Bottene: "Nessuno sconto a Variati"
Domenica 8 Novembre 2009 alle 08:00 | 2 commenti
Articolo tratto dal numero 170 di VicenzaPiù, in edicola e da oggi in distribuzione in città nei Punti di distribuzione elencati a destra e scaricabile in pdf dal box sempre a destra.Â
La consigliere dei No Dal Molin accusa la maggioranza: "Troppi compromessi"
E sui poteri forti: "Non vorrei cambiassero solo i referenti"
Agli esordi dell'amministrazione di centrosinistra che governa la città , la consigliere comunale di Vicenza Libera-No Dal Molin, pur se fuori dalla maggioranza, sembrava fiancheggiarla. Quanto meno sul punto decisivo che accomunava il no-base Achille Variati e il Presidio di cui lei è il braccio istituzionale, e cioè la lotta alla Ederle 2. Oggi che il sindaco vi ha desistito, ogni legame è stato reciso e la Bottene fa opposizione. «Costruttiva», tiene subito a precisare.
In che senso?
Nel senso che rifiuto quella pregiudiziale, ideologica. Io non ho un partito alle spalle, non ho l'obbligo di fare un'opposizione strumentale, preconcetta. Valuto caso per caso.
Cos'è che impedisce ai contrari alla base, che l'anno scorso hanno fatto vincere Variati, di riconoscersi nella sua giunta, e a lei di entrare nella maggioranza?
Il fatto che non accetterò mai di fare continui compromessi andando contro le mie convinzioni e gli interessi della gente che mi ha votato. Un detto dice che un politico non può mai essere del tutto innocente. Ecco, io invece voglio restare innocente.
E quali sono i compromessi di questa maggioranza che non accetta?
Il piano casa, ad esempio. Ho votato contro, perché questa legge, imposta dall'alto, favorisce i soliti noti, cioè i costruttori. C'è uno studio secondo il quale fra il 2001 e il 2006 in Veneto sono state concesse licenze edilizie per 94 milioni di metri cubi, equivalenti a 788 mila abitanti teorici. Ma in questi anni la popolazione è realmente aumentata solo di 234 mila unità . Si poteva bocciarla del tutto, la legge regionale lo prevedeva, non era obbligatorio adottarla. Tra l'altro, dando mano libera alle costruzioni in contrasto con la pianificazione del Pat, si abbassa anche il valore degli immobili, e quindi a rimetterci sono i proprietari e gli immobiliaristi. Cioè tutti tranne i costruttori.
E del Pat, che prima impressione si è fatta?
Non per battere sempre lo stesso tasto, ma nei 130 mila abitanti previsti per il 2020 non sono compresi i 17 mila americani, fra militari e civili, che avremo in città con le due basi. La tangenziale nord non tiene conto del traffico che ci sarà fra la Ederle e il Dal Molin. Non è un modo serio di pianificare.
Sì ma oltre al suo cavallo di battaglia c'è altro? Ad esempio, va bene il nuovo stadio a Vicenza est?
La parte est è la più gravata di tutte. Ha già subito l'ampliamento del centro commerciale (area Strobbe, ndr). Voglio capire bene i termini dell'accordo coi privati di Vicenza Futura, ma in generale direi che dello stadio dovrebbero farsi carico loro, perché i costi che si sobbarca il Comune superano la quota che riceve dalla società di calcio. Io avrei dato lo stadio attuale al privato.
Secondo lei c'è il rischio di speculazione nell'area del Menti una volta demolito, anche se si parla al suo posto di polo della meccatronica e di alloggi universitari?
Mah, non vorrei che col cambio di amministrazione da Hullweck a Variati si fosse passati da un referente a un altro. Il parcheggio sotto Campo Marzo, per dire, lo farà la Maltauro (socio forte di Vicenza Futura, ndr). Altre note imprese di costruzioni sono invece sparite...
E il nuovo Comune nell'ex piruea Ftv, come lo vede?
La motivazione ufficiale è la riqualificazione dell'area. Ma era meglio accanto al teatro: avrebbe più respiro, e i terreni sono proprietà comunali, mentre di là sono privati. Rivelo però che in forma ufficiosa mi è stato detto che il Comune guadagnerebbe di più nel vendere questi ultimi.
Caso Ipab: qui come si è comportato Variati?
Innanzitutto bisogna dire che le dimissioni di Meridio e del cda sono il minimo. Questa vicenda è frutto di un radicato malcostume: la lottizzazione partitica. Variati ha promesso un nuovo cda tecnico, bene. Ma gliel'ho già detto in consiglio: basta che non finisca come con Amcps, e cioè con dentro politici come Quaresimin. Variati però doveva porre fin dall'inizio il problema del cambio al vertice dell'ente. Ma siamo alle solite: manca il coraggio. Lo stesso per la permanenza di Hullweck come presidente della fondazione del teatro. Un anno fa avevo fatto un'interrogazione sul suo posto nel cda del Teatro Stabile, si è dimesso solo due settimane fa. Anche perché non è accettabile l'uso personale che ne fa: in cartellone c'è una serata dedicata a Vanna Velo, che è sua moglie. Tutto il rispetto per la signora Velo, ma mi pare che sia quanto meno inopportuno. Tornando all'Ipab, questa di far passare Rucco per santo proprio non ci sta: ha reso pubblico quello che sapeva per evitare provvedimenti disciplinari dell'ordine degli avvocati, visto che lui è un avvocato. E poi le fiduciarie, i misteri, Beppe Rossi: andiamo, fra di loro si conoscono e sanno tutto... E soprattutto non possono dire che è gestito bene: lavoratori in continua agitazione, anziani scontenti, bilancio in deficit. Con la commissione affari sociali siamo andati in ricognizione nelle case di riposo della provincia, e abbiamo scoperto che i cda sono di 3 o 4 membri, non di 9, che il gettone dei consiglieri di amministrazione è di soli 50 euro, e che il presidente percepisce un'indennità di mille euro, non di 5 mila. Dovrebbe essere un'opera di volontariato amministrare un ente assistenziale, non un modo per farsi uno stipendio.
Casa di assistenza per bambini poveri Principe di Piemonte: senza bilancio per anni, un presidente accusato di illecita distrazione di fondi, un cda decaduto, abbandono totale. Il sindaco però aveva sostituito il consigliere dimissionario Gianfranco Dori in estate con un suo uomo: perché secondo lei non è intervenuto prima?
Anche qui come con l'Ipab c'è stato un intervento a scoppio ritardato. Saranno i tempi della politica, forse... Ma chiedo: dov'erano in tutti questi mesi, dalla lettera scritta al presidente a febbraio, i consiglieri di amministrazione? E perché quello nominato da Variati non lo ha subito informato della situazione?
Oltre al lavoro in aula, qual è il suo progetto politico, o meglio il progetto del Presidio per la città oltre al no alla base?
Noi vorremmo stringere un patto di collaborazione coi cittadini, perché non siamo un partito, non obbediamo a input calati dall'alto...
Scusi, la interrompo: il Presidio è visto dall'opinione pubblica moderata, che è maggioritaria in città , come una specie di centro sociale.
Questi sono preconcetti di gente che non è mai venuta al Presidio. Noi discutiamo di tutto anche per ore, in totale libertà .
Sì ma i volti di primo piano, i Jackson, i Pavin, i Palma, vengono tutti o dai Disobbedienti o dalla sinistra comunista. E come si spiega la fuoriuscita di componenti non omogenee come il gruppo di Germano Raniero e di Franca Equizi?
Con Raniero è andata via, diciamo così per capirci, l'estrema sinistra, quella che voleva la via rivoluzionaria, mentre con la Equizi l'estrema destra, di una persona che per un certo periodo ha usato il Presidio nella speranza di farsi rieleggere in consiglio comunale. Questa è la prova che siamo nel giusto perché sono uscite le ali estreme, coloro che parlano tanto ma poi di fatti ne producono pochi.
Resta il problema di attrarre i vicentini che vi vedono come uno Ya Basta 2 la vendetta.
E' un'immagine distorta e strumentale che vuole impedire l'aggregazione. Posso assicurare che spesso mi stupisco di quanto Cesco (Pavin, etc) e Olol (Jackson, ndr) siano più moderati di me. I pregiudizi comunque li vinci con la conoscenza. Quando abbiamo ospitato il deputato europeo De Magistris dell'Italia dei Valori, ad esempio, c'era tanta gente mai vista.
Forse bisognerebbe osare di più, nell'accogliere voci di diverso orientamento. Peccato non esser riusciti a ospitare al vostro festival anche un Sergio Romano, ad esempio.
Ci ho parlato io stessa, ma mi ha detto che è sua regola non intervenire di persona ma al limite ribadire ciò che pensa sul Corriere, scrivendogli.
Per concludere, non posso non chiederle un giudizio definitivo sul Variati che ha mollato la causa del no.
Sono sicura che personalmente lui è contrario, però credo anche che abbia saputo sfruttare la situazione cavalcando il no e facendosi così eleggere sindaco. Ha gestito il tutto in maniera furba, diciamo così.
Anche se, realisticamente, cosa potrebbe fare ancora, oggi?
Io ti dico: cosa avrebbe potuto fare quest'anno. Lasciamo perdere il quorum del referendum, una cosa che si è inventato lui, vogliamo parlare dei controlli all'esterno mai fatti, o dei sottoservizi forniti dall'Aim? Aveva promesso la Via, e invece niente. E' stato molto bravo a parole, ma fatti nessuno.
Un po' di speranza non le viene neppure dallo sgretolamento dei poteri forti che comandavano sulla città , con la coda dell'imminente cambio della guardia alla direzione del Giornale di Vicenza?
La cappa che ne derivava l'abbiamo subita tutti, come l'informazione non libera, pilotata, che abbiamo sopportato in questi anni. Sono speranzosa ma anche scettica: non vorrei cambiassero semplicemente i referenti e si passasse ad un'altra cappa. Il presidente degli industriali Zuccato è senz'altro meglio di Calearo, lui e Mincato hanno uno status diverso. Non c'è più la spudoratezza nel trattare Vicenza come fosse cosa loro. Speriamo che questo si ripercuota sul giornale e sulla libertà delle idee in questa città .
Alessio Mannino
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