Langella e noi al direttore de Il Giornale di Vicenza: "scriva dei morti Marlane Marzotto"
Giovedi 3 Novembre 2011 alle 11:57 | 0 commenti
"Ieri (martedì 1° novembre) ho spedito al direttore del Giornale di Vicenza la lettera sotto riportata (sull'oblio o, va più di moda, "bavaglio" del rinvio del processo Marlane Marzotto, ndr)", questa la mail con cui Giorgio Langella accompagnava la trasmissione della lettera anche a tutte le altre testate locali "per opportuna conoscenza.". Non senza aver atteso due giorni utili per leggere qualcosa sull'argomento dopo la lettera (e sei edizioni utili dopo il rinvio del processo) pubblichiamo come facciamo sempre quello che ci scrive Vicenza.
E, per ricordare i morti sul lavoro, anche quando ad esserne responsabile potrebbe esserne un'azienda storica del Vicentino, la Marzotto, che, però, che si rifiuta di farsi giudicare magari per essere totalmente scagionata, noi (VicenzaPiu.com, VicenzaPiù e BassanoPiù) ci associamo modestamente all'appello di Langella al direttore del quotidiano leader locale: "Caro Ario Gervasutti, Lei è un più che stimato giornalista, per cui non ...rinvii l'occasione di dimostrare che il Suo è Il Giornale di Vicenza e non Il Giornale di Assindustria Vicenza, di cui il gruppo Marzotto è, sicuramente, importante associato. Pensiamo che sarebbe d'accordo anche il suo presidente, Roberto Zuccato, che sull'equità del quotidiano confindustriale ha basato gran parte della sua "campagna elettorale" per il rinnovamento della classe dirigente degli industriali locali. E, per fare questo, scelse proprio Lei, lo disse lui, al posto del precedente direttore, accusato di essere al servizio di parte dei poteri forti. Grazie dai nostri lettori.".
Ecco la lettera
Vicenza, 01 novembre 2011
Egregio Direttore de Il Giornale di Vicenza, il 28 ottobre, dopo numerosi rinvii, doveva tenersi presso il tribunale di Paola la prima, vera udienza del processo Marlane. Un processo che vede imputati, tra gli altri, i massimi dirigenti e amministratori della ex-Lanerossi e della Marzotto. Ebbene, il processo è stato rinviato per l'ennesima volta. La data è stata fissata per il 30 dicembre 2011. Ormai si è perso il conto del numero dei rinvii. Il sospetto è che questo processo non debba essere fatto. È una cosa scandalosa aggravata dal silenzio che avvolge la vicenda. Poche notizie nascoste tra le righe di cronaca. In questi giorni ho cercato nel giornale che Lei dirige una notizia al riguardo. Forse non ho letto bene, forse non ho prestato la dovuta attenzione, ma non ho trovato niente. Neanche una nota. Eppure il processo dovrebbe "fare notizia". Dovrebbe essere da prima pagina. Oltre cento dei poco più di mille lavoratori che hanno lavorato in quella fabbrica sono morti o sono ammalati di cancro (52 i morti di cui si occupa il processo, ndr). Numeri impressionanti. Numeri che, però (ed è bene ricordarlo sempre) sono nomi, volti, sorrisi, sentimenti. Sono persone in carne ed ossa, con la loro intelligenza e la speranza che il lavoro potesse riscattare una vita. Queste vite sono state spezzate. Questi lavoratori sono "i dimenticati". Di loro non si parla. Forse è deciso che di loro non si deve parlare. Perché? Lo chiedo a Lei, egregio direttore. Perché le notizie sulla Marlane sono così rare, scarne, quasi inesistenti. Perché? Io sono segretario provinciale di un partito, il PdCI, che da qualche anno si batte, da solo, perché lo scandalo di una strage di lavoratori, di un disastro ambientale di enormi proporzioni e di un processo continuamente rinviato non venga cancellato dal silenzio della stampa e della politica. Lo chiedo anche a Lei, direttore, non lasci soli i lavoratori di Praia a Mare in questa battaglia di verità . Il Suo autorevole giornale può aiutare a scoprire cosa è successo alla Marlane. La prego, lo faccia.
Giorgio Langella
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