Chiara Garbin risponde a Pierangelo Cangini sul Centro polifunzionale di protezione civile
Venerdi 24 Dicembre 2010 alle 08:43 | 0 commenti
Chiara Garbin, Associazione Popolari Europei - In allegato alla presente mando documento che integra, aggiorna e pone delle riflessioni rispetto a quanto detto durante il convegno di sabato sul centro polifunzionale di protezione civile e successivamente da quanto dichiarato sul Gazzettino dall'assessore Cangini. Si tiene a sottolineare che questa è un'opportunità per dare risposta alla nostra Città , Provincia e Regione rispetto alle esigenze territoriali. A prescindere dal'amministrazione in carica, ci deve essere una struttura e organizzazione in grado di intervenire in maniera preventiva e pianificatoria e di emergenza per esigenze ambientali e sociali.
Tutti i politici e i vari partiti dovrebbero convergere su un unico obiettivo e richiedere l'intervento dello Stato per la creazione di un centro polifunzionale di protezione civile da seguire come esempio per l'Italia.
Questo dovrebbe rientrare nelle compensazioni del Dal Molin.
Di seguito il documento
A seguito del convegno tenuto sabato sul centro polifunzionale di protezione civile e delle precisazioni da parte dell'assessore Cangini, è necessario porre qualche domanda-riflessione.
Dal convegno è risultato necessario ed inderogabile la nascita di questo centro, in quanto tutti gli intervenuti hanno evidenziato l'esigenza prima di tutto di spazio, di avere tutti i mezzi e le risorse non disseminate nel territorio, di coordinamento, di criticità di comunicazioni, di sovrapposizione di interventi ecc.
L'amministrazione comunale di Vicenza ha individuato all'interno del PAT un'area destinata a polo della prevenzione.
Innanzitutto la proposta partita dal convegno è di realizzare un centro che contenga gran parte delle STRUTTURE OPERATIVE come previste dalla legge 225/92, compreso il Corpo Forestale dello Stato e l'UNIVERSITA' GEOFISICA per un accurato studio del nostro territorio e per una maggiore previsione e prevenzione delle fragilità e dei dissesti presenti o futuri, ecc. (vedasi sotto estratto legge):
Art. 11 (Strutture operative nazionali del Servizio)
1. Costituiscono strutture operative nazionali del Servizio nazionale della protezione civile:
a) il Corpo nazionale dei vigili del fuoco quale componente fondamentale della protezione civile;
b) le Forze armate;
c) le Forze di polizia;
d) il Corpo forestale dello Stato;
e) i Servizi tecnici nazionali;
f) i gruppi nazionali di ricerca scientifica di cui all'articolo 17, l'Istituto nazionale di geofisica ed altre istituzioni di ricerca;
g) la Croce rossa italiana;
h) le strutture del Servizio sanitario nazionale;
i) le organizzazioni di volontariato;
I) il Corpo nazionale soccorso alpino - CNSA ( CAI).
Fatta questa piccola premessa torniamo a valutare il PAT, come dice l'Assessore l'art 25 individua la zona tra Laghetto e Polegge, di proprietà dell'ULSS dove dislocare il Polo della Prevenzione.
Art. 25 - Azioni di riqualificazione e riconversione (D)
11. Polo della Prevenzione: rilocalizzazione e integrazione in un unico ambito, individuato in destra Astichello tra la frazione di Polegge e Laghetto, delle funzioni, strutture e attrezzature per la gestione della sicurezza e della prevenzione (protezione civile, SUEM, Croce Rossa, Vigili del Fuoco, etc.) da realizzare anche mediante forme di perequazione e individuando eventuali destinazioni che possano risultare compatibili, complementari e di supporto allo svolgimento delle attività di prevenzione.
Inoltre all'art 49 dello stesso PAT si scrive:
2. area aeroporto DAL MOLIN, definita nel PAT nel seguente modo:
"Infrastrutture e attrezzature di maggiore rilevanza (D) art. 49"
Art. 49: Il PAT, riconosce l'attuale assetto funzionale regionale delle strutture aeroportuali e la necessità di connettere il Capoluogo con la rete aeroportuale. Al fine di individuare un sito idoneo alla realizzazione di una pista di atterraggio a basso impatto territoriale e ambientale, il PAT indica come idonei per la localizzazione gli ambiti costituenti i Cardini Est e Ovest, le aree circostanti già indicate per funzioni di pubblico interesse nonché le aree indicate per la realizzazione del Polo della prevenzione.
Il PI, in sede di adeguamento, alla luce della presente direttiva, provvede alla individuazione del sito, anche verificando ipotesi alternative a quelle sopra indicate, e definisce le caratteristiche urbanistiche e le modalità per la realizzazione degli impianti.
Ritengo fondamentale per una struttura che contenga il Sistema OPERATIVO di Protezione Civile la presenza di un aeroporto e eliporto vedi necessità di canadair per spegnere gli incendi, o aerei per trasporto organi da trapiantare, o soccorso aereo in caso di gravi catastrofi tipo alluvione, grandi frane ecc. o per lo stesso monitoraggio di varie zone. Lo sostiene anche il Pat nel suo articolo 49.
Domanda ce lo spazio a Laghetto per fare tutto questo?
C'è la possibilità di realizzare una struttura che rispetti l'ambiente, che mitighi l'impatto e che si auto sostenga dal punto di vista energetico (vedi requisiti del progetto di seguito riportati) Sarebbe una struttura "unica in Italia" e all'avanguardia e potrebbe diventare finalmente un esempio da imitare. Una risposta che non deve limitarsi alla Città . E' una risposta che diamo a tutta la Provincia e a tutta la Regione.
Requisiti progetto
preservare il sottosuolo
autosostenersi da un punto di vista energetico
utilizzare materiali ecosostenibili
utilizzare forme diffuse e basse, poco impattanti e leggere
prevedere una progettazione "versatile" che permetta modifiche successive ed eventuali integrazioni o spostamenti delle strutture
integrarsi nel tessuto urbano
favorire la cooperazione e lo scambio di informazioni, materiali e risorse umane tra gli enti che saranno presenti, al fine di ottimizzare l'efficienza in caso di emergenza
prevedere infrastrutture atte all'approvvigionamento massiccio ed ordinato di materiali, risurse umane e mezzi nel momento dell'emergenza
divulgare la "cultura della pace" rendendo l'area "attraente" per la cittadinanza, costituendo un'"area di aggregazione"
preservare e divulgare le "criticità " della zona al fine di educare al rispetto dell'ambiente
prevedere la costituzione di un centro di formazione per il personale da coinvolgere in caso di emergenza
Al contrario il riutilizzo di vecchie aree come quella di Laghetto con edifici magari costruiti negli anni 60-70, comporta elevati costi in quanto bisogna demolire l'edificato per renderlo idoneo alle esigenze, lo domanda torna spontanea a carico di chi??
E' solo una volontà della giunta e del consiglio comunale nel decidere con il Piano di Interventi, la localizzazione del Polo della "Protezione", non servono varianti al PAT in quanto aree già a vocazione pubblica e con la possibilità di costruire alcune volumetrie sempre a destinazione pubblica.
Mantenere così come sta un Parco di quelle dimensioni comporta oneri e rischi. Il parco della Pace dovrebbe essere Motore di Pace, infatti la realizzazione del Centro Polifunzionale, contribuisce a sensibilizzare i Cittadini all'uso responsabile delle risorse del Pianeta, ciò significa contribuire alla costruzione di un futuro equo e sostenibile. Essere pronti ad intervenire nelle situazioni di emergenza, oltre ad alleviare le sofferenze della Gente, significa contribuire alla conservazione del Pianeta, l'unico che abbiamo.
Alla luce di quanto emerso dal convegno e da quanto l'alluvione ha messo in evidenza, prendiamo spunto per dare vere risposte e rivedere vecchie ipotesi.
Visto che gli organi nazionali quali il Capo dello Stato e il Capo del Governo sono venuti a Vicenza perché non si chiede a gran voce venga inserito come NECESSARIO all'interno delle compensazioni la realizzazione del Centro Polifunzionale a carattere regionale?
Perché non costruire dove già c'era un aeroporto con minori costi piuttosto che considerare un'altra area? Come previsto dall'art. 49 del PAT?
Perché non destiniamo l'area di Laghetto di proprietà dell'Ulss ad altre attività con fini SOCIALI a servizio della Città ??? Che ne hanno bisogno? Così utilizziamo i soldi non spesi per il centro polifunzionale per altre esigenze sociali territoriali?
Queste considerazioni evidenziate con l'alluvione devono portare a rivedere quanto si stava portando avanti. Ciò comporterebbe un notevole risparmio per la Città e di degli enti e associazioni che dovrebbero sborsare denaro per la realizzazione di questo centro dando una pronta risposta alle esigenze socio-ambientali del nostro territorio.
Ora:
CIPE prevede 11,5 milioni per aeroporto e 5 milioni per la tangenziale.
Al momento ci sono 4 compensazioni richieste
Tangenziale
Parco della Pace
Meccatronica
Tram elettrico (costo totale previsto 48 milioni euro)
Il Centro Polifunzionale di Emergenza sarebbe coerente con la vocazione dell'area e darebbe una risposta ambientale e sociale al territorio.
DOVREBBE ESSERE INSERITO COME PUNTO AGGIUNTIVO RISPETTO ALLE COMPENSAZIONI E POTREBBE VENIRE INTERAMENTE FINANZIATO DALLO STATO O IN PICCOLA PARTE CON LA PARTECIPAZIONE DEI VARI ENTI E ISTITUZIONI TIPO REGIONE, PROVINCIA E COMUNE.
Associazione Popolari Europei
Replica di Chiara Garbin
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