Art Bonus detassato per l'Ala Ottocentesca del Chiericati, Bulgarini annunciò il suo contributo e quello del Comune: lui ha dato 35 euro, assessori e consiglieri nulla e il Comune di Variati metà del milione promesso
Lunedi 20 Febbraio 2017 alle 08:40 | 2 commenti
Pubblicato il 19 febbraio alle 15.25, aggiornato il 20 alle 8.40. Dopo la conferenza stampa svoltasi il 17 novembre 2016 ("Art Bonus, 28 proposte per la città e sgravi fiscali per i mecenati. Appello di Jacopo Bulgarini d'Elci agli imprenditori vicentini") il 18 il vicesindaco ci rilasciava, per promuovere il progetto Art Bonus a favore di 28 monumenti e musei cittadini della città di Vicenza un'intervista che riproponiamo in fondo in cui dichiarava che "proprio ieri sera (17 novembre, ndr) ho fatto anche io la prima donazione per Art Bonus, rivolta a Palazzo Chiericati che mi sta particolarmente a cuore... Credo ci siano ragioni di essere cautamente ottimisti... questo è un grande territorio che nonostrante la crisi pesantissima e la perdita delle banche che l'ha colpito resta un grande territorio d'impresa con una capacità contributiva importante". Il giorno prima, in conferenza stampa, il vicesindaco aveva anche annunciato che la Fondazione Cariverona aveva già garantito per l'Ala Ottocentesca di palazzo Chiericati la prima donazione con 1 milione 500 mila euro tramite il meccanismo di detassazione (si detrae dalle tasse il 65% dell'importo donato).
Ma, aggiungeva ottimista l'assessore alla crescita, che a Vicenza include la delega alla cultura, anche il Comune di Vicenza, che chiedeva a cittadini e imprese di sostenere per un importo complessivo di 5.445.600 euro i 28 interventi su monumenti e musei della città , aveva già deciso di investire 1 milione di euro allo stesso scopo: "abbiamo ritenuto di inserire la somma nel sito dell'Art bonus poiché, se raccoglieremo donazioni, il risparmio verrà reinvestito in altre operazioni culturali" (leggasi "del milione di euro 650.000 sarebbero stati risparmiabili in tasse da non pagare in tre anni", ndr).
Ebbene, a distanza di tre mesi dagli annunci, un terzo dei contributi Art bonus versati da privati, come risulta dal portale di Art Bonus al 15 febbraio 2017, per il Museo Chiericati porta un nome: Jacopo Bulgarini d'Elci.
Bene, verrebbe da dire.
Peccato solo che si tratti di 100 euro, che, riferendosi ad una cifra tipo abbordabile per un cittadino qualunque (100.000 diceva per alcune imprese...), con il beneficio fiscale si riducono a 35, come spiegava nella video intervista proprio il promotore e (auto)testimonial Bulgarini che prometteva la sua sottoscrizione ma si definiva povero in canna con i suoi 46.853,04 euro all'anno lordi percepiti per il suo ruolo di "diversamente disoccupato" come altri quattro suoi colleghi di giunta.
Ora se il politico "deputato" ai beni culturali e pagato per questo ha versato l'equivalente di una cena in una discreta trattoria vicina a uno di quei beni, poco, verrebbe da dire, se non altro per la pubblicità fattasi, in ogni caso JBd'E si è comportato meglio di tutti i suoi poveri colleghi di giunta e di tutti i, quindi, "poverissimi" consiglieri comunali, che non hanno versato proprio nulla, neanche un gettone di presenza, sindaco Achille Variati compreso.
Che, poi, leggendo i dati riportati sul portale Art Bonus, ha anche smentito, ma non sarebbe la prima volta, il suo vice versando nel fondo detassato per il 65% e pro Chiericati non il milione annunciato e promesso ma solo la metà .
Su questo, però, ci stupiamo molto meno: una bugia solo per il 50% di quanto detto innalza enormemente la media delle bugie del sindaco, che tra l'altro, imperterrito, continua a promuovere e far promuovere "beni" cittadini futuri, come il... Parco della Pace, e a spendere soldi per sondaggi e studi di fattibilità per la stazione Tac Tav in Fiera di Vicenza, nel frattempo venduta a Rimini, ma nessuna risorsa dedica, se non la solita conferenza stampa autocelebrativa e l'appeal del suo vice, misurato dai 300 euro di contributi versati in totale inclusi i suoi 100, a far conoscere ai cittadini, poveri assessori e poverissimi consiglieri a parte, le possibilità offerte dall'Art Bonus per i beni storici di una città prossima alla bocciatura Unesco.
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