Blitz GdF: La cricca e il giallo degli appoggi politici Un'interpellanza di Lega e Pdl contro il pm Salvarani Il Corriere del Veneto cita anche l'on. Stefano Stefani
Venerdi 18 Giugno 2010 alle 16:50 | 1 commenti
Il Corriere del Veneto (su web e su carta) di oggi a firma Andrea Priante titola:
La cricca e il giallo degli appoggi politici. Spunta un'interpellanza di Lega e Pdl
Due indagati , (Vittorio Bonadeo e Mario Pietrangelo, n.d.r.) poi arrestati, parlano della necessità di fermare la procura.
Azione contro Salvarani, il deputato Stefani: l'ho fatta io ma nessuno me l'ha ordinata
Il pezzo inizia così:
Nel vortice di affari e tangenti che ha travolto il Veneto, si affaccia l'ombra di appoggi politici. In una delle intercettazioni effettuate dalla guardia di finanza di Vicenza, emerge la volontà da parte di almeno due delle persone arrestate, di colpire il procuratore Ivano Nelson Salvarani, titolare dell'inchiesta, per screditarlo.
La conversazione risale al 13 marzo, quando gli investigatori ascoltano il commercialista Vittorio Bonadeo, 76 anni, parlare con il collega Mario Pietrangelo, 73 anni di Conegliano. Commentando le prime indiscrezioni sull'inchiesta che tre mesi dopo avrebbe portato al loro arresto, Pietrangelo suggerisce: «qualcuno dovrebbe intervenire anche lì dal punto di vista politico». È a quel punto che Bonadeo fa riferimento ai suo presunti legami con importanti politici. «Sai che io ho fatto un'interrogazione parlamentare », dice. E poi, chiarisce chi occorre colpire, e si lamenta: «Contro Salvarani... Il Ministro si era impegnato a mandare gli ispettori! Non li ha mandati... Cosa hanno fatto? Va avanti...». Entrambi i commercialisti si trovano da mercoledì ai domiciliari con l'accusa di aver partecipato alla corruzione di pubblici ufficiali per «ammorbidire » il risultato di alcune verifiche fiscali delle aziende con le quali erano in contatto. Ma l'indagine della procura di Vicenza va avanti.
Gli investigatori individuano nell'interrogazione parlamentare di cui parla Bonadeo, l'interpellanza al ministro della Giustizia Alfano presentata nella seduta dell'8 aprile 2009 e firmata da alcuni esponenti della Lega Nord e del Pdl. Nel documento si critica l'atteggiamento della procura di Vicenza in merito alle «intese tra imprenditori e creditori per le soluzioni concordate in situazioni di crisi». In particolare l'interpellanza fa riferimento ad alcune dichiarazioni del procuratore di Vicenza in merito alla questione MyAir, che avrebbe mosso «giudizi sulle qualità morali di imprenditori e professionsiti che, come prima conseguenza, hanno visto chiudersi il credito bancario» ...
Il pezzo termina così:
Tra i 31 firmatari dell'interpellanza, oltre a parlamentari veneti della Lega come Matteo Bragantini e Giovanna Negro, compare anche il vicentino Stefano Stefani, che conferma di conoscere Bonadeo ma nega con forza che sia stato lui a «suggerire » la richiesta di ispezione. «Lo conosco da 40 anni - assicura - e posso dire che siamo amici. Sembra impossibile che abbia fatto quelle cose, non è proprio il tipo... Ma il fatto che sia stato lui a farci fare l'interpellanza è una millanteria: non ho mai fatto un bel niente perchè me lo ha chiesto Bonadeo». Stefani difende il documento. «C'erano delle cose nel comportamento della procura di Vicenza che ritenevamo degne di nota - spiega - e quindi ho fatto solo il mio dovere rivolgendomi al ministro per chiedere chiarimenti».
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Con quale coraggio ed attendibilità attacca la magistratura locale? Invero egli prende le difese di indagati, che ben può capire dati i suoi precedenti.
Lasciamo Saòlvarani fare il suo lavoro in serenità. Prima di lui i corrotti venivano indagati e condannati solo fuori Vicenza: Maltauro a Milano, Ingui a Verona, Pandolfo a Verona e così via.
A Vicenza nessuno di "lor signori" era stato inquisito: una sorta di riserva dove soggiornare sicuri. Ora sembra non sia più così. Forse per questo se la prendono tanto. Chi viola la legge ha bisogno di retrovie tranquille.
Si vada avanti perchè la provncia di Vicenza non può essere l'entroterra sicura per i potenti che non rispettano la legge.
Fulvio Rebesani