Borgo Berga: Legambiente, Italia Nostra e Comitato contro gli abusi edilizi rigettano il mancato sequestro e le motivazioni extra giuridiche di Massimo Gerace
Domenica 5 Marzo 2017 alle 10:25 | 1 commenti
In merito alla pubblicazione sulla stampa di ampi stralci del dispositivo del GIP, dott. Massimo Gerace, con il quale si rigetta la richiesta avanzata dalla Procura di sequestrare l'intera lottizzazione di Borgo Berga, le associazioni Legambiente, Italia Nostra e Comitato contro gli abusi edilizi ci inviano una nota che pubblichiamo e condividiamo in cui, premettono, che "non possono non commentare criticamente quanto si è appreso pubblicamente". Le motivazioni del GIP, prosegue la presa di posizione, sono infatti costellate da considerazioni extra-giuridiche che riteniamo inopportune e incomprensibilmente animose verso cittadini e Associazioni che da anni denunciano la devastazione del territorio. Parole, quelle del GIP, che non avrebbero destato stupore solo se a pronunciarle fosse stato il privato costruttore, oggi sotto indagine penale.
Attribuire alle Associazioni una "virulenza mediatica" o parlare di demolizione come "eccessivo sacrificio imposto al lottizzante abusivo" sono affermazioni che devono preoccupare. Da un lato si minimizza la gravità dei reati urbanistici, dall'altro si scredita il ruolo civile di chi, tra mille ostacoli, difende l'interesse pubblico.
La demolizione non è una sanzione da fanatici rivoluzionari, ma è prevista da una legge dello Stato a conclusione di una sentenza definitiva di condanna. A meno che il Comune non adotti la confisca per ragioni di interesse pubblico. E il Tribunale, rassicuriamo il dott. Gerace, per questo motivo non verrà mai demolito.
Affermare che il Comune dovrebbe "regolarizzare" la situazione è un auspicio del tutto campato per aria. E' infatti la legge a prevedere l'impossibilità di sanatoria in zone vincolate paesaggisticamente, così come nessun fantomatico piano di recupero può mitigare il disastro ambientale che le diverse Amministrazioni hanno prodotto in violazione di legge.
Il dott. Gerace però si spinge oltre, affermando che: "appare maggiormente proficuo ...incoraggiare il completamento delle opere", il che suona come un inno all'abusivismo edilizio. Per fortuna la Corte di Cassazione la pensa in modo diverso: "solo con il sequestro preventivo, che toglie al soggetto autore dell'abuso la disponibilità del bene, cessa la permanenza del reato", e quindi: "è ammissibile il sequestro preventivo di immobile costruito abusivamente anche nel caso che i lavori siano ultimati" (sentenza n. 40370/2015).
Al riguardo ricordiamo che a Borgo Berga i lavori edilizi sono tuttora in corso, mentre il Comune continua impunemente a rilasciare illegittime autorizzazioni. L'ultima poco più di un mese fa e dopo che per ben due anni il privato lottizzante ha potuto costruire senza un valido titolo autorizzativo, nella totale inerzia omissiva degli uffici comunali e nonostante le ripetute denunce e richieste di intervento. Come a dire un abuso nell'abuso. Ed è lo stesso Gerace nell'ordinanza del 2015 a scrivere: "E' però un fatto che sussista l'illegittimità del piano di lottizzazione e dunque dei permessi di costruire rilasciati e da rilasciare, concernenti la complessiva edificabilità dell'area".
Se a quella data la magistratura avesse fermato i lavori abusivi, come richiesto invano dal Corpo Forestale a conclusione delle sue indagini, si sarebbero evitati nuovi reati. Non solo ciò non è stato fatto, ma non risulta che nessuno dei firmatari le illegittime concessioni sia stato iscritto nel registro degli indagati.
A preoccupare le Associazioni che difendono il Bene Comune non sono solo le aggressioni continue al territorio, ma la diffusa e per lo più impunita illegalità .
Legambiente, Italia Nostra e Comitato contro gli abusi ediliziÂ
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