Media Choice srl, la società editrice di VicenzaPiu.com e VicenzaPiu.tv oltre che dell'originario magazine VicenzaPiù nato il 25 febbraio 2006, ha da poco lanciato due collane, quella di inchiesta Vicenza Papers con "Vicenza. La città sbancata" di Giovanni Coviello e quella generalista Vicenza Popolare con "Lino&Lane. Un personaggio in cerca del Vicenza" di Enrico Soli. In attesa che arrivino i prossimi volumi, in primis quello di Vicenza Papers sul caso della Fondazione Roi e la seconda edizione del volume su Lino Diquigiovanni con un'appendice sul Vicenza Calcio attuale ancora in cerca di un vero presidente, ora Media Choice esordisce anche nei documentari con "Giochi di una volta" di Franco Albanelli disponibile a soli 12 euro in occasione del Natale direttamente presso la nostra sede in Viale Milano 31 a Vicenza, tel. 0444 1429915/16) o ordinandolo a [email protected] oppure acquistandolo su Amazon.
Il M5S ha annunciato ieri la presentazione ai cittadini il 1° dicembre del nostro libro "Vicenza. La città sbancata" proprio "simbolicamente" a Palazzo Trissino, un vero e significativo "evento" per la città ufficiale, che, fatte alcune coraggiose eccezioni tra cui quella recente di Otello Dalla Rosa presidente di Vinòvae la prima in assoluto di Andrea Pittarello, a cui era presente tra i politici solo Liliana Zaltron di M5S, vorrebbe cancellare la "memoria" delle complicità politiche e ambientali con la gestione del sistema che ruotava intorno a Gianni Zonin. E oggi Liliana Zaltron diffonde ai media un'interrogazione, che pubblichiamo di seguito, sull'incontro del 26 novembre organizzato, per ricrearsi una impossibile verginità , solo ora e con delle evidenti parzialià da chi mantiene i privilegi e le posizioni acquisite anche grazie a quelle complicità che hanno reso possibile e, soprattutto, non evitabile con una sensibilizzazione popolare fatta nei tempi debiti il disastro che si è abbattuto su decine di migliaia di soci risparmiatori e ora sta per calare come una mannaia su migliaia di dipendenti.
Da pagina 329 in poi di "Vicenza. La città sbancata", il nostro libro giunto alla sua seconda edizione e che raccoglie gli articoli verità pubblicati solo su VicenzaPiu.com fin dal 13 agosto 2010 per allertare i lettori sul disastro della Banca Popoalre di Vicenza che si profilava già allora, sintetiziamo nell'appendice la storia dei 150 anni della BPVi che cadevano proprio in questo 2016. L'appendice arricchita da una serie di cartoline soriche del collezionista vicentino Antonio Rossato, che ce ne ha concesso la pubblicazione (in copertina una vecchia assembela dei soci, ndr), è tratta, oltre che dai documenti dell'Istituto e dalla cronaca sui quotidiani, dalla "Storia della Banca Popolare di Vicentina" di Gabriele De Rosa edito da Laterza nel 1996, l'anno in cui Gianni Zonin ne diventava presidente dopo 16 anni di permanenza nel Cda e si presentava ai soci con una prefazione al testo dato in omaggio ai soci.
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Se "Vicenza. La città sbancata" è arrivata alla sua seconda edizione vuol dire che moltissimi, tra i soci traditi dalla Banca Popolare di Vicenza e chi solo volesse saperne di più, come il Procuratore capo di Vicenza Antonino Cappelleri e vari magistrati e avvocati, sono quelli che ne hanno una copia, ma non molti dei nostri politici, di qualunque livello ma con asserite radici sul territorio, se ne sono procurati una copia. Questi ultimi, se sono ben attenti a rilasciare comunque poche ma comode dichiarazioni, sono ancora più restii, per pigrizia attuale o collusioni precedenti, consapevoli o incoscie, a prendere posizione contro un sistema, quello che ruotava intorno a Gianni Zonin e denunciato, anche se solo una volta per esserne poi zittito, anche dal vice sindaco di Vicenza, Jacopo Bulgarini d'Elci. Da ieri, 12 novembre, "Vicenza. la città sbancata" è nelle mani del vice ministro alle infrastrutture Riccardo Nencini, che ci ha promesso di leggerlo.
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Riccardo Nencini, Segretario Nazionale del PSI e Viceministro per le infrastrutture, venuto a Vicenza oggi per incontarre i quadri dirigenti del PSI veneto (nella foto Nencini è con Fantò alla sua destra e con Tosetto), e la stampa locale, per parlare delle iniziative del partito in merito al referendum costituzionalevoleva concentrarsi su questo argomento per cui le immaginabili domande su un tema ancora delicato come la TacTav e sulla situazione dei soci della Banca Popolare di Vicenza, di cui riferiremo a seguire, non volevano di certo essere da lui evitati di per se stessi ma erano un "disturbo" alla volontà di concentrarsi sul Sì sostenuto dal Psi nazionale nella tornata referendaria del 4 dicembre. Ci abbiamo, comunque, provato e, dopo la scontata conferma dell'attivazione dei primi due step, quello della Brescia - Verona e l'altro della Verona - ingresso di Vicenza, è arrivata l'affermazione della necessità di completare i collegamenti a nord est con Verona snodo principale del sistema anche per le merci : «la cosiddetta "via della seta" di fatto attiva su ferrovia fino a Lione consentirà di farle viaggiare dalla Cina e per la Cina in 15 giorni, invece che nei 45 necessari fino a ieri via nave».
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Una partecipata presentazione di “Vicenza. La città sbancata†all'associazione ViNova nella sede in viale Verdi a Vicenza. Il presidente Otello Dalla Rosa e l'economista Paolo Gurisatti, membro del direttivo, hanno ospitato il direttore di VicenzaPiù Giovanni Coviello per quella che è stata "una delle più grandi crisi bancarie" ha esordito Dalla Rosa nella sua introduzione iniziale. "Rappresenta la crisi di un sistema e degli azionisti che si trovano mazziati due volte, oltre che la crisi della classe dirigente". E Dalla Rosa poi accusa che "siamo di fronte a tempi insostenibili della Procura di Vicenza, è inaccettabile, come pure la mancanza finora di un'azione di responsabilità verso gli amministratori".Â
Quello che ora scriviamo si basa non sulla conoscenza diretta ma su quello che abbiamo letto e su idee che abbiamo scambiato con colleghi sulle dimissioni, gesto inconsueto in Italia e comunicato ieri, 7 novembre, di Beniamino Anselmi, che, proveniente dal mondo bancario con varie e significative esperienze bancarie che mai hanno dato adito a rumors negativi, era stato nominato solo tre mesi fa presidente del Cda di Veneto Banca dal Fondo Atlante, che detiene quasi il 100% dell'ex popolare montebellunese e della Banca Popolare di Vicenza, ai cui vertici ha collocato a luglio Gianni Mion, proveniente dalla finanza privata dei Benetton di certo più attenti agli interessi propri e di pochi soci che a quelli di una comunità , di 118.000 azionisti e oltre 5.000 dipendenti, come quella della BPVi.
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“Vicenza. La città sbancata†il libro testimonianza sulla Banca Popolare di Vicenza di VicenzaPiù, dopo la messa in onda nazionale con la citazione durante la storica trasmissione “Mi manda RaiTre†e il successo editoriale nelle librerie, nelle edicole e su Amazon che l'ha portato ad una seconda edizione arricchita da consigli legali e psicologici, riesce a fare un'incursione anche sul canale televisivo locale Tva. Durante la rassegna stampa web, presentata nel telegiornale "prima edizione" come un approfondimento sui “siti dei principali quotidiani localiâ€, il libro è comparso in bella vista con la copertina e i richiami di VicenzaPiù durante la messa in onda a tutto schermo del Corriere del Veneto nel quale campeggia il banner promozionale.
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Ci sono a Vicenza due Borgo Berga, quello contro i cui illeciti (economici e ambientali) protestano gruppi ignorati su altri media locali, che non siano il nostro e qualcun altro, e quello delle inserzioni pubblicitarie a pagamento su quegli stessi media per vendere immobili orrendi costruiti in dispregio anche dell'Unesco e messi sotto inchiesta con anni di ritardo da magistrati che ci operano nell'omonimo Tribunale, che mostra crepe funzionali accanto a piazze e vie inaugurate da Achille Variati e dal suo vice (si chiamerebbe Jacopo Bulgarini d'Elci, ma il nome è stato cassato dagli amici degli amici a Palazzo Trissino da quando li ha accusati di connivenza col "sistema Zonin", anche se solo per una volta...), piazze e vie che ospitano mostre e cocktail che inneggiano a un bello che era progettato solo nei conti economici del gruppo Maltauro che l'ha costruito.
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