Montecchio Maggiore e i metri quadrati
Sabato 3 Aprile 2010 alle 15:39Federazione della sinistra, Prc, PdCIÂ Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â
Riceviamo da Federazione della sinistra e pubbliciamo
La Giunta Leghista della Cecchetto ancora una volta si dimostra intollerante con le famiglie immigrate.
Non solo applica una delibera illegittima, ma non usa neppure il buon senso civico.
Per fare cassa con le sanzioni, e cacciare le famiglie dei lavoratori non autoctoni, indesiderati, invia i vigili a fare le verifiche negli alloggi e a multare questi cittadini, non in regola con la delibera anche per soli due metriquadrati: è una vergogna.
La Signora (Milena cecchetto, n.d.r.) si dimostra agghiacciantemente insensibile nel dividere i genitori dai figli, nel far perdere il permesso di soggiorno e un'occupazione a chi ne ha bisogno riducendolo a clandestino.
Questa è la politica della legalità della Lega, che non fa altro che varare normative per creare insicurezza e clandestinità .
Richiediamo immediatamente, non solo il ritiro della delibera, ma anche le dimissioni della Sindaca, la quale non rappresenta tutti i suoi cittadini, ma solo la parte più razzista.
Irene Rui e Guido Zentile
PRC - Vicenza
Federazione della Sinistra
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Primi effetti del 30% di stranieri nelle classi
Sabato 27 Marzo 2010 alle 11:33Luca Fantò    Â
Riceviamo da Luca Fantò (Segretario PSI provincia di Vicenza) e pubblichiamo
Gent.le redazione di VicenzaPiù,
ecco che puntualmente si iniziano a prefigurare a livello nazionale i danni conseguenti alla decisione di porre nelle scuole un tetto massimo per classe pari al 30% alla presenza di stranieri.
In Italia, a regime, cioè quando il provvedimento sarà esteso a tutte le classi dell'ordinamento scolastico, sembra che saranno oltre 100.000 gli studenti di nazionalità non italiana a rischiare di non poter scegliere la scuola dove iscriversi.
E non sono i sindacati a dirlo, e neppure quegli insegnanti tacciati regolarmente di essere fannulloni indottrinati dal partito comunista (che non esiste più!).
La notizia arriva proprio da viale Trastevere che, in vista della prima applicazione graduale del provvedimento dal prossimo anno scolastico, ha deciso di valutarne sulla carta l'impatto. Valutazione i cui risultati vengono diffusi dal Ministero dell'Istruzione attraverso uno studio pubblicato in questi giorni.
Gli studenti di cittadinanza straniera il prossimo anno si aggireranno intorno ai 700.000, numero probabilmente destinato ad aumentare. In futuro gli allievi stranieri in classe saranno sempre di più e di più saranno i bambini nati all'estero costretti a "emigrare" verso scuole meno affollate di ragazzi come loro.
Cosa accadrà a chi troverà i propri figli in soprannumero? Ebbene quei genitori dovranno cercarsi un'altra scuola pubblica con un tasso di alunni stranieri inferiore. Problema enorme per persone che magari abitano in piccoli centri e che si vedranno costrette a mandare i figli a studiare in altri paesi o nelle città .
Tutto ciò ovviamente non stupisce visto che la politica del Governo, dopo aver assecondato i timori istintivi della sua base elettorale, non si è mai dimostrata favorevole all'accoglienza dei cittadini stranieri in Italia.
Tutto ciò non stupisce dato che il Governo di centrodestra sembra ignorare come per molto tempo una delle ricchezze degli italiani, tutti, sia stata l'emigrazione e come nei luoghi dell'immigrazione gli italiani dovettero confrontarsi con politiche altrettanto miopi ed insensate.
Ma tutto ciò fa sorgere alcune domande che pongo a me ed ai lettori del suo giornale e delle sue testate web.
Per quanto tempo ancora la maggioranza degli italiani vorrà premiare col voto questa politica?
Era necessario che tal sorta di provvedimento fosse condiviso anche dal Comune di Vicenza?
Ma soprattutto, per quanto tempo può rimanere solida una società che mette le proprie necessità materiali (peraltro fittizie in quanto virtuali poichè create ad hoc dai mass media) davanti alla concreta tragicità dell'emigrazione?
Luca Fantò (Segretario PSI provincia di Vicenza)
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Vicenza, popolazione in aumento
Lunedi 1 Febbraio 2010 alle 18:51Comune di Vicenza
Popolazione ancora in aumento a Vicenza. Ma sono sempre di più gli anziani e la crescita degli stranieri è in calo
La popolazione a Vicenza è cresciuta anche nel 2009. Lo scorso 31 dicembre infatti i residenti erano 115.550 segnando quindi un incremento dello 0,5 per cento rispetto ad un anno prima grazie all'iscrizione all'anagrafe di 538 residenti in più rispetto ai cancellati. Dopo quindi un triennio in cui la popolazione non aveva fatto registrare variazioni significative, subendo addirittura una lieve flessione nel 2007, sono due gli anni consecutivi in cui si assiste ad una ripresa della crescita demografica.
Tale incremento tuttavia non si deve al saldo naturale delle nascite e dei decessi (pari a sole 45 unità in meno), quanto piuttosto ai trasferimenti di residenza: nel corso del 2009 i movimenti migratori hanno portato 4.003 persone ad ottenere la residenza a Vicenza e 3.420 a decidere invece di trasferirsi altrove, con una differenza positiva di 583 unità . Questo dato, peraltro, è dovuto al saldo migratorio degli stranieri, pari a +664, mentre è pari a -81 per gli italiani.
Nel loro complesso gli stranieri sono aumentati notevolmente anche nel 2009: al 31 dicembre si registravano infatti esattamente 1000 unità in più (538 femmine e 462 maschi), pari ad un aumento del 5,9 per cento rispetto a 12 mesi prima, per un totale di 17.766 stranieri presenti in città , che corrispondono al 15,4 per cento della popolazione.
Si assiste quindi a Vicenza ad una continua contrazione dei residenti italiani a favore di un'espansione di quelli stranieri: se infatti nel 2000 gli italiani erano il 94,2% del totale degli iscritti, nel 2009 la percentuale è scesa all'84,6%. "Tuttavia - osserva l'assessore ai servizi informativi e ai servizi elettorali e demografici, Tommaso Ruggeri, che ha presentato i dati questa mattina a palazzo Trissino - l'aumento degli stranieri è molto più contenuto rispetto, ad esempio, all'anno prima quando furono 1624. E' dunque senz'altro un fenomeno sintomatico della crisi economica, che ha attratto meno stranieri e ha determinato il rimpatrio di molti di loro. Sarà anzi interessante registrare quest'anno l'impatto che avrà la crisi sulla popolazione".
A questo proposito l'assessore ha inoltre aggiunto: "I dati elaborati dall'ufficio statistica del Comune sono già passati in giunta assieme a quelli principali elaborati dall'Istat, dalla Camera di commercio, dall'Associazione industriali, dalla Provincia, dalla Caritas e dal nostro settore servizi sociali, perché torneranno utili anche in fase di bilancio, quando si dovranno fare delle scelte su dove destinare le risorse che, peraltro, continuano a diminuire in particolare per la contrazione dei trasferimenti statali. È infatti evidente che il principale punto di riferimento per chi ad esempio perde il lavoro è il Comune così come per chi ha un anziano non autosufficiente in casa. Per questo sarà indispensabile coordinarci con tutti coloro che operano in campo assistenziale perché non possiamo permetterci sovrapposizioni".
La presenza straniera tra l'altro contribuisce anche a rendere più giovane la popolazione vicentina: se infatti conteggiando gli stranieri il rapporto tra anziani e giovani è di 161 ultra sessantacinquenni ogni 100 under 14, senza gli stranieri il rapporto sarebbe addirittura superiore a 208. Basti pensare che tra gli stranieri quelli con più di 65 anni sono appena l'1,3 per cento, mentre tra gli italiani sono quasi il 26 per cento.
"L'indice d'invecchiamento della popolazione è in continua crescita e desta molta preoccupazione - evidenzia l'assessore Ruggeri -: la speranza di vita a Vicenza sfiora oggi i 78 anni ed è aumentata di 3,5 anni in un solo decennio. Se da una parte ciò significa che sono migliorati gli stili di vita e che disponiamo di una buona sanità , dall'altro comporta impatti rilevanti sul sistema pensionistico, assistenziale, sociale ed economico".
La Gelmini e il "tetto" per gli stranieri: idea buona ma inutile
Martedi 12 Gennaio 2010 alle 18:08Per una volta sono d'accordo con lei. Almeno sulla carta. Lei è il ministro dell'istruzione Maria Stella Gelmini, e la materia del contendere è il discusso provvedimento che fissa un tetto del 30 per cento per gli stranieri presenti nelle classi scolastiche. Una misura già sperimentata proprio qui a Vicenza, tra l'altro da una giunta di centrosinistra (molto più di centro che di sinistra, a voler essere precisi) e che ora il ministro ha deciso di proporre su scala nazionale. Attirandosi subito accuse di razzismo e discriminazione che, in questo caso, trovo decisamente fuori luogo.
Se attuato con la giusta flessibilità , e lasciando ai dirigenti scolastici la possibilità di adeguare le direttive nazionali alle esigenze delle realtà locali, come pare si sia orientati a fare, distribuire in modo omogeneo i ragazzini stranieri può aiutare a non creare classi ghetto o situazioni difficilmente gestibili.
Stranieri, diritti a metà
Martedi 22 Dicembre 2009 alle 12:00Alloggi Erp, assegni di maternità , disoccupazione, voto, cittadinanza
Ecco cosa possono e cosa non possono fare le migliaia di stranieri
residenti nel vicentino. Con alcune situazioni paradossali
Qualche settimana fa un lettore - Alex Cioni, esponente del Pdl vicentino - scriveva una lettera a "Vicenza Più" sul tema della proposta di legge del voto agli stranieri, depositata in Parlamento. Della missiva ("Voto agli stranieri, patacca o buon senso?", 25 novembre), ci interessa trattare in questo articolo la parte in cui si lamentano i "diritti negati" agli italiani, e "presi" per sé dai "foresti", extracomunitari e non, presenti su suolo italiano e vicentino. In particolare si denunciano corsie preferenziali negli alloggi Erp, ma non solo. Scrive infatti Cioni: "Basterebbe entrare in una sede di qualche sindacato italiano per vedere con i propri occhi di come e quanto oggi gli immigrati siano sindacalizzati quasi più di noi italiani; basterebbe lavorarci assieme per capire di come e quanto bene conoscono le normative per l'ottenimento di bonus o di sussidi sociali; basterebbe sfogliare le graduatorie comunali per le richieste degli alloggi di edilizia residenziale pubblica per avere anche qui sott'occhio la prova provata che questi stranieri tutto sommato non sono poi trattati così male come qualcuno vorrebbe farci credere. I fatti parlano chiaro, altro che diritti negati agli stranieri, caso mai esiste un problema contrario: vale a dire i diritti negati agli italiani, ai nativi italiani, che si vedono portare via da sotto il naso ciò che spetterebbe prima di tutto a loro". E ancora, nel corso di uno scambio di battute, scritto, con la redazione: "In Italia i cittadini stranieri possono già votare alle elezioni amministrative e possono ottenere la cittadinanza dopo 4 anni purché siano comunitari". Su questi passaggi, sugli alloggi Erp e sui vantaggi e possibilità degli stranieri in Italia, abbiamo condotto una piccola indagine su scala vicentina: per chiarire una volta per tutte cosa è vero e cosa no circa i "diritti negati" che gli immigrati avrebbero preso agli italiani.
Continua a leggereMedici e infermieri stranieri secondo l'Emn
Lunedi 21 Dicembre 2009 alle 07:56Redazione di VicenzaPiù    Â
Gli stranieri iscritti all'Ordine dei medici chirurgi e odontoiatri sono 14.548 nel 2008. Erano 12.527 nel 2004 secondoi il rapporto dell'Enm.
I medici stranieri iscritti all'Ordine dei medici chirurgi e odontoiatri sono risultati 14.548 nel 2008, di cui il 42,3% donne. Erano 12.527 nel 2004, quindi l'aumento e' stato di 500 unità l'anno. La ripartizione territoriale e' abbastanza equilibrata: 52,2% nel Nord, 26,0% nel Centro, 18,3% nel Mezzogiorno e 2,7% in temporanea attività all'estero. La maggiore concentrazione avviene in quattro regioni: piu' di 2 mila sia in nel Lazio che in Lombardia (operanti per lo più nei comuni di Roma e di Milano) e più di 1.200 sia nel Veneto che in Emilia Romagna. Sono questi i dati del Primo Rapporto Emn Italia, European migration network - iniziativa inserita in un programma europeo che in Italia fa capo al ministero dell'Interno con il supporto tecnico del Centro Studi e Ricerche Idos/Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes - dedicato alla direttiva dell'Unione Europea sui lavoratori altamente qualificati, nota come "Carta blu UE".
Nel nostro Paese un infermiere su dieci, invece, è straniero: è quanto si legge nello stesso Rapporto presentato al Cnel a Roma.
Gli infermieri stranieri infatti - rispetto ai 354.436 infermieri presenti in Italia, una figura professionale di difficile reperimento, con un rapporto che dovrebbe essere di 1 medico ogni 5 infermieri, mentre attualmente ci sono 6 infermieri ogni mille abitanti, con richieste più pressanti per infermieri che provengono dalle case di riposo e dagli istituti per anziani e per persone disabili non autosufficienti - sono nel 2008 34.043, 86,5% donne e il per il 57;8% comunitari.
La provenienza maggioritaria e' quella europea con il 17,4%, seguono America (15,7%), Asia (5,3%), Africa (5,4%), Oceania (0,8%).
Quanto ai Paesi di origine prevale, con un quinto delle presenze, la Romania (8.497 infermieri), seguita da Polonia (3.557), Svizzera (2.386) e, con più di 1.000 infermieri, Germania, Peru', Albania, Francia, India e Spagna. La ripartizione territoriale, invece, vede prevalere il nord (19.212 infermieri, pari al 56,4%), seguono 8.594 infermieri nel centro (29,2%), 3.674 nel sud (10,8%) e 2.463 nelle isole (7,2%). Gli infermieri stranieri sono presenti con forti differenze territoriali.
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Voto agli stranieri, patacca o buon senso?
Mercoledi 25 Novembre 2009 alle 15:34Riceviamo da Alex Cioni e pubblichiamo
Ciclicamente torna di attualità nell'agenda politica italiana la discussione sulla concessione del voto ai cittadini stranieri. Da qualche giorno è stata depositata alla Camera dei deputati una proposta di legge, sottoscritta anche da alcuni esponenti del Pdl (una minoranza per fortuna), con la quale si vorrebbe concedere il diritto di voto per le elezioni amministrative ai cittadini extracomunitari regolarmente residenti in Italia da almeno cinque anni.
Una proposta che può sembrare di buon senso e pure giusta ma che in realtà è figlia di una cultura politica che non ha mai abbandonato il desiderio di realizzare un disegno multiculturale - inteso come la perdita delle identità e specificità nazionali - per certi versi già consegnato alla storia perché stride con la realtà che ci circonda e la stessa storia del genere umano. Di tanto in tanto non guasterebbe guardare a cosa accade in giro per l'Europa per accorgersi del fallimento del melting pot e di come questo filone di pensiero non sia la soluzione ma l'origine di altri problemi.