Stupisce lo... stupore dell'Avvocatura della Regione Veneto per il rigetto della sua richiesta di costituzione di parte civile nel processo sul crac della Banca Popolare di Vicenza che si sta celebrando a Vicenza contro Gianni Zonin e, solo, altri 5 imputati (la posizione del settimo indagato Samuele Sorato è stata stralciata per motivi di salute) in quanto, essenzialmente, presentata fuori tempo massimo il 15 dicembre scorso e non il 31 novembre. Quello era il giorno noto a tutti meno che ai solerti legali di palazzo Balbi che ora fanno gli acrobati per far credere l'incredibile a meno che non ne vogliano trarre le conseguenze: rifare il praticantato per imparare in futuro come produrre in tempo gli atti per tutelare i danni subiti da regione e veneti.
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Dopo le laboriose trattative che hanno portato alla cooptazione nel cda della Fondazione Roi di Paola Marini, poi diventata degnissima presidente dal 27 novembre 2018, è stato nominato suo vice mons. Francesco Gasparini, il direttore del museo diocesano, cooptato in cda da Gianni Zonin ma che, ora in quota diocesi di Vicenza, nulla aveva e ha a che vedere con i musei civici, a cui deve dedicarsi per statuto la fondazione voluta dal marchese Giuseppe Roi. Si dice che il monsignore sia stato gratificato dalla vice presidenza per frenarne gli eccessi anti azione di responsabilità contro il suo sponsor precedente, Zonin.
Dopo mille trattative (mercanteggiamenti?) oggi con la cooptazione all'unanimità di Paola Marini (in fondo* le sue "referenze" di prestigio) si è finalmente completata la cinquina dei membri del cda della Fondazione Roi ingabbiata in uno statuto a dir poco riprovevole, che è stato lasciato in eredità dall'ultimo cda, i cui due membri più discutibili in quanto griffati Gianni Zonin, sono ancora lì (di fatto autonominatisi) e che mette ai margini, con un solo membro nel consiglio, il Comune di Vicenza, proprietario di quei musei civici a cui cui unicamente dovrebbe essere dedicata la creatura del marchese Giuseppe Roi: palazzo Chiericati, Museo del Risorgimento e della Resistenza e Museo Naturalistico Archeologico, a cui si possono aggiungere le attività museali del Teatro Olimpico, della chiesa di S. Corona e quelle della basilica Palladiana.Â
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«La prima non è buona. Il consiglio di amministrazione della Fondazione Roi, chiamato ieri a nominare i nuovi ruoli di presidente e vice, ha prodotto una fumata nera. Ovvero, nessuno dei quattro componenti del nuovo cda è stato indicato nelle figure di vertice, segno di uno stallo, che si è verificato in occasione dell'indicazione di un quinto componente»: così scrive il collega Gian Maria Collicelli sul CorVeneto facendo intuire, come previsto da noi su queste pagine in tempi non sospetti, che i due ex-consiglieri già in quota Zonin e ora imprudentemente (e impudentemente) rinominati, cioè Giovanna Rossi di Schio (Fai - Fondo ambiente italiano) e Mons. Francesco Gasparini (Diocesi di Vicenza), hanno fatto blocco "contro" i nuovi, il direttore dei musei civici del Comune Mauro Passarin (membro di diritto) e Paolo Menti (in quota Accademia olimpica).Â
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I mass media ci informano che da una ottantina di giorni, cioè da quando si è svolta l'ultima seduta del CdA della Fondazione Roi, retta dal presidente Ilvo Diamanti, l'organo di governo della istituzione non è stato completato. Infatti molto rapidamente è stata rinominata per conto del FAIGiovanna Rossi di Schio, per conto della Diocesi di VicenzaMons. Francesco Gasparini. Solo ora, dopo la conclusione del concorso svoltosi in Comune, è stato possibile indicare, da statuto, il componente di diritto in rappresentanza dei Musei CiviciMauro Passarin.
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"Fondazione Roi e Azione di responsabilità : le responsabilità del Comune. Rucco, c'era o no la volontà di dare il via all'azione di responsabilita'? Perche' il Dirigente comunale alla Cultura e ai Musei non ha partecipato al CdA decisivo della Fondazione Roi? La trasparenza e i fervorini del giorno dopo": con questo lungo ma esplicativo titolo Raffaele Colombara, eletto nel 2013 nella lista Variati Sindaco e tra i pochi reduci di quella amministrazione come unico eletto di Quartieri al Centro, lista di appoggio ad Otello Dalla Rosa, rompe il mutismo che lo aveva colpito sulla Roi nei casi migliori.
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L'attività del Cda della Fondazione Roi, presieduto dal prof. Ilvo Diamanti, si è conclusa la scorsa settimana con l'abbandono, momentaneo, dei lavori da parte di tre suoi componenti i quali, facendo mancare il numero legale, hanno chiaramente manifestato l'intenzione di boicottare la decisione di avviare un'azione di responsabilità nei confronti del precedente presidente Gianni Zonin per i gravissimi danni causati a quella istituzione culturale benefica fondata dal marchese Giuseppe Roi (foto). Tra l'altro il presidente Diamanti ci aveva provato, dice lui, anche in precedenza ma sempre invano.
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