Berlusconi fece un "prestito infruttifero" sul conto della signora Galan, lo dicono gli estratti dell'udienza Ruby-ter
Giovedi 24 Marzo 2016 alle 09:22 | 0 commenti
Si scrive «prestito infruttifero», si legge «aiuta gli amici». La causale di quel bonifico da 125mila euro, dal conto corrente di Silvio Berlusconi a quello di Sandra Persegato, moglie dell’ex governatore del Veneto e ministro Giancarlo Galan, non sembrerebbe aver bisogno di chissà quali fantasiose interpretazioni. Quel passaggio di denaro, motivato appunto come «infruttifero», emerge dagli estratti conto del 2014, 2015 e 2016 di Berlusconi, depositati dai pm di Milano nell’udienza preliminare «Ruby-ter», che vede imputato per corruzione di testimoni l’ex premier, assolto in appello e in Cassazione dopo la condanna iniziale nel primo processo Ruby.
E tra i vari versamenti ad amici e politici, ce n’è uno datato 16 luglio 2015. Importo: 125 mila euro, destinatario: Sandra Persegato. «Sinceramente non ne so nulla, si tratta comunque di questioni private», risponde il legale di Galan, l’avvocato Antonio Franchini.
Il perché di quel bonifico, però, si può facilmente intuire ricostruendo le fasi dell’ultimo anno e mezzo dell’ex ministro. Estate 2014: scoppia il caso Mose ma Galan, forte dell’immunità parlamentare, non finisce subito in carcere come gli altri indagati. I suoi beni - da villa Rodella alle barche - vengono però sequestrati. Poi, il 16 ottobre, il patteggiamento: l’ex governatore concorda una pena a 2 anni e dieci mesi e 2,6 milioni di euro di risarcimento. Pochi giorni dopo, il consiglio regionale annuncia che non erogherà più il suo vitalizio.
Le premesse, insomma, non sono delle migliori. Il 15 luglio 2015 non è una data qualsiasi per Galan: avendo patteggiato, in quel giorno è prevista la scadenza del termine dei nove mesi di custodia cautelare. In pratica, la remissione in libertà . È in quel periodo che la discussione sul suo vitalizio si fa sempre più forte, che le maglie della procura si stringono sempre più intorno a villa Rodella e a quel conto da 2,6 milioni da pagare. Il giorno seguente, parte il bonifico di Berlusconi. Una risposta, con ogni probabilità , a una richiesta di aiuto.
Un paio di settimane più tardi si scoprì che il vitalizio non poteva essere bloccato, in virtù di una legge regionale che specificava che servisse una condanna superiore ai tre anni. Un assegno da 4.991 euro che Galan potrà percepire quando non sarà più parlamentare e che adesso la procura della Corte dei conti del Veneto sembra intenzionata a togliergli, avviando un’azione per i danni d’immagine subiti dalla Regione.
Che la situazione economica dell’ex governatore non fosse più cos’ rosea, comunque, era chiaro già con la cessione di villa Rodella allo Stato in cambio di quei 2,6 milioni di euro. Villa su cui tra l’altro pende un’ipoteca a garanzia di un finanziamento di Veneto Banca da un milione e 850 mila euro, di cui un milione e 721 mila ancora da pagare. Questo significa, come stabilito dal gip veneziano Roberta Marchiori, che il ricavato della vendita all’asta del complesso cinquecentesco non servirà a risarcire le tangenti intascate, ma finirà nelle casse di Veneto Banca. Insomma, Galan si ritrova senza villa e con il vitalizio a rischio (la corte dei conti regionale chiede 5,8 milioni di euro di danni): basteranno quei 125 mila euro? Probabilmente no, considerando le spese in avvocati, traslochi vari e altre pratiche che ha dovuto sostenere l’ex governatore.
L’ex governatore, comunque, non era certo l’unico nella lista dei destinatari del conto corrente di Berlusconi. L’11 novembre 2015, infatti, il veronese Alfredo Meocci, ex direttore generale della Rai ed ex membro della commissione di vigilanza Rai da deputato del Pdl, ricevette un «prestito infruttifero da 65mila euro». Meocci al Corriere della Sera aveva raccontato di aver chiesto un prestito in un momento di particolari difficoltà economiche. Fu una «regalìa» da diecimila euro, invece, quella arrivata sul conto della trevigiana Giovanna Rigato, ex gieffina, showgirl di Domenica 5 e ospite, secondo la procura milanese, delle feste che il Cavaliere teneva nella sua villa ad Arcore.
Di Davide Tamiello, da Il Corriere del Veneto
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