste parole: «Alle difficoltà della crisi globale si sono aggiunte le scelte fatte dal precedente management nella realizzazione delle recenti operazioni di aumento di capitale. Non rispettando le norme vigenti e senza informare il Consiglio di amministrazione, che senza dubbio avrebbe bloccato queste operazioni, si è ricorsi a finanziare almeno in parte la sottoscrizione dell'aumento di capitale. Emerse queste operazioni non consentite, si è reso necessario per il nostro istituto rettificare il patrimonio per circa un miliardo e prendere le necessarie misure di rafforzamento patrimoniale».
Supposto che l'attuale top management definito ieri da Zonin «di altissima professionalità e di grande competenza» abbia fatto gli scongiuri visto che gli stessi apprezzamenti in passato l'imprenditore del vino li aveva rivolti a chi ora sarebbe colpevole di tutto, "a insaputa del Cda", Zonin ha assicurato che «la nostra banca c'è, con tutti i suoi valori... Non ci siamo avventurati in operazioni finanziarie sconsiderate, non abbiamo giocato al casinò. Stiamo cercando di salvare il patrimonio del nostro istituto, depauperato dalle scelte illegittime di cui ho parlato».
Parole, come scrive Federico Nicoletti sul Corriere del Veneto, che hanno portato alla replica dei leader del sindacato Fabi, il "nazionale" Giuliano Xausa e il "locale" Mauro Turatello: «non sono piaciute in sala. Non possiamo accettare la dichiarazione che la responsabilità sia tutta del precedente management...». «Poteva essere un'occasione importante per fare chiarezza. Si è risolta in una occasione mancata», aggiunge Paolo Ghezzi della Cisl.
Qui la prova del nove, conlude Nicoletti, sarà "l'azione di responsabilità verso Sorato. Nodo del passato, Iorio si smarca: «Dipende da cda e assemblea, non da me». Arriverà una richiesta in assemblea? «Non è stato ancora deciso nulla», taglia corto l'Ad. Verso cui i sindacati mostrano un'apertura di credito: «Abbiamo sentito discorsi con i piedi per terra e zero balle - dicono Xausa e Turatello -. Ma niente deleghe in bianco. Il punto è la difesa dell'occupazione». Decisivo sarà il nuovo piano industriale già anticipato al cda giovedì. Iorio conferma nella sostanza i 300 esuberi con 150 filiali da chiudere del precedente piano, e il primo lotto di 75 sportelli da chiudere. Il nuovo piano alzerà i numeri? «Ora sono 150 le filiali da chiudere», replica il manager. Come dire che tutto può succedere: «O che tutto può non succedere», chiude Iorio, con un riferimento che pare orientato all'ottimismo".
E anche noi saremmo orientati all'ottimismo: quello di una banca dalle porte aperte da Francesco Iorio a tutti i media e non solo ai figli, comunque bravi, di papà . E zio.
N.B. La società Editoriale Veneto, che per il 51% è di Rcs e per il 49% di imprenditori locali tra cui Riello e Zonin, pubblica il Corriere del Veneto; l'editrice de Il Giornale di Vicenza è Athesys spa, controllata da Confindustria Verona e Confindustria Vicenza, di cui Zigliotto, membro dell'ora annunciato come morente Cda bancario, è il presidente.
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