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BPVi dopo Sorato "saluta" Emanuele Giustini e Andrea Piazzetta. Spunta il caso Optimum

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Giovedi 4 Giugno 2015 alle 21:15 | 0 commenti

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«Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Vicenza, riunitosi in data odierna, comunica la risoluzione consensuale dei rapporti di lavoro del Dott. Emanuele Giustini - Vice Direttore Generale e Responsabile della Divisione Mercati - e del Dott. Andrea Piazzetta - Vice Direttore Generale e Responsabile della Divisione Finanza. Il Consiglio di Amministrazione ha espresso al Dott. Giustini e al Dott. Piazzetta l'augurio di un prospero futuro professionale».

La Banca Popolare di Vicenza, dopo l'addio recente all'ex ad prima già dg Samuele Sorato, ha così comunicato con questa secca nota in serata la risoluzione consensuale dei rapporti di lavoro di Emanuele Giustini e Andrea Piazzetta.

Escono, quindi, di scena, come previsto, le "seconde linee" dirigenziali dopo l'arrivo del nuovo ad, Francesco Iorio, che ha preso il posto dell'ex ad, prima già dg, Samuele Sorato, il cui allontanamento, ancora coperto dal mistero, è al centro di un articolo di ieri sul sito internet del settimanale "L'Espresso".

L'ipotesi fatta riconduce la fuoriuscita di Sorato alle recenti ispezioni di Consob e Bce, che, secondo L'Espresso, avrebbero preso in esame l'aumento di capitale del 2014 e il ruolo della società lussemburghese Optimum asset management. BPVi non commenta ma, secondo la ricostruzione giornalistica, alcuni manager di Popolare di Vicenza agli ordini di Sorato avrebbero sollecitato come possibili investitori alcuni fondi con sede a Malta e facenti capo alla Optimum. Ma il problema - sempre secondo la ricostruzione di stampa tutta da verificare - è che BPVi avrebbe dovuto comprare quote di questi fondi dopo l'eventuale sottoscrizione dell'aumento di capitale, configurando così una sorta di partita di giro.

Se perciò BPVi vive una fase decisamente movimentata, anche per il malumore dei soci e dei dipendenti, perde consistenza l'ipotesi fatta qualche settimana da La Repubblica, scrive VeneziePost, secondo cui «l'ingegner Paolo Biasi starebbe tessendo una tela per creare una super banca del Nordest che parta da Verona e aggreghi Vicenza e Montebelluna. Ebbene, non solo la Fondazione starebbe già rinunciando al progetto a causa dell'eccessiva complessità, ma lo schema descritto in questi termini sarebbe un po' troppo largo. Nel senso che una fusione a tre non sarebbe mai stata ipotizzata nemmeno dalla Fondazione con sede a Verona, e in particolare Montebelluna non sarebbe mai rientrata nel disegno. Ma anche l'idea di unire Verona e Vicenza si starebbe rivelando impossibile da perseguire».

Il Banco Popolare e la Popolare di Vicenza sono, infatti, entrambe alle prese con trasformazioni radicali e, continua VeneziePost, «l'unica reale priorità della Fondazione Cariverona - che continua ad essere il principale socio italiano di Unicredit, anche se ha tempo tre anni per cedere circa l'1% e di recente ha rinunciato ad entrare in cda - è di utilizzare le proprie disponibilità liquide (nei prossimi mesi si aggireranno attorno al miliardo di euro) per crescere nel Banco Popolare. Operazione che già da sola ha una certa complessità, perché la recente riforma delle Fondazioni frutto dell'accordo tra governo e Acri impone agli enti di non mantenere più di un terzo del patrimonio nelle banche conferitarie per favorire una «diversificazione» degli investimenti. E vendere una banca per comprarne un'altra non è indice di forte diversificazione. Ma questo scoglio - per quanto riguarda il Banco Popolare - può essere superato dimostrando che l'investimento sarà redditizio. Più difficile è invece procedere sul fronte Vicenza».

Sarà necessario per la Fondazione Cariverona, dopo il rinvio dell'attivazione del Borsino per lo scambio di azioni BPVi da maggio a, probabilmente, dopo l'estate, che si determini e si assesti il valore reale delle azioni della banca vicentina per non rischiare pesanti minusvalenze acquistando in questo momento, ai valori teorici fissati dall'ultima assemblea dei soci e prima che la trasformazione in Spa e la successiva probabile quotazione non diano ai titoli un valore di mercato.

Tempi, quindi, lunghi e durante i quali tutti gli scenari oggi immaginabili potrebbero cambiare.

 


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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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