Assessore Donazzan ... parole, parole, parole
Venerdi 28 Maggio 2010 alle 20:10 | 0 commenti
Giorgio Langella, Federazione della Sinistra, Prc, PdCI - L'assessore regionale Donazzan farà di tutto perché le aziende venete non delocalizzino. Si potrebbe dire finalmente. Ma vogliamo anche ricordare qualcosa. Noi comunisti diciamo, ormai da tanti anni e inascoltati, che le delocalizzazioni devono e possono essere fermate. Lo abbiamo scritto e lo scriviamo nei nostri documenti e, puntualmente anche per questo, siamo considerati "pericolosi estremisti". Abbiamo anche fatto innumerevoli proposte. Ne citiamo solo un paio: si vincolino (o si requisiscano) le aree delle aziende che delocalizzano per impedire speculazioni edilizie; si pretenda, dalle imprese che trasferiscono il lavoro, la restituzione dei contributi e delle agevolazioni che le stesse hanno ottenuto dallo Stato e dagli Enti locali.
In poche parole la delocalizzazione si può contrastare solo facendola pagare, e cara, a chi la vuol fare. Noi comunisti abbiamo sempre sostenuto che le delocalizzazioni hanno un solo significato: esportare sfruttamento per importare disoccupazione. Così è stato. Così è.
Con queste parole l'assessore forse si "mette a posto la coscienza". Ma sono dichiarazioni di circostanza, fatte da una esponente di quelle forze politiche che da troppi anni governano Regione e Province. Le stesse forze che, in accordo con la Confindustria, hanno considerato le delocalizzazioni fatti inevitabili. Ci hanno detto (e continuano ad affermarlo) che sono necessarie per "aumentare la competitività ". Intanto la manovra economica appena varata dal governo colpirà (come sempre) soprattutto i lavoratori e i pensionati. Intanto, dopo lo scudo fiscale, "lorsignori" hanno ottenuto una specie di condono edilizio che servirà , forse, per raggranellare qualche euro ma certamente non per colpire un'evasione fiscale che viene calcolata in 120.000.000.000 (centoventimiliardi) di euro ogni anno.
Non è più tempo di parole. Attendiamo che si operi per mantenere e sviluppare il lavoro anche se si devono contrastare le scelte e le pretese di chi ha in mano il potere economico. Bisogna alzare la testa e continuare a lottare perché il lavoro sia un diritto di ogni cittadino. Noi lo facciamo e lo faremo.
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