La Direzione Generale del Ministero dei Beni Culturali, con una lettera (clicca qui per l'originale) datata 11 dicembre 2018 indirizzata al Comune di Vicenza e alla Regione Veneto «… invita e diffida codesto Comune, entro e non oltre 60 giorni dalla ricezione della presente ad annullare i titoli edilizi privi della presupposta autorizzazione paesaggistica». Il Ministero inoltre invita: «La Soprintendenza a vigilare sull’adempimento a quanto sopra».Â
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Il mio intervento (a parlare è l'avv. MariaGrazia Pegoraro di Italia Nostra durante l'incontro pubblico di martedì 29 maggio organizzato da Civiltà del Verde) riguarda gli aspetti giuridici in relazione ai vincoli cui è sottoposto Parco Querini e alla disciplina urbanistica comunale che lo riguarda (PAT piano assetto territorio, che stabilisce le linee generali di pianificazione del territorio anche rispetto alle zone che vanno tutelate, e il P.I. che stabilisce nel dettaglio la destinazione urbanistica e le categorie di intervento degli immobili).
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"Le serre di Parco Querini: quando il restauro diventa un pericolo": all'incontro pubblico di martedì 29 maggio organizzato da Civiltà del Verde con Italia Nostra di Vicenza i cittadini, le associazioni e gli enti che si occupano della tutela del nostro territorio hanno affollato la sala dei Chiostri di Santa Corona, disertata, invece, da altri invitati come tutta la stampa, a parte chi vi scrive, il sindaco Achille Variati, gli assessori tutti (presente all'inizio per un saluto informale solo il consigliere comunale e candidato Ennio Tosetto) e i tecnici comunali.
La lottizzazione di Borgo Berga, a Vicenza Palazzi a ridosso di due fiumi e a pochi metri da una zona patrimonio dell'Unesco di Giuseppe Baldessarro, da la Repubblica
Non chiamatelo "ecomostro", anzi non azzardatevi neppure a chiamarlo abuso edilizio. È una cosa che fa imbestialire la "Cotorossi Spa". Potreste trovarvi nelle stesse condizioni di alcuni ambientalisti trascinati in tribunale con richieste di risarcimento milionarie. Da vittime a carnefici in un batter d'occhio per aver denunciato una speculazione che ha pochi eguali in Italia. E con una procura che, in buona sostanza, sta indagando su se stessa o meglio sull'edificio che la ospita.
Su Borgo Berga "le risultanze dell'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) confermano il comportamento illegittimo del Comune in relazione alla mancanza di gara pubblica per la realizzazione delle opere di urbanizzazione e il calcolo "scorretto" dei benefici pubblici rispetto a quelli privati. Di conseguenza l'ANAC chiede alla Corte dei Conti di accertare l'esistenza di danno erariale": a sostenerlo in una nota che pubblichiamo è Giovanna Dalla Pozza Peruffo, presidente di Italia Nostra sezione di Vicenza, che, a nome anche di Legambiente e Comitato contro gli abusi edilizi, che aggiunge che i rilievi dell'ANAC si aggiungono a quelli contenuti nel recente rapporto redatto dagli ispettori del WHC - ICOMOS che denunciano l'effetto "devastante" del complesso edilizio di Borgo Berga sul territorio.
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"Borgo Berga dimostra come la legge a Vicenza non sia uguale per tutti". Legambiente, il Comitato contro gli abusi edilizi e Italia Nostra, non mollano. Lunedì comitati e associazioni hanno depositato un esposto alla sezione Forestale dei Carabinieri denunciando le "gravi omissioni" degli uffici comunali e della polizia locale per non aver rilevato la decadenza del permesso di costruire avvenuta nel 2014. Si tratta dell'ennesimo atto, di una battaglia che non sembra avere fine. Al tempo le segnalazioni non erano mancate, contro la Gotham city vicentina si erano mossi in molti, singoli cittadini, comitati, consiglieri comunali. Secondo le associazioni, però, chi doveva vigilare non lo ha fatto e così i lavori sono andati avanti.
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In merito alla pubblicazione sulla stampa di ampi stralci del dispositivo del GIP, dott. Massimo Gerace, con il quale si rigetta la richiesta avanzata dalla Procura di sequestrare l'intera lottizzazione di Borgo Berga, le associazioni Legambiente, Italia Nostra e Comitato contro gli abusi edilizi ci inviano una nota che pubblichiamo e condividiamo in cui, premettono, che "non possono non commentare criticamente quanto si è appreso pubblicamente". Le motivazioni del GIP, prosegue la presa di posizione, sono infatti costellate da considerazioni extra-giuridiche che riteniamo inopportune e incomprensibilmente animose verso cittadini e Associazioni che da anni denunciano la devastazione del territorio. Parole, quelle del GIP, che non avrebbero destato stupore solo se a pronunciarle fosse stato il privato costruttore, oggi sotto indagine penale.
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In relazione alla richiesta avanzata dalla Procura di sequestrare l'intera area oggetto della lottizzazione abusiva di Borgo Berga, richiesta respinta dal GIP e ora all'attenzione del giudice del riesame, rileviamo, scrivono nella nota congiunta che pubblichiamo, Legambiente, Italia Nostra, Comitato contro gli abusi edilizi, che: 1. La richiesta di sequestro, con conseguente stop ai lavori edilizi, arriva in ritardo di due anni. Nel marzo del 2015 il Corpo Forestale dello Stato, a conclusione della sua relazione, aveva infatti chiesto al procuratore Antonino Cappelleri di sequestrare l'intera area di Borgo Berga, Tribunale compreso "per interrompere le conseguenze antigiuridiche del reato". A quella data solo il Tribunale e il supermercato erano agibili. Da allora ad oggi, il lottizzante abusivo ha avuto mano libera per completare, vendere o affittare una parte degli edifici. A mesi si insedierà l'Agenzia delle Entrate e denari pubblici finiranno in tasca del "lottizzante abusivo".
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