Arzignano, uno scandalo in "Presa diretta"
Lunedi 21 Marzo 2011 alle 19:17 | 2 commenti
Le telecamere di Rai Tre tornano a Vicenza e riesplode la polemica: Filippi finisce sulla graticola mentre Lovat azzanna il Carroccio
Il Carroccio berico infilzato con un solo fendente. Un atto d'accusa senza appello nei confronti di un pezzo importantissimo dell'imprenditoria vicentina, marchiato a fuoco da un inchiesta per evasione seconda solo a quella collegata a Tangentopoli. Uno spaccato politico desolante che fa pendant con le miserie politiche e morali in un'Italia alla deriva, schiacciata dal peso del suo potere.
Puntata clamorosa
È questo il quadro, clamoroso per certi versi, che esce dagli schermi di Presa Diretta. La popolare trasmissione di Rai Tre condotta da Riccardo Iacona, ieri sera infatti è tornata ad occuparsi dell'affaire concia e delle diramazioni annesse e connesse dopo la clamorosa puntata del 12 settembre 2010. Montaggio serrato, piani narrativi connessi fra loro, gli inviati Domenico Iannacone e Danilo Procaccianti hanno in pratica tirato le somme su quanto accaduto nel Vicentino in questi ultimi mesi. Nel mirino della trasmissione è finito così nuovamente il senatore leghista Alberto Filippi che non avendo argomenti da controbattere ai giornalisti ha preferito una ingloriosa ritirata strategica. Lo stesso è avvenuto col leghista Massimo Signorin, da poco dimessosi dalla carica di vicesindaco di Arzignano e da poco auto-sospesosi dal partito.
Il rottamatore
Durante la puntata non è mancata una lunga intervista al rottamatore Leghista Davide Lovat, «cacciato dal movimento» padano «per avere chiesto più rigore e moralità » soprattutto per chi occupa cariche istituzionali di primo piano. Lovat ha affondato i colpi senza timori reverenziali ed ha messo in guardia il senatùr Umberto Bossi dai giochi di potere in seno alla Lega berica con un ammonimento molto esplicito: «stai attento che te lo stanno mettendo nel culo». E gli stessi imbarazzi di Filippi e Signorin si sono riproposti pari pari quando le telecamere di Presa Diretta hanno pizzicato Alessia Segantini, sindaco leghista di Zimella, indagata come il padre, per una vicenda collegata ad un giro di mazzette per i controlli sulle concerie della Valchiampo. Della Segantini sono state pure filmate le abitazioni, che secondo l'accusa, sarebbero state acquistate coi proventi della corruzione.
Funzionari infedeli
Ma non è finita perché durante la trasmissione, oltre alle interviste di rito ai vertici delle fiamme gialle vicentine è andato in scena anche uno spaccato sulle attività dei funzionari dello Stato che si presume siano stati infedeli. Claudio De Monte, Roberto Soraci, Angelo Fiaccabrino e Vito Maulucci: questi sono tra i nomi usciti durante la puntata di ieri. E di Maulucci "Presadiretta" ha pure mostrato la dimora di prestigio nella quale l'ex funzionario delle Entrate di Arzignano dispone in centro a Vicenza in un palazzo di pregio storico. Una circostanza segnalata per la prima volta il 22 ottobre 2010 con un lungo reportage proprio da VicenzaPiù. Tra le pieghe delle carte però emerge un dato «allarmante». Secondo i reporter della Rai infatti, cifre alla mano, l'inchiesta dirty leather e affini è la più grande per evasione di tutta la storia recente in Italia. Seconda solo a quella legata alla Tangentopoli milanese.
Dimissioni?
E così in Valchiampo, ma non solo, si ritorna a parlare di dimissioni. La base del centrosinistra le chiede per l'onorevole Filippi e per Renzo Marcegaglia, potentissimo presidente della municipalizzata Acque Chiampo (tessera leghista, anche se al momento si dice che sia stato sospeso, viene considerato il sindaco occulto di Arzignano). Lo stesso fanno molti ex del Carroccio. Stessa richiesta di fare le valigie vale per Signorin, anche dalla sua carica di consigliere provinciale. Il centrodestra però non ci sta. Chiama in causa «gli indagati Stefano Fracasso e Gianfranco Signorin». Entrambi sono di area Pd. Il primo è consigliere regionale democratico ed è sotto accusa per avere illecitamente utilizzato alcuni beni del comune quando era sindaco di Arzignano. Signorin, sindaco di centrosinistra prima di Fracasso, è accusato nell'ambito della maxi inchiesta sul depuratore di Montebello. Inchiesta che vede coinvolti tra gli altri anche l'assessore al bilancio della Regione Veneto Roberto Ciambetti (Lega) e il consigliere regionale del Pd Beppe Berlato Sella. Con loro Piergiorgio Rigon (vicino al Carroccio) potentissimo presidente della municipalizzata Medio Chiampo. In realtà però sono pochi quelli che si sono chiaramente espressi per le dimissioni per ogni politico o amministratore finito invischiato in guai giudiziari. Tra le grosse organizzazioni c'è infatti solo la Cgil, che già ad agosto aveva chiesto un passo indietro a chiunque «tra politici e amministratori sia colpito da indagine penale».
Protesta in consiglio
Queste parole però sono «purtroppo cadute nel vuoto». Così diceva Franca Equizi il 24 febbraio durante una tesissima seduta del consiglio comunale della città del Grifo. Una seduta durante la quale le telecamere di Presadiretta stavano filmando la baruffa tra parti avverse. A più di un mese di distanza Equizi non cambia idea e spara a zero: «Il centrodestra deve solo tacere perché la scusa per cui tutti rubano e quindi nessuno ruba la usò un ladro di nome Bettino Craxi. Il centrosinistra dal canto suo deve solo vergognarsi. Ha cogestito politicamente per anni il potere coi boss conciari e ora cerca di rifarsi una verginità . Ma quelli che più mi fanno ribrezzo sono gli imprenditori. A parole si riempiono la bocca di etica dell'impresa, poi invece fanno ciò che fanno. Scommetto che nelle prossime ore tutti i media sbrodoleranno nel commentare i culi delle "ghiottine" immortalati nella puntata di domenica, ma la sostanza è un'altra. La sostanza è descritta in quel cartello portato da un cittadino a febbraio che diceva: conciatori, evasori, inquinatori e markettatori. Questi imprenditori d'accatto, la maggior parte di loro, vanno cacciati a pedate nel culo da Vicenza. Loro, i loro bottali, i loro solventi e i loro tumori. E con loro se ne vadano pure i loro domestici, cioè i politici».
Lo scenario
Ma a parte i j'accuse di Equizi è vero che i politici si guardano bene dal criticare i grossi imprenditori finiti sotto indagine? Effettivamente sui media locali non si è mai sentita da parte di alcun politico di rango un affondo contro "il re della concia" Bruno Mastrotto per esempio (indagato). O contro "il duca della pelle" Giuseppe Walter Peretti (presidente del ramo concia di Assindustria Vicenza e con una azienda di famiglia, la Nuova Gasby finita nel vortice dell'inchiesta). Come mai questi silenzi? I politici sono disposti a criticare in radice il sistema? E c'è il rischio che proprio i politici siano un pezzo del sistema?
Da questo punto di vista una storia illuminante arriva dal consigliere comunale arzignanese Lorella Peretti. Punta di diamante della opposizione di centrosinistra nel comune dell'Ovest Vicentino, è un personaggio politico che nella città del Grifo è stato molto influente, soprattutto quando in maggioranza ricopriva la carica di assessore al sociale. Ora la Peretti oltre ad essere la sorella di Giuseppe Walter è anche socia della Nuova Gasby. Come è socia della Immobiliare Montebello, della Iniziativa srl, della Laser srl e della Logica srl. Ma soprattutto la Peretti, una vera imprenditricie quindi, è stata socia di Athesis, la spa che controlla Il Giornale di Vicenza, testata dell'establishment appartenente alla Confindustria berica. Chi garantisce quindi che quello in corso tra destra e sinistra non sia un sano scontro politico ma «una bassa guerra» di potere?
SIETE UNICI- BRAVI
finalmente qualcuno che ha coraggio di scrivere sulla Peretti
e che il giornale di Vicenza SI VERGOGNI
a parte Tolettini abbiamo visto le solite notizie su ghiotto.. e che fosse un disgraziato già lo sapevamo da anni!
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