Azione di responsabilità di Veneto Banca per 2.3 miliardi contro amministratori e sindaci, ma non contro società di revisione. Come per la KPMG nel caso BPVi anche PwC fuori dalla citazione di Montebelluna
Giovedi 15 Giugno 2017 alle 10:37 | 0 commenti
Ieri, 14 giugno 2017, è stato avviato l'iter di notifica dell'atto di citazione per l'azione di responsabilità  che Veneto Banca ha avviato nei confronti degli ex amministratori e dei sindaci che si sono alternati in carica nel periodo della crisi fino al 26 aprile 2014. "È stato un lavoro preciso, dettagliato e approfondito - ha commentato Massimo Lanza, Presidente di Veneto Banca -: una necessaria risposta a quell'esigenza di giustizia che i territori richiedevano". Intanto ieri sono anche stati diffusi dei numeri che tracciano il quadro delle perdite. Ai 2 due miliardi circa dell'analoga azione intrapresa, non senza iniziali riluttanze e ritardi da parte dei primi cda ancora targati Gianni Zonin, dalla Banca Popolare di Vicenza contro 33 tra amministratori e sindaci, il danno, definito "spaventoso", che sarebbe stato causato dagli ex vertici di Veneto Banca all'istituto di Montebelluna è stato quantificato "in circa 2 miliardi e 300 milioni di euro".Â
A dirlo, leggiamo sui media nazionali, è stato Alessandro De Nicola, senior partner dello studio Orrick, il consulente di Quaestio sgr che ha rappresentato il suo Fondo Atlante in tutte le assemblee tenutesi da quando il Fondo ha acquistato di fatto le due banche venete. Se il professionista delegato al voto ha bocciato la richiesta dei soci di minoranza della BPVi di estendere le azioni legali di rivalsa al periodo segnato dalla gestione di Francesco Iorio, prima insieme a Zonin stesso poi col presidente Stefano Dolcetta e prima di essere "rimosso" dal cda a trazione Atlante, De Nicola, uno dei consulenti di cui si è avvalsa Veneto Banca nel mettere a punto l'atto di citazione, ha specificato che il conto che risulta è a "tutt'oggi provvisorio e potenziale".
Chissà se in eccesso o in difetto ma chissà , anche, perché sia a Vicenza che a Montebelluna l'azione di possibile recupero dei danni, benché deliberata dalla rispettive assemblee, in cui ha votato De Nicola stesso, non sia stata avviata nei confronti delle società di revisione, la KPMG per la BPVi e la PricewaterhouseCoopers spa (alias PwC spa)?
Tra le varie motivazioni ci potrebbe essere la scarsa capienza delle società di revisione, che in Italia sono degli aggregati di corposi studi che operano in un sostanziale franchising con le ben più capienti case madri, titolari dei loro prestigiosi e ben remunerati brand oppure quella a noi addotta dalla Banca Popolare di Vicenza: "nei confronti delle società di revisione (la KPMG nel caso, ndr) non si fa un'azione di responsabilità ma una richiesta di risarcimento danni. Per ora completiamo l'azione di responsabilità intrapresa e in parallelo si analizzerà , al più presto, l'eventualità di una richiesta di danni che dunque al momento non va esclusa".
La terza motivazione potrebbe essere, almeno nel caso della PwC spa per Veneto Banca che l'operato di revisione di quest'ultima, di garanzia per tutti, sia stato reputato dai consulenti, De Nicola in primis, non "spaventoso" ma in linea con i doveri e le capacità professionali della PwC anche se poi deve essere sfuggito qualcosa a Montebelluna anche alla società di revisione visto che c'era chi nel frattempo causava danni per 2.3 miliardi di euro.
D'altro canto la KPMG, lo saprà bene il rappresentante di Quaestio sgr, è stata rimossa dal suo ruolo a Vicenza proprio dal Cda nominato da Atlante e sostituita dalla PwC che prima "revisionaba" solo Montebelluna...
Ma allora se PwC ha operato bene non accorgendosi della mala gestio  dei "revisionati", che avrebbero causato un danno maggiore di quello cagionato a Vicenza, che era una banca più grande, che dire della KPMG che a Vicenza non deve aver fatto proprio bene visto che è stata sostituita da chi a Montebelluna operava bene anche se con qualche grado di miopia...?
Se la sostituzione sia dovuta al fatto che è sempre meglio un miope rispetto a un "non vedente" o se, magari, la PwC ha fatto uno sconto del tipo "compri due e paghi uno", in linea con le necessità di tagli palesati dalle due banche, non è dato saperlo.
Ma quante altre cose ancora non sappiamo delle due banche e delle cause vere e complete del loro doppio dissesto mai prevenuto, se non spesso determinato, dicono i maliziosi, anche e soprattutto dagli organi di Vigilanza di Banca d'Italia?
Tra società di revisione che hanno "revisionato" come è ora noto e organi di Vigilanza che ben poco  efficacemente hanno "vigilato" riusciremo mai a sapere la verità ?
Questo fatto ci sempre ancora più "spaventoso" del danno denunciato da De Nicola, perché se il buco economico ha distrutto le tasche della gente e del territori, l'assenza di verità e trasparenza distrugge la residua fiducia nelle Istituzioni.
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